Ipertensione: il killer silenzioso

Il medico vi informa che avete la pressione alta? Significa che le vostre arterie oppongono troppa resistenza al flusso del sangue.
Le arterie sono canali membranosi circolari, e i loro tessuti muscolari sono normalmente in grado di tendersi e rilassarsi per lasciar passare il sangue.
Ma può accadere che le pareti delle arterie diventino rigide, e che non si dilatino più a sufficienza.

È questo che aumenta la pressione sanguigna e disturba l’irrigazione degli organi. Si parla allora di alta pressione arteriosa, spesso abbreviata in “ipertensione”.
L’ipertensione è problematica perché, già, in situazione di normalità, le nostre arterie sono esposte a una pressione così importante che continuano a fessurarsi e ad aver bisogno di ripararsi.

Immaginate: se vi bucaste l’avambraccio facendo un piccolo foro nell’arteria brachiale (detta anche omerale, quella che porta il sangue ossigenato nel braccio) il getto di sangue che ne uscirebbe arriverebbe al soffitto! Dovreste premere con tutte le vostre forze sul foro per fermare l’emorragia (e poi prendere una scala per pulire il soffitto).

Stessa cosa per le arterie femorali che irrigano di sangue le gambe. Quando in sala operatoria il chirurgo fa un errore e, accidentalmente, taglia l’arteria femorale, il flusso di sangue che ne esce ha la potenza di una lancia antincendio!
Questo in condizioni di pressione arteriosa normale.
Non sorprende quindi che le arterie, per quanto siano fatte di più pareti spesse e muscolose, si danneggino nel tempo: resistere a una tale pressione non è facile, soprattutto con quel cuore che non cessa di battere – più di 100.000 volte al giorno – e che ad ogni palpito fa salire la pressione.

La pressione arteriosa cambia di continuo

Il getto che uscirebbe dal vostro braccio, se lo bucaste, non sarebbe stabile: aumenterebbe e diminuirebbe di nuovo ad ogni battito del vostro cuor. quando il cuore si contrae e invia il sangue nell’organismo fa aumentare la pressione nelle arterie, quando si rilassa, la pressione scende. Questo è il motivo per cui il medico è obbligato a darvi due numeri quando vi misura la pressione sanguigna: il numero di quando il cuore si contrae (il più alto, la massima) e l’altro, quando il cuore si rilassa tra due pulsazioni (che è il più basso, la minima). Per impressionare il pubblico, potete utilizzare i termini medici per questi due fenomeni: la pressione sistolica (massima) e la pressione diastolica (minima). Potreste leggere come vostri risultati di analisi 120/80 mmHg, che significa una pressione sistolica di 120 millimetri di mercurio e una pressione sanguigna diastolica di 80 millimetri di mercurio (Hg è il simbolo chimico del mercurio, perché il mercurio in latino è “hydrargyrus”, cioè “argento liquido”).

Ma neppure questa pressione diastolica/sistolica è stabile: varia nel corso della giornata. Varia anche a seconda delle persone, senza che questo sia necessariamente un segno di buona o di cattiva salute. E poi sale quando ci arrabbiamo, sale durante l’esercizio fisico, e può salire anche quando siete dal vostro medico, che vi misura la pressione e voi vi agitate per il timore di scoprire di avere la pressione alta!

Questo è un grande classico degli errori medici, che ricorda Il favoloso mondo di Amélie (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain): alla povera Amélie infatti il padre, medico, aveva diagnosticato per errore una malattia cardiaca.

Ma in realtà la piccola Amélie soffriva del distacco affettivo di suo padre, che si avvicinava a lei solo una volta ogni sei mesi per visitarla: il suo cuore iniziava allora a battere come all’impazzata, soprattutto quando la oscultava con lo stetoscopio. Da qui la convinzione che avesse un grave problema.

Per ridurre il rischio di errori è indispensabile effettuare diverse misure della pressione sanguigna, prima di diagnosticare un’ipertensione: la tensione è considerata “alta” quando è costantemente superiore a 140/90 mmHg, anche quando si è seduti senza fare niente e rilassati.

I pericoli dell’ipertensione

Una pressione sanguigna troppo alta danneggia le arterie e gli organi cui queste forniscono il sangue, tra cui il cuore, i reni, il cervello, gli occhi e, in generale, tutti i tessuti irrigati dai capillari.
È quindi una delle  cause più importanti di incidenza per le malattie coronariche (malattia delle arterie che irrigano il cuore), per gli incidenti cerebrovascolari (ictus), per l’insufficienza cardiaca, l’insufficienza renale e la cecità (il divenirlo). Inoltre l’ipertensione può dare mal di testa, e causare malesseri.

Curare l’ipertensione

Quando si teme un incidente imminente a causa di una pressione davvero eccessiva (oltre i 160 mmHg), può essere necessario assumere farmaci in emergenza per farla abbassare, soprattutto quando il medico constata che sono già coinvolti organi degli organi. È quindi urgente fermare i danni, in attesa che si faccia sentire l’effetto di un cambiamento nello stile di vita.

Ecco i farmaci che il medico ha a sua disposizione:

  • I diuretici: sono medicinali che fanno urinare, così da ridurre la quantità d’acqua che si ha nelle vene e di conseguenza il volume del sangue per diminuire la pressione sanguigna. I diuretici eliminano anche il sodio dal vostro corpo (che proviene per lo più dal sale da cucina) e questa è una buona cosa, in quanto il sodio trattiene l’acqua. Il problema è che i diuretici eliminano anche il potassio e il magnesio, minerali utili; in particolare il magnesio, che ha il potere di rilassare i muscoli delle arterie riducendo così la pressione sanguigna. Abusare di diuretici può quindi avere esattamente l’effetto opposto a quello voluto.
  • I beta-bloccanti: si tratta di farmaci che bloccano gli effetti dell’adrenalina, cosa che ha un effetto rilassante anche sulle arterie. Purtroppo i loro effetti collaterali sono numerosi e possono essere molto gravi (edema polmonare acuto, angina, incubi).
  • I calcio-antagonisti: farmaci che dilatano le arterie e abbassano così la pressione sanguigna. Possono causare mal di testa, edema, e sono una delle principali cause di intossicazione da medicinali. Da usare con estrema cautela.
  • Gli ACE inibitori (inibitori dell’Enzima di Conversione dell’Angiotensina) e i sartani (antagonisti dell’angiotensina II): questi farmaci sono meglio tollerati, ma i primi causano una tosse dolorosa, i secondi sono stati sospettati nel 2011 di provocare il cancro.

Ma non fatevi illusioni: accontentarsi di prendere un farmaco contro l’ipertensione non risolverà il vostro problema, anzi: rischia di aggravarlo, perché i farmaci contro l’ipertensione agiscono turbando il vostro metabolismo.
Se si assumono farmaci contro l’ipertensione, non si possono infatti interromperli di colpo.
In rari casi l’ipertensione è causata da una malattia o da un malfunzionamento delle ghiandole che gestiscono la pressione sanguigna: in questo caso bisogna quindi identificare e trattare la causa. Salvo eccezioni però l’ipertensione non è la conseguenza di una specifica malattia: è il risultato di uno stile di vita e soprattutto di un’alimentazione sbagliati. Questo significa quindi che può essere curata modificando lo stile di vita e la dieta.

Centrate il bersaglio

In generale, una persona che soffre di ipertensione cercherà di abbassare la sua pressione sanguigna: sembra logico, semplice.
Ma attenzione. Al di là dei sintomi (che esistono di solito solo quando è davvero molto alta e allora vanno alleviati) il problema non è il risultato della misurazione in sé: ridurre la pressione di alcuni punti, ad esempio da 140 a 130, non garantisce affatto che il vostro problema di salute sia stato risolto.
Non dimenticate che, in materia di salute, l’obiettivo non è mai quello di far calare questo o quel valore, ma di ridurre effettivamente il rischio di malattia, di complicanze, di morte.

La domanda da porsi quindi non è: « Quanto sto facendo, farà abbassare la mia pressione sanguigna? »
Ma piuttosto: « Quanto sto facendo, ridurrà il mio rischio di complicazioni? »
È la stessa cosa? Beh no, non sempre.

Un esempio: ridurre l’assunzione di sale non ha alcun effetto spettacolare contro l’ipertensione. Il consumo eccessivo di sodio (sale da cucina) comporta però che in dieci anni di eccessi, si verificano dei cambiamenti funzionali dei reni che non filtreranno più così bene. Il sodio rimane nel vostro corpo e l’ipertensione si sviluppa, ma è un processo molto lungo e non lo si elimina dall’oggi al domani smettendo di mangiare sale. Del resto i ricercatori hanno constatato che un forte aumento del consumo di sale porta ad un leggero aumento della pressione sanguigna, non di più. Eppure (non essere deluso) sappiamo che diminuire l’assunzione di sale riduce efficacemente il rischio cardiaco.

Allo stesso modo, se si fuma, smettere di fumare non abbassare la pressione sanguigna. Eppure, smettere di fumare riduce drasticamente il rischio di incidente cardiaco, oltre (naturalmente) al rischio di cancro e di molte altre malattie.
Lo stesso vale per l’alcol: senza alcun effetto eclatante sulla vostra ipertensione, consumare alcol con moderazione (1 o 2 bicchieri di vino al giorno) diminuisce il rischio cardiaco.

Ma veniamo allo stile di vita che riduce il rischio cardiaco e l’ipertensione.
In primo luogo, ed è inevitabile, dobbiamo fare esercizio fisico.

L’esercizio fisico è meglio dei farmaci

L’esercizio fisico è meglio di un farmaco contro l’ipertensione: è più efficace e non è tossico!
Se oggi non fate assolutamente niente, cominciate con un’attività moderata come camminare. Se siete disabili, i metodi alternativi (come yoga ed esercizi di respirazione) possono avere effetti molto significativi.

Sceglite un’attività fisica adatta al clima e ai vostri gusti, poco costosa, e che possa essere praticata tutto l’anno: piscina, palestra, pista ciclabile, stadio, argini dei fiumi, mare, escursioni…

Si deve fare esercizio fisico per minimo 30 minuti al giorno, e farne abbastanza per arrivare a sudare un po’.

Evitate soprattutto di farvi male a muscoli e tendini, cosa che pregiudicherebbe ogni futura attività. Fatevi eventualmente guidare da un fisioterapista o da un professionista in riabilitazione se al minimo sforzo la pressione vola in alto e vi provoca angoscianti palpitazioni. Però è importante fare un po’ meglio, un po’ di più, un po’ più veloce ogni giorno: l’obiettivo è quello di fare progressi fisici, non solo di muoversi tanto per farlo.
Iscrivetevi in una palestra. Gli esercizi di forza  riducono la pressione e hanno anche i vantaggi di:

  • aumentare la massa muscolare, che è fonte di proteine ​​essenziali per il sistema immunitario, e quindi aumenta la resistenza alle infezioni e al cancro;
  • migliorare la resistenza del cuore, riducendo il rischio di morire o di avere gravi conseguenze se si viene un infarto;
  • avere un effetto benefico sull’endotelio, le cellule che rivestono l’interno delle arterie e permettono al sangue di fluire senza intralci. Questo è un fattore essenziale per prevenire l’arteriosclerosi;
  • e ridurre naturalmente il rischio di diabete, sovrappeso e obesità.

Tuttavia questi esercizi non dovrebbero essere violenti: trovatevi un coach per iniziare gradualmente.

La dieta contro l’ipertensione

Per ridurre l’ipertensione la dieta più comunemente consigliato negli Stati Uniti è la dieta DASH (« Dietary Approaches to Stop Hypertension », ovvero “approccio dietetico per fermare l’ipertensione”) che ha ampliamente dimostrato la sua efficacia ma che è completamente sconosciuta agli italiani e alla maggior parte dei medici europei.

Si tratta di una dieta:

  • ricca di verdure, frutta, prodotti senza grassi e latticini con basso contenuto di grassi;
  • comprende cereali integrali, pesce, pollame, legumi, semi, noci, oli vegetali;
  • povera di sodio (meno di 2,3 g al giorno) e a basso contenuto di zucchero;
  • che esclude bevande dolci e carne rossa.

Dal punto di vista nutrizionale, la dieta DASH è:

  • a basso contenuto di acidi grassi saturi e trans;
  • ricca di potassio, magnesio, fibre e proteine.

Una dieta mediterranea corretta può in ogni caso apportare risultati anche superiori, ma è vero che pare davvero auspicabile aumentare notevolmente l’assunzione di sali minerali: calcio, magnesio e soprattutto potassio, senza necessariamente assumere integratori alimentari ma nutrendovi con grandi quantità di verdure fresche, apporterete questi nutrienti al vostro organismo in una forma altamente assimilabile.

Infine è molto importante ottimizzare il livello di vitamina D. Più vivi lontano dall’equatore, più rischi l’ipertensione, e questo per due motivi principali:

  • il sole aumenta la produzione di ossido nitrico (NO), che ha un effetto vasodilatatori (dilata i vasi sanguigni) e quindi riduce la pressione;
  • la luce solare è necessaria per la sintesi della vitamina D, che aiuta a regolare la concentrazione di minerali nel sangue e quindi a normalizzare la pressione sanguigna.

Se non state abbastanza al sole, è consigliato prendere un integratore alimentare di vitamina D.

Altri integratori alimentari e altre alternative

Anche se alcuni integratori alimentari possono aiutare, è importante capire che non devono MAI essere utilizzati per sostituire uno stile di vita sano, perchè questo è il solo che può agire sulle vere cause di ipertensione: accontentarsi di ingurgitare integratori alimentari senza cambiare il proprio stile di vita è simile all’atteggiamento passivo del paziente che inghiotte i suoi farmaci da prescrizione. È un’approccio illusorio che noi condanniamo perché è inefficace nella maggior parte dei casi, anche se fa molto comodo all’industria farmaceutica e semplifica notevolmente il lavoro dei medici.

Solo dopo aver regolato il vostro stile di vita potrete utilizzare gli integratori alimentari per migliorare la vostra salute.

Ed eccovi alcune dritte interessanti.

Normalizzare il rapporto tra acidi grassi omega-6 / omega-3

In natura, ci si aspettava che per ogni Omega-3 assunto avremmo mangiato da 1 a 3 omega-6.
Tuttavia, gli omega-3 si trovano nell’olio di semi di lino, nell’olio di noci, nell’olio di colza, nel pesce… prodotti che sono sempre più rari nell’alimentazione moderna. Gli Omega-6 invece si trovano nell’olio di mais, nell’olio di girasole, nei semi d’uva e di germe di grano, prodotti sempre più comuni perché a buon mercato.

Il risultato è che molte persone non assumono quasi mai omega-3, ma consumano ad ogni pasto omega-6.
Il loro rapporto di omega-6/omega-3 è quindi di 25 a 1 o di 40 a 1! Questo è catastrofico per il sangue, le arterie, le cellule.
Se questo è il vostro caso, dovete assolutamente fare qualcosa.

OMEGA 3-6-7-9
OMEGA 3-6-7-9
Acidi Grassi polinsaturi (A.G.I.)

OMEGA 3-6-7-9
5/ stars
Un prodotto completo di altissima qualità!

Magnesio

Un’integrazione quotidiana di magnesio può aiutare ad abbassare la pressione sanguigna, soprattutto se è molto alta.

Le vitamine C ed E

Di solito una dieta ricca di frutta e verdura fresca, oli di buona qualità, noci e pesce azzurro ci fornisce le dosi necessarie di queste vitamine, importanti nel metabolismo della pressione arteriosa. Se pensate di aver bisogno di assumerne come integratori alimentari, assicuratevi di scegliere una vitamina E naturale, purtroppo più costosa di quella sintetica. Nell’elenco degli ingredienti la vitamina E si riconosce dalla « d »: vedrete scritto tocoferolo d-alfa, d-beta tocoferolo, etc. quando è naturale, e dl-alfa tocoferolo quando è sintetica.

Delta C  PLUS 90

100% naturale

Delta C PLUS 90
5/ stars
Ottima questa vit c naturale!
Delta E
con olio di germe di grano

Delta E
5/ stars
Ottimo: lo uso regolarmente, soprattuto se eccedo troppo nei mei... brutti vizi :(

Estratto di foglie di olivo

Uno studio del 2008 ha dimostrato che assumere un integratore alimentare di 1.000 mg di estratto di foglie di olivo al giorno per 8 settimane provoca un forte calo della pressione sanguigna. Potete anche acquistare semplici foglie di olivo in erboristeria e aggiungerle al vostro tè: lasciatene un cucchiaino in infusione per 10 minuti.

Si noti che i bambini che sono stati allattati al seno per 12 mesi o più hanno un rischio molto più basso di ipertensione in età adulta. L’effetto protettivo potrebbe provenire dagli acidi grassi polinsaturi presenti nel latte umano.

L’importante è mantenere i buoni propositi

Tutti questi cambiamenti possono sembrare pesanti e, spesso, non ci sentiamo la forza di intraprenderli, da cui il successo dei farmaci contro l’ipertensione (anche se i medici sanno che hanno un’efficacia limitata e pericoli nel lungo termine; i pazienti si rendono conto che hanno effetti indesiderabili e i ricercatori sanno che cambiare lo stile di vita sarebbe più efficace).

Ma è talmente più facile inghiottire pillole!  E quando si hanno già così tanti problemi nella vita… frustrazione professionale, conflitti coniugali, depressione.. non ci si sente in grado di fare di più. Ecco perché prima di tutto è importante (per reggere nel tempo) iniziare facendo un lavoro su se stessi (magari anche difficile o doloroso) per ridefinire quelle che sono le proprie priorità e rispondere alla “grande” domanda: qual è il mio scopo nella vita?

È solo nel momento in cui si ha una risposta chiara a questa domanda fondamentale che si trova l’energia e la motivazione per intraprendere i cambiamenti necessari. Potrete darvi un obiettivo definito, motivante (tipo… vivere) e troverete in voi le risorse per migliorare il vostro stile di vita e la vostra alimentazione liberandovi del problema di ipertensione per ritrovare una vita appagante.

La consapevolezza, il darsi onestamente questa risposta ed agire di conseguenza è ciò che nel lungo periodo farà la più grande differenza, perché è da questo che troveremo le buone ragioni per mantenere i buoni propositi.

3 commenti su “Ipertensione: il killer silenzioso”

Lascia un commento