Solstizio d’estate: l’alchimia delle piante e del sole

Maurice MesseguéVogliamo dedicare questo articolo a Maurice Mességué, il « nouveau maître des plantes », come veniva chiamato nel Gers, suo paese natale

Autodidatta, figlio di guaritori, si è battuto tutta la vita per far riconoscere il potere curativo delle piante.
Sensibile ai ritmi della natura, era convinto che le piante (come l’uomo) subissero l’influenza degli astri e in particolare del sole.
Lo ricordiamo con affetto e grande rispetto, in questo solstizio d’estate.
Au revoir Maurice!

Forse ti sarà capitato di vedere, in un giardino di piante mediche, strani vasi pieni di fiori e piante offerti ai raggi solari, immersi in un bagno d’olio dai colori scintillanti. Evocano le antiche pozioni degli speziali, e arrivano a noi da una lunga tradizione: solo oli solarizzati, macerati ancora preparati da rari appassionati che uniscono il potere delle piante all’energia vitale del sole.

Sappi che si tratta di una preparazione medicinale particolarmente attiva e facile da realizzare, puoi provarci anche tu!

Il più noto è certamente quello di fiori di iperico, il cui colore rosso si intensifica sempre di più durante la sua esposizione al sole.

Gli oli solarizzati possono essere preparati con tutte le varietà di piante medicinali, utilizzandone rizomi, foglie, polpa e semi anche se si preferiscono di gran lunga i fiori e, in particolare, quelli di iperico, o erba di San Giovanni, o scacciadiavoli.

Oltre all’erba di San Giovanni (l’emblema del solstizio d’estate), ricordiamo l’artemisia, l’achillea, la Verbena officinalis e la salvia, tutte piante che raggiungono la loro maturità floreale al momento del solstizio d’estate, e che possiedono quindi una particolare affinità con la stella solare.

È difficile risalire con precisione alll’origine del macerato solarizzato… « Sembra che questa tradizione risalga all’antico Egitto, dove si utilizzava ampiamente la macerazione delle piante e le si esponeva al sole, Râ, considerato una divinità e fonte di vita. Questa solarizzazione aveva per gli antichi egizi virtù sia fisiche che spirituali.
Questo metodo esisteva anche in Cina, ed è menzionato da Santa Ildegarda di Bingen nel Medioevo. Una pratica poco nota ma molto utilizzata da guaritori e streghe nelle campagne, che attribuivano proprietà magiche all’esposizione alla luce solare. »
, dichiara Claudine Luu, dottoressa in farmacia e autrice del libro dl riferimento in materia, Les Huiles de fleurs solarisées (éd. Dangles, 2013).

Le proprietà energetiche grazie al sole

Lungi dall’ossidare o rendere rancido l’olio (purché si segua la corretta preparazione), l’esposizione al sole potenzierebbe il macerato. Infatti, il calore generato dall’esposizione ai raggi solari, consente la “digestione” delle piante, vale a dire il rilascio dei loro principi attivi.

Così, per l’iperico, durante la solarizzazione le antocianine (i pigmenti rossi che conferiscono alla pianta le sue proprietà medicinali), si dissolvono nella preparazione, che diviene via via sempre più rossa e scura.

Un altro effetto più sottile della solarizzazione, è che il macerato si carica in fotoni, quanti di energia luminosa associati alle onde elettromagnetiche che agiscono come una sorta di nutrimento energetico della materia vivente.

« L’olio cattura le vibrazioni della pianta ma si riempie anche dell’energia luminosa del sole. È così doppiamente “carico”. Questo gli conferisce proprietà energetiche che non possono essere valutate scientificamente, ma che si osservano nella pratica. I macerati solarizzati sono molto più efficaci nelle loro proprietà medicinali », afferma Claudine Luu.

Fare un macerato solarizzato è una delle attività più gratificanti che esistano, ed è semplice. Perché non provi?

Fai da te

  • Procurati un vaso in vetro che sia trasparente e limpido e metti al suo interno le parti delle piante che hai scelto, dopo averle lasciate 2-3 giorni ad asciugare in un luogo ben areato. È importante, secondo Claudine Luu, non tagliare le piante, in particolare i fiori, per mantenere intatta la loro energia.
  • Ricopri poi abbondantemente le piante con olio vegetale, scelto a seconda delle sue proprietà. I più utilizzati sono quelli di oliva e di semi di girasole.
  • Chiudi il tuo vaso e esponilo alla luce solare diretta, ad esempio su un muretto, in modo che la luce arrivi su tutti i suoi lati nel corso della giornata.
    Il tempo di solarizzazione è di tre settimane.
    In caso di pioggia o di cielo coperto, aggiungi giorni per arrivare comunque a 21 giorni pieni di sole.
  • Ultima tappa, filtra la preparazione premendo fortemente le piante attraverso un panno di cotone.
  • Per stabilizzare la preparazione e prevenirne l’ossidazione, aggiungi qualche goccia di olio essenziale di Lavandino Grosso, o di Rosmarino Canfora (15 gocce per 100 ml di olio solarizzato).

Una raccomandazione: fai attenzione a proteggere il macerato dalla luna piena, che potrebbe “scaricare” la preparazione dall’energia solare. Il giorno prima, il giorno stesso e il giorno dopo la luna piena, proteggi il tuo vaso con un panno nero.

Alcuni esempi di utilizzo

Un olio solarizzato può essere utilizzato tutto l’anno per impacchi, massaggi, frizioni.

Cicatrizzante e antinfiammatorio, quello di cime fiorite di iperico (erba di San Giovanni) è sovrano per alleviare scottature, ferite, ustioni, piaghe e geloni. Ha anche un effetto sulla regolazione dell’umore e del sonno.

Quello di artemisia (fiori e foglie) cura le infezioni fungine in applicazione locale, mentre in massaggi sul ventre allevia i dolori mestruali.

Anche quello di salvia è indicato per alleviare i disturbi mestruali e le vampate di calore della menopausa grazie alle sue proprietà estrogeniche-like. Buono per tutto, allevia anche le afte se usato come colluttorio, lenisce il prurito e il dolore applicato sulle punture di insetti e ha un effetto tonificante e riequilibrante in massaggio del corpo.

L’olio solarizzato di sommità fiorite di achillea è un buon tonico venoso (da utilizzare anche quando si soffre di emorroidi) ed è efficace in impacchi sulle cuperose.

Abbondante nei campi e lungo i bordi delle strade, la Verbena officinalis – inodore, da non confondere con la verbena odorosa (Aloysia citriodora Palau)- aiuta a lenire la tensione nervosa massaggiando la colonna vertebrale, le spalle e il plesso solare. Il macerato viene fatto utilizzando l’intera pianta in fiore.

Pensa, infine, a conservare il tuo macerato in un luogo fresco e al riparo dalla luce. Infatti, una volta solarizzati, questi oli medicinali che hanno fatto il pieno di energia, vanno messi a “riposo” per mantenere intatte tutte le proprietà!

Lascia un commento