Oligoterapia: che cos’è? Definizione e storia

L’oligoterapia è una metodica terapeutica basata sulla somministrazione di oligoelementi, generalmente a deboli dosaggi.

Per definire l’oligoterapia, partiamo da un criterio quantitativo: vengono considerati oligoelementi quegli elementi chimici presenti nel corpo umano a una concentrazione inferiore a 0,01% del peso corporeo totale, quindi inferiore a 7 grammi in un uomo di 70 chili di peso.

La maggior parte di essi ha una concentrazione totale inferiore a 10 mg., come il Manganese, il Selenio, il Cromo, il Litio, lo Iodio…

Più genericamente, l’oligoterapia utilizza anche elementi chimici (che non sono propriamente oligoelementi) che appartengono al gruppo degli elementi “plastici” (Zolfo, Fosforo) o degli elementi minerali (Magnesio, Potassio).

Che cos’è l’oligoterapia

L’oligoterapia, dal greco oligos che significa “piccolo, poco, scarso”, utilizza appunto “elementi traccia”, sostanze semplici in ridottissima quantità, indispensabili per le funzioni vitali degli organismi vegetali ed animali.

Si tratta di una pratica naturale, che va a trattare il terreno (la natura dell’individuo) in profondità, partendo dal presupposto che, così come è possibile rinforzare il sistema immunitario che protegge l’organismo dalle infezioni, è anche possibile rinforzare la resistenza nervosa dell’individuo per ripristinare l’equilibrio.

Gli effetti dell’oligoterapia si manifestano lentamente, con un’assunzione costante degli oligoelementi necessari sul lungo periodo, associata magari ad altre forme di trattamento come la gemmoterapia o l’agopuntura cinese.
Con quest’ultima, del resto, ha in comune quattro diatesi, ognuna delle quali associata a una categoria di individui, che sembrano ricalcare le quattro energie della medicina tradizionale cinese: cielo, terra, acqua e fuoco.

Per “diatesi”, si intende uno stato di squilibrio che riguarda sia la sfera psichica che fisica.

Gli inizi: Bertrand e Menétriér

“L’organismo appare come una sorta di oligarchia nella quale enormi masse di elementi passivi sono dominati da un piccolo numero di elementi catalizzatori.”
Gabriel Bertrand

Ancora all’inizio del secolo scorso, la presenza di elementi chimici in traccia veniva considerata come impurità.
In tema di oligoterapia, l’esperienze di Gabriel Bertrand mettono invece in evidenza il ruolo essenziale svolto da elementi traccia come biolocalizzatori ed è luiche introduce il termine di “oligoelementi” per definire quelle sostanze che, con la loro solo presenza o con una loro minima azione, riescono a facilitare, ad accelerare o addirittura a provocare una determinata reazione.

Gli oligoelementi vengono definiti “essenziali” quando una loro carenza comporta l’alterazione di una o più funzioni, la quale può essere corretta da un loro apporto adeguato.

Attualmente, sono considerati essenziali 4 metalloidi (Fluoro, Ionio, Selenio, Silicio) e 11 metalli di transizione (Cromo, Cobalto, Ferro, Litio, Manganese, Molibdeno, Nickel, Rame, Stagno, Vanadio, Zinco).

Ma sarà il parigino Jacques Menétriér che, con uno studio durato oltre vent’anni e producendo prove, osservazioni e sperimentazioni, negli anni trenta del secolo scorso ordina, cataloga e collega ogni oligoelemento a un determinato disturbo o patologia, ideando un sistema terapeutico che congiunge l’azione di ogni oligoelemento alla diatesi.

Il dottor Menétriér individuò così quattro tipi di diatesi, che si potrebbero chiamare anche terreni costituzionali del nostro organismo, ognuna con delle tendenze patologiche specifiche.

Oligoterpia catalitica

Come visto in precedenza, da un punto di vista storico, l’oligoterapia catalitica introdotta dal dottor Menétriér rappresenta la prima utilizzazione sistematica degli elementi minerali.

L’assunto è semplice:

  1. l’organismo è attraversato da un flusso continuo di materia e di energia;
  2. la regolazione delle operazioni chimiche cellulari che producono materia ed energia sono sotto il controllo esclusivo dei sistemi enzimatici;
  3. la chimica dei viventi si basa sull’attività ordinata di tali sistemi;
  4. ogni blocco o rallentamento a livello di catalisi enzimatica può essere causa di patologia;
  5. un iniziale blocco di una via metabolica enzimatica comporta rallentamento e blocchi a catena sua altre vie metaboliche che si manifestano ciclicamente con interazioni di tipo funzionale.

Il persistere di tali blocchi può comportare l’evoluzione verso lesioni organiche.

Secondo l’ipotesi di lavoro proposta da Jacques Menétriér, tali manifestazioni di tipo funzionale possono essere raggruppate ed inquadrate in 4 modelli reattivi o diatesi: l’attribuzione della sintomatologia di un individuo alla diatesi dominante, consente di determinare la scelta dell’oligoelemento.
Per ogni diatesi esiste, infatti, un oligoelemento regolatore di base ed oligoelementi complementari.

L’utilizzo dell’oligoterapia e la somministrazione di oligoelementi come biolocalizzatori permettono di rimuovere i blocchi metabolici e e di ripristinare l’equilibrio precedente.

Il base ai lavori iniziali di Menétriér, confermati dalle esperienze successive, si è stabilito che l’attività ottimale degli oligoelementi come biolocalizzatori, da un punto di vista quantitativo, è dell’ordine del milionesimo di grammo.

Oligoterapia nutrizionale

Storicamente, l’oligoterapia nutrizionale è la seconda forma di utilizzazione sistematica degli elementi minerali.

Fiorisce attorno agli anni cinquanta, grazie ai notevoli progressi della Scienza dell’Alimentazione che consente di determinare il ruolo fisiologico dei vari oligoelementi ed il loro fabbisogno.
In tal modo si scopre che, oltre alle vitamine, questo gruppo di micro-alimenti contribuisce in maniera rilevante al mantenimento della salute.

In generale, l’attività biologica ottimale di un oligoelemento essenziale è direttamente correlata con la sua concentrazione.

Quando l’apporto è insufficiente, si evidenzia una carenza marginale o manifesta, caratterizzata da turbe biochimiche e cliniche che, nei casi più gravi, può portare al decesso.

All’opposto, l’apporto eccessivo di un elemento induce un quadro tossicologico marginale o manifesto.

L’individuazione di una carenza in oligoelementi essenziali, eventualmente confermata dalla determinazione sierica, implica la correzione, attuata mediante opportuna integrazione.

Oligoterapia farmacologica

È la forma più recente di utilizzazione terapeutica di elementi minerali.

L’oligoterapia farmacologica si basa sull’impiego di concentrazioni nettamente più elevate di oligoelementi rispetto all’oligoterapia catalitica e nutrizionale, concentrazioni che vengono definite farmacologiche.

L’attività terapeutica risultante appare nettamente diversa da quella ottenuta con l’approccio nutrizionale.

Alcuni esempi di utilizzazione clinica dell’oligoterapia farmacologica sono quelli dell’impiego del Fluoro nel trattamento dell’osteoporosi, del solfato di Zinco nel trattamento dell’artrite psoriasi e del morbo di Wilson, oppure del Rame in associazione con novocaina e salicilato di sodio nel trattamento dell’artrite reumatoide.

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