Malinconia, ansia, depressione

Quando la malinconia è una patologia?

Oggi, fine ottobre 2022, ha ancora un senso rivolgersi ad uno psicologo (o psichiatra) per problemi di malinconia, ansia, depressione?

Certo, esistono casi di estremo disagio (depressione profonda) e di ansia (attacchi di panico) che hanno rilevanza medica ma, per la maggioranza dei “casi”, una riflessione si impone: siamo noi ad essere malati e a dover cambiare o è il mondo intorno a noi, che è malato e che dovrebbe cambiare?

Le soluzioni preconfezionate della psichiatria

La formazione, la funzione degli psichiatri e degli psicologi, è quella di aiutare il paziente  a cambiare la propria visione del mondo per sentirsi più appagato, in equilibrio, felice; che sia attraverso i farmaci, la psicoanalisi o le terapie cognitive e comportamentali.

Ma questa non sempre è una buona idea. Un esempio?
Una ragazza ha tentato il suicidio. Viene ricoverata nell’ospedale locale, dove gli psichiatri si occupano di lei per una settimana, vietando alla famiglia qualsiasi contatto. Hanno cercato di aiutarla a cambiare la sua visione della vita, ad avere una migliore percezione di sé e le hanno anche dato dei farmaci, per trattare l’ansia (ansiolitici).

Il problema però è che la ragazza voleva farla finita perché, da mesi, vittima di aggressioni e umiliazioni insopportabili nel suo liceo, dove la direzione non è mai intervenuta per proteggerla. I medici nulle potevano per cambiare la situazione, non avendo alcuna autorità sulla gestione del liceo e, così, nel perimetro della propria competenza, hanno deciso di darle dei farmaci e di prescriverle delle sedute di psicoanalisi, per poi rimandarla alla sua vita, incrociando le dita.
Rassicuratevi: la ragazza non è tornata dai suoi aguzzini. Ma il “meccanismo” (per quanto semplificato e banalizzato) pare chiaro.

Una società perduta

Nel suo libro “Psicanalisi della società contemporanea”1 lo psicoanalista Eric Fromm ha scritto:
« Eppure molti psichiatri e psicologi rifiutano l’idea che la società nel suo complesso possa essere malata. Essi sostengono che il problema della salute mentale nella società riguarda solo una minoranza di individui “disadattati”, non la cultura stessa, che dovrebbe essere adattata agli individui.»2

La nostra società è sana e coloro che faticano ad adattarsi ad essa sono persone malate che hanno bisogno di essere curate?
O è la nostra stessa società ad essere “rotta”?

Se così fosse, il fatto che molti dei nostri contemporanei abbiano difficoltà emotive ad affrontare le condizioni di vita avrebbe un senso, sempre secondo Fromm:
« Una società malata è una società che crea ostilità reciproca, sfiducia, e trasforma l’uomo in uno strumento sfruttato da altri, che lo priva della sensazione di avere valore, se non nella misura in cui si sottomette agli altri e diventa un automa »

Non vi pare che l’aggressività, l’indifferenza e la malafede siano diventate onnipresenti?

Nell’arco di 24 ore, quante volte capita di assistere (o di essere protagonisti) ad almeno una delle seguenti scene:

  • un automobilista che si ferma in mezzo alla strada e scende dall’auto per insultare e/o minacciare fisicamente il prossimo;
  • un vigile che multa un conducente mentre prende il biglietto dal parchimetro e si rifiuta di annullare il verbale;
  • un commesso/camerieri che esplode di rabbia verso un cliente o un cliente che agisce allo stesso modo;
  • un adulto che minaccia un bambino in lacrime;
  • … e la lista di azioni di questo tipo potrebbe essere lunghissima!

« Era meglio prima »?

Non abbiamo idea di che cosa servirebbe per cambiare tutto questo ma una cosa è certa: se oggi affermate in pubblico che ci sono cose che “una volta erano migliori”, qualcuno vi darà sempre dell’antiquato e del retrogrado.

Apriamo gli occhi.

Chi si trova ai vertici della gerarchia sociale ha difficoltà a riconoscere il grado di disagio, passività, noia, isolamento e disumanizzazione che prevale nel resto della società.

Inciviltà in aumento; scuole che offrono un unico “stampo” per tutti i bambini; il lavoro all’interno di enormi e imponenti burocrazie (pubbliche o private); amministrazioni che trattano i cittadini come numeri…

Tutto questo trasforma i normali rapporti tra le persone favorendo:

  • la paura piuttosto che la benevolenza;
  • la manipolazione piuttosto che il rispetto;
  • l’efficienza delle macchine piuttosto che i bisogni emotivi degli esseri umani;
  • la dipendenza piuttosto che la libertà.

Possiamo davvero considerare “malati” coloro che soffrono per un mondo in cui:

  • il sistema sanitario sfrutta la malattia invece di promuovere la salute;
  • la solitudine sta diventando un’epidemia (oggi una persona su quattro passati i 75 anni non ha contatti con nessuno, né con amici, né con la famiglia, né con i vicini, né con conoscenti di alcun tipo);
  • si assiste e si prevedono ovunque disastri ecologici sempre più gravi;
  • i leader politici stanno impiegando tutte le loro energie per mentire sulla situazione (“La crescita sta tornando!”, “La disoccupazione sta scendendo!”, “Andrà tutto bene!”);
  • i conflitti armati scoppiano in tutto il mondo…?

Forse no.

Quindi, sì alla psichiatria e ai farmaci per chi soffre davvero di problemi “psicologici”.
Ma per tutti gli altri?
Non chiediamo alla medicina di aiutarci a chiudere gli occhi e a tapparci le orecchie con le “pillole della felicità”!
Ci sono cose migliori da fare.

Sopravvivere – e raggiungere la felicità – in un ambiente ostile

Ecco qualche consiglio non solo per “sopravvivere”, ma addirittura per raggiungere una certa felicità, quando tutto intorno a noi sta andando oggettivamente male.

  • Limitare la lettura e l’ascolto delle “notizie”.
    Le “notizie” sono fatte per deprimerti o, almeno, per spaventarci.
    Perché la paura vende.
    I giornalisti sanno che quanto più una storia è incredibile, angosciante, sofferta, tanto maggiore sarà l’attenzione che riceverà – anche se non riguarda il lettore. Quindi, hanno una tendenza naturale a selezionare storie terribili e, leggendole, si finisce per avere l’impressione che tutto vada male intorno a noi.
    Inoltre, la maggior parte delle informazioni è di scarsa utilità pratica: si tratta di problemi che non si possono controllare e questo aumenta il senso di impotenza.
    Diversi studi hanno dimostrato che le persone che non seguono i telegiornali, ben lungi dall’avere una vita peggiore degli altri, sono più serene e più felici.4
  • Leggere libri: è importante e fa riflettere (più di un flusso costante di notizie).
  • Combattere lo stress cronico con alimenti e nutrienti antistress: una dieta ricca di magnesio, erbe come l’iperico e la rodiola, tisane calmanti (ce ne sono molte), cioccolato fondente (70% di cacao) ci aiuteranno a sentirci più rilassati e di buon umore.
  • Praticare regolarmente un’attività fisica, se possibile all’aria aperta: lo sport rilascia endorfine che danno una sensazione di benessere e migliorano l’umore a lungo termine.
  • Riscoprire il contatto con la Natura: la sensazione dell’aria fresca sul volto, dell’acqua fresca sul corpo, del verde dei boschi e dei prati, del cielo azzurro e del sole, dal potente effetto antidepressivo.
  • Meditazione, tecniche di rilassamento, yoga e massaggi rendono le persone più felici. Alcuni studi hanno anche dimostrato che le persone che pregano e hanno una vita religiosa hanno più fiducia nella vita e hanno meno probabilità di essere depresse.5
  • Se possibile, cambiare ambiente in meglio: cambiare casa, evitare le aziende “tossiche”, cambiare lavoro se l’attuale è troppo doloroso.
  • Combattere l’ansia prendendo delle precauzioni:
    • adottare uno stile di vita sano che riduca il rischio di malattie;
    • ridurre il proprio tenore di vita (se si teme che il conto in banca sia in rosso) e risparmiare;
    • curare le relazioni con chi ci circonda (famiglia, amici, vicini): sentirsi ben circondati socialmente dà più fiducia e forza di fronte alle difficoltà;
    • migliorare il sonno, che aiuta a sentirsi più sereni.

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Se queste misure non sono sufficienti, valutare una psicoterapia come la CBT (terapia cognitivo-comportamentale), particolarmente efficace nei casi di stress post-traumatico, cioè quando si prova ansia a causa di un evento disturbante (incidente, aggressione, lutto).

Importante da ricordare

Da ricordare

Un buon equilibrio interiore influisce sull’intera salute.
Sentirsi bene salva l’organismo dallo stress, permette di dormire meglio, di mangiare meglio e di assimilare meglio i nutrienti; mentre è stato dimostrato che quando ci si sente “male con se stessi”, il sistema immunitario viene distrutto.6
Reagisci, subito!

Referenze

  1. (E. Fromm,The sane society, New York, Rinehart, 1955) – E. Fromm, Psicoanalisi della società contemporanea, Edizioni di Comunità, Milano, 1964
  2. “Yet many psychiatrists and psychologists refuse to entertain the idea that society as a whole may be lacking in sanity. They hold that the problem of mental health in a society is only that of the number of ‘unadjusted’ individuals, and not of a possible unadjustment of the culture itself.”
  3. “An unhealthy society is one which creates mutual hostility [and] distrust, which transforms man into an instrument of use and exploitation for others, which deprives him of a sense of self, except inasmuch as he submits to others or becomes an automaton.”
  4. News is bad for you – and giving up reading it will make you happier
  5. Religiosity associated with less depression in elderly: study
  6. Psychological Stress and the Human Immune System: A Meta-Analytic Study of 30 Years of Inquiry

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