Emozioni pericolose

Durante il giorno, intratteniamo una conversazione interiore con noi stessi che, talvolta, prosegue anche durante la notte…

Spesso questa conversazione riguarda la valutazione delle nostre azioni, come un commentatore sportivo che descrive in diretta le prestazioni e gli errori dei giocatori durante una partita di calcio.

Ma, a differenza degli atleti – che non possono sentire i commenti mentre giocano, noi “sentiamo” le nostre parole: e quando sono positive, « Si, sono troppo forte! », questi commenti possono incoraggiarci e aiutarci a migliorare noi stessi.

Ma quando questa voce interiore è critica, può essere emotivamente distruttiva.

Emozioni… « Ma quanto sono idiota! »

Quando compi un’azione di cui non vai fiero, è normale che la tua voce interiore sbotti con un « Ma quanto sei stupido! » se non peggio.

Però può accadere che, senza aver fatto niente di particolare, tu venga costantemente mentalmente molestato  da te stesso.
« Sei grassa e brutta, normale che nessuno ti si fili… »; « Sei uno zero, un vero disastro »; « Come al solito, capitano tutte a me! »; « Non ce la farai mai, mai! »; « Ma quanto sembro stupido! »; « Che penseranno di me?!? »

Ti rimetti costantemente in questione, dubiti di te stesso e, così, ti paralizzi: e non osi più agire.

Immagina il seguente scenario, che illustra con un esempio banale come questo monologo interiore possa essere distruttivo.

Sei a una riunione di famiglia, e la conversazione si sposta sull’ultimo episodio di una serie televisiva che conosci molto bene.

Esprimi il tuo parere, che però viene contestato da tutti i presenti e, anche se non hai detto niente scandaloso, ti sembra di aver fatto un errore enorme!. Perché a te quell’episodio non è proprio piaciuto, mentre agli altri sì.

Ed ecco che la tua voce interiore inizia a farti la predica: « Hai ancora perso un’occasione per stare zitto! »; « Perché non puoi impedirti di parlare quando nessuno è d’accordo con te?»; « Hai visto come ti guardavano? Come un vero imbecille.. » etc etc…

E più ascolti le critiche che rivolgi a te stesso, più ti isoli dalla conversazione intorno a te.

Nel giro di pochi minuti, ti senti così a disagio che saluti e te ne vai.

Nei giorni seguenti poi, rivivi l’episodio così tante volte nella tua testa che finisci per rimpiangere profondamente di aver accettato quell’invito.

Trasforma le tue emozioni a tuo favore

Adesso, un’altra prospettiva: immagina la stessa scena ma, questa volta, con un dialogo interno costruttivo.

Nulla è cambiato – hai espresso un parere contrario a quello di tutti gli altri. Il tuo dialogo interiore però sarà questo: « Sono ben contento di aver difeso il mio punto di vista »; « Penso di essermi espresso in modo chiaro e con cognizione di causa: conosco molto bene la trama »; « Sono stato coraggioso a schierarmi contro tutti »; « È solo l’ episodio di una serie TV. Ho il diritto di avere un mio pensiero e una mia opinione. »

Questa volta ti confronti con te stesso, ti concentri sugli aspetti positivi e ti autorizzi ad essere fiero per ciò che hai fatto.

Mettiti nei panni degli altri

Se hai difficoltà a convincerti a tenere un discorso così positivo con te stesso, prendi in considerazione quanto segue.

Immagina che un’altra delle persone presenti si sia trovata al tuo posto.
Ti saresti arrabbiato? Offeso? Avresti continuato a rimuginarci sopra (per giorni) ripetendoti « Ma quanto è stupido questo! » ? Ce l’avresti avuta personalmente con lui?

Molto probabilmente no.

Saresti stato indulgente, saresti passato ad altro e, forse, ti saresti sentito in colpa per avergli dato contro con tutti gli altri.

Ed è molto probabile che anche gli altri ospiti abbiano reagito così.

Ognuno di noi è molto concentrato su se stesso e su ciò che crede che gli altri pensino di lui ma, in realtà, per la maggior parte del tempo gli altri non pensano nulla di noi (o molto poco).

Gli altri hanno problemi e preoccupazioni molto più importanti da gestire che analizzare ogni tua parola o riflettere su ogni tuo gesto o azione!

Se, quando rivedi i parenti, ricordi loro quel “terribile passo falso” che sei convinto di aver commesso in loro presenza e che ti fa sentire così colmo di rimorso, la probabilità che non lo ricordino nemmeno è molto alta.

E saranno davvero stupiti che tu ne faccia un tal polverone.

[bctt tweet=”Quanto è critica la tua voce interiore? Quanto può essere distruttiva a livello emotivo? ” username=”NatureLab_”]

Diffida delle pubbliche umiliazioni

Ora, accade regolarmente che qualcuno ci faccia delle vere critiche.

La critica è una comune forma di comunicazione sociale.

Che sia la tua migliore amica che ti dice che quel taglio di capelli ti sta malissimo o il tuo capo che ti sottolinea che devi migliorare nel tuo lavoro, per forza di cose spesso ti trovi a confrontarti con le critiche.

Naturalmente le critiche sono sempre dolorose, e possono anche essere umilianti se fatte davanti a testimoni.
Eppure dobbiamo renderci conto che la maggior parte delle volte, la persona che muove la critica ha l’impressione di fare un favore, di dire qualcosa di necessario per aiutare la vittima a migliorare la propria vita.

Spesso anche tu segnali agli altri i loro difetti perché credi di aiutarli, facendogli aprire gli occhi su qualcosa che non avevano notato.
E speri che cambieranno il loro comportamento a riguardo, per meglio corrispondere alle tue aspettative.

Ma attenzione: a volte tutto ciò che riusciamo a provocare nel “criticato” sono solo rabbia e umiliazione. E l’umiliazione è uno dei sentimenti più violenti che si possa sperimentare.

Gli psicologi Marte e Kai Otten Jonas dell’Università di Amsterdam hanno realizzato elettroencefalogrammi dove dimostrano che il sentimento di umiliazione è più negativo della rabbia e più intenso del piacere.

Una persona umiliata non esiterà a dichiarare che avrebbe voluto « seppellirsi », « sprofondare sotto terra », o che avrebbe voluto « sparire », o anche « preferito morire ».

Poniti sempre la domanda se stai davvero cercando di “aiutare” la persona a cui infliggi un’umiliazione criticandola in pubblico.

E ricorda che ciò che per te è un semplice “appunto amichevole”, può fare da eco a un profondo sentimento interiore della persona, ed innescare una reazione in lei che a te sembrerà del tutto sproporzionata e fuori luogo.

Questo del resto è uno dei motivi per cui la vita professionale è così difficile.

Da parte di un leader la più grande delicatezza è indispensabile ma, purtroppo, raramente possibile.

Esempio.

Preoccupato per un grave problema che minaccia il futuro della sua squadra, ecco che dimentica di salutare uno dei suoi dipendenti, o magari lo saluta pensando ad altro e assumendo involontariamente un’aria distante.

Il dipendente “sensibile” immagina che il capo ce l’abbia personalmente con lui, che sia insoddisfatto, che non si fidi più, e che quindi non ci sia più un futuro per lui nell’azienda. E, in effetti… ne ha viste le avvisaglie da diversi mesi (dialogo interiore).

Così, invece di fare tranquillamente il suo lavoro e contribuire a risolvere rapidamente la situazione di crisi, si monta la testa, decide di dimettersi, magari addirittura di vendicarsi.

Se poi il capo facesse un’osservazione, pubblicamente, a questo tipo di dipendente, seppur con il solo scopo di trasmettere un messaggio a tutta la squadra, senza nessuna cattiva intenzione diretta contro di lui, potrebbe generare il caos, e danni considerevoli.

Quindi, attenzione a non essere vittima di te stesso.

Tra i rimedi naturali, ricorda che la floriterapia può aiutarti a gestire e tenere sotto controllo il tuo… aguzzino interiore.

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