Cardo mariano: salute del fegato e della cistifellea

Certe piante hanno infinite proprietà, altre fanno una sola cosa ma bene, come Cardo mariano: grande protettore e rigeneratore del fegato.

Cardo mariano è una pianta erbacea biennale presente nel bacino del Mediterraneo, cresce nei terreni incolti, rocciosi, aridi; alta da 50 a 150 cm, con foglie verdi, lucide, carnose, macchiate di bianco.
I fiori, posti sulla sommità dei rami, sono di color porpora, circondati da squame spinose.
I frutti, detti volgarmente semi, sono di colore scuro e allungati.

Silybum marianum (L.) Gaertn., 1791
Famiglia delle Compositae
Parti utilizzate: Frutti – Foglie.
Tempo balsamico: frutti luglio-agosto (dopo la fioritura); foglie giugno-luglio (prima della piena fioritura).

Cardo mariano: tradizione e storia

Cardo mariano, Silybum marianum, ha origine dal greco silybon “cardo latteo”, e da marianum, riferito a Maria.
Nella medicina tradizionale le piante rimandano spesso simbolicamente alla tradizione sacra. Così, nella credenza cristiana, le macchie bianche sulle foglie sarebbero testimonianza delle gocce del latte di Maria, che si rifugia sotto la pianta di Cardo durante la fuga in Egitto con Gesù (ecco perché il nome “mariano”).

Sacra a Thor nella tradizione ariana, questa pianta è sempre stata usata per curare « sangue e fegato ».
Segnalata da Teofrasto nel IV secolo a.C., da Plinio, da Discoride e indicata da Ildegarda di Bingen “nelle fitte pungenti al fegato e al cuore”, Cardo mariano viene ripresa da Mattioli, che nel Cinquecento le attribuisce proprietà nel curare le nevralgie e il mal di denti.

Nel 1680 Culpeper ritiene Cardo mariano utile per “rimuovere le ostruzioni del fegato e della milza”. Dimenticata per molti secoli, gli studi riprendono nel 1850 circa da parte degli eclettici, che le attribuiscono proprietà per i disordini del fegato, della circolazione e della melanconia.

Leclerc ne conferma l’uso per l’apparato circolatorio e per riequilibrare il sistema neurovegetativo. Nel 1920 gli studi ne confermano le proprietà tonico venoso e ipertensivante.
Dal 1970 cominciano gli studi delle proprietà dell’estratto fluido con azione rigenerante sulle cellule epatiche, dopo aver individuato il principio attivo principe di Cardo mariano nella silimarina.

Principi attivi e meccanismo d’azione

Cardo mariano contiene Flavonolignani, derivati dai flavonoidi, tra cui la silimarina, a sua volta costituita da quattro isomeri (silibilina per il 70%, isosibilina, silicristina e silidianina) e taxifolina.

È composto anche da un olio fisso (dal 15% al 30%) contenente acidi grassi polinsaturi, come acido linoleico, oleico e palmitico.

Infine, altri costituenti sono Tiramina; Istamina; Vitamine C, E, K; Steroli (colesterolo, campesterolo, stigmasterolo e sitosterolo) e diverse Mucillagini.

Cardo mariano e ricerca farmacologica di base

Azione antiossidante
La silibina e altre sostanze riducono la perossidazione lipidica e presentano un effetto scavenger sui radicali liberi nei confronti delle piastrine, dei globuli bianchi e delle cellule endoteliali.
Questa azione antiossidante limita il consumo di importanti antiossidanti endogeni come il glutatione e la SOD, sia in vitro che in vivo.

Azione epatoprotettiva di Cardo mariano
Cardo mariano riduce il danno ossidativo della cellule epatiche da parte di diverse epatotossine (tetracloruro di Carbonio, galattosamine, tioacetamide, virus epatotossico della rana, alcol, acetoaminofenone, lantanidi e tossine di Amanita phalloides).
Cardo mariano aumenta la trascrizione ribosamiale in vitro, stimolando una polimerasi-1 DNA-dipendente. Quest’azione può contribuire alla rigenerazione cellulare del fegato. Infine, la silimarina rallenta l’accumulo di collagene in modelli sperimentali di fibrosi biliare e, grazie a ciò, può avere un effetto positivo in molte malattie croniche del fegato ad andamento sclerosante.

Azione antinfiammatoria
Attraverso l’inibizione della cAMP-fosfodiestertasi aumenta il cAMP e, questo, determina la stabilizzazione delle membrane lisosomiali. Tale azione può giustificare un effetto antinfiammatorio della silimarina.
Inoltre la silibinasi è dimostrata in grado di inibire la sintesi del leucotriene B in cellule di Kupffer di topo isolate, così come la silimarina ha inibito l’attività della 5-lipossigenasi e la sintesi di prostaglandine in vitro.
Nei ratti, la silimarina ha ridotto l’infiammazione dell’orecchio indotta da xilene in maniera simile all’indometacina, e l’accumulo di essudato infiammatorio intraperitoneale nei topi, dopo somministrazione di carragenina.

Ricerca clinica su Cardo mariano

Epatite alcolica
Gli effetti di estratti standardizzati di silimarina per il trattamento di cirrosi ed epatite cronica indotte da alcool sono stati valutati attraverso numerosi studi clinici controllati, che hanno dimostrato l’efficacia di Cardo mariano nella riduzione di vari marcatori espressivi della malattia. Inoltre, si è potuto determinare anche un miglioramento del quadro clinico generale.
In uno studio si è riusciti a riscontrare anche una riduzione di prodotti di derivazione del collagene. Infine, esiste almeno uno studio in cui si è potuta dimostrare una riduzione della mortalità di epatopazienti trattati in confronto a placebo.

Epatite virale acuta e cronica
Sono stati fatti numerosi studi per valutare l’efficacia della silimarina nei confronti dei diversi tipi di epatite. Dai risultati ottenuti si può concludere che l’azione di Cardo mariano nel ridurre alcuni marcatori di sofferenza epatica (bilirubina, ALT, AST) non corrisponde a una tendenza del miglioramento del quadro istologico.

Epatite indotta da composti organici
In alcuni studi la silimarina si è dimostrata in grado di ridurre la sofferenza epatica in pazienti esposti per problemi professionali a vapori di toluene / xilene.

Epatite indotta da farmaci
La silimarina di Cardo mariano si è rivelata efficace nella prevenzione del danno epatico da alcuni farmaci: antitubercolari e psicofarmaci.

Epatite indotta da tossine
Vi sono numerose segnalazioni secondo cui la silimarina e la silibina possono essere efficaci nel ridurre gli effetti tossici, soprattutto nelle fasi iniziali, da inspirazione da Amanita phalloides.

Indicazioni per Cardo mariano

Secondo l’uso tradizionale del Cardo mariano

  • Intossicazione epatica
  • Malattia epatica alcolica
  • Steatosi
  • Cirrosi
  • Dispepsia
  • Epatite virale
  • Ipotensione
  • Emorragie
  • Emorroidi
  • Litiasi biliare
  • Varici

Secondo la EBM (medicina basata su prove di efficacia, Evidence-based medicine)

  • Terapia di supporto di epatite acuta o cronica, di cirrosi e di epatite indotta da alcol, farmaci o tossine.

Tossicità
Non ci sono dati disponibili.

Controindicazioni
Cardo mariano è controindicato in caso di gravi ostruzioni delle vie biliari.

Precauzioni d’uso
Da usare con precauzione nell’ipertensione.
Non esistono dati disponibili per un suo utilizzo sicuro in gravidanza e allattamento.

Effetti collaterali
Generalmente ben tollerata, Cardo mariano può presentare occasionalmente effetti lassativi e, raramente, nausea, diarrea, dispepsia, flatulenza e inappetenza. Può altresì determinare, anche se molto raramente, reazioni allergiche, dall’orticaria all’anafilassi, in persone sensibili alle Asteraceae.

Caratteristiche energetiche

Signatura: le foglie ampie, spinose e con macchie bianco latte (secondo la tradizione appartenenti al seno di Maria in fuga dall’Egitto) indicano una doppia signatura, come pianta di protezione e pianta galattogena.

Natura: Calda (sia i frutti che le foglie). La natura calda e secca che Galeno attribuisce alla radice di Cardo mariano è oggi riconosciuta a tutta la pianta in virtù della sua capacità di tonificare il fegato, riattivandone la microcircolazione con apporto di ossigeno e di nutrimento e favorendone il deflusso di tossine.

Sapore: Piccante – Amaro

Loggia energetica: Legno – Fuoco

Azione energetica del Cardo mariano

  • Tonifica il qi di Fegato e Vescica Biliare e favorisce il flusso biliare: insufficienza e degenerazione epatiche, cirrosi, splenomegalia, steatosi epatica.
  • Tratta la stagnazione da freddo e da vuoto di yang: nausea, cefalea, costipazione.
  • Muove il sangue e tratta la congestione di sangue e di Fegato: pallore, vertigini, unghie fragili, ipomenorrea, sonno disturbato.
  • Stimola il Cuore e la circolazione: ipotensione, varici, emorroidi.
  • Espelle il flegma e favorisce le mestruazioni.

Meridiani: Fegato – Cuore.

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Il Cardo mariano libera da scorie e tossine.
Favorisce le funzioni depurative, la funzione digestiva, la funzione epatica ed il metabolismo dei carboidrati. Antiossidante.
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Conclusioni

Tropismo:

  • Apparato epatobiliare.

Indicato in caso di statosi, epatopatie alcoliche o tossiche, epatiti croniche, dispepsie e come coadiuvante nelle cirrosi.

Nell’uso tradizionale di Cardo mariano troviamo altre interessanti indicazioni per i frutti: ipotensione arteriosa, astenia, emorroidi.

Energeticamente è una pianta di natura calda, quindi utile nelle situazioni di statosi o di epatopatie croniche, dove è necessario “portare calore”, riattivando il microcircolo, le funzioni di nutrimento e depurative dell’epatocita e della matrice extracellulare.

Cardo mariano può essere utilizzata, a piccole dosi, anche nelle epatopatie in fase acuta, con pieno di calore, anche se in questi casi è auspicabile l’uso predominante di piante con tropismo epatico ma di natura raffreddante.

Cardo mariano, secondo i principi della medicina tradizionale cinese, tonificando il Fegato, tonifica anche la circolazione e i muscoli.
In caso di emorroidi associate a un vuoti di qi di Fegato, è utile associare a piante venotrope – Ippocastano, Amamelis, Ruscus – anche estratti di Cardo Mariano.

Sempre secondo i principi dell’energetica cinese, il frutto di Cardo mariano
interviene direttamente sulla loggia del Legno, tonificandola, mentre le foglie agiscono direttamente sulla loggia del Fuoco, con conseguente azione lievemente ipertensivante.


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