I trattamenti naturali incontrano sempre più il favore dei pazienti: il problema è che quanto si legge sulle confezioni non è sempre proprio… “esatto”, come dimostra l’analisi di una dozzina di prodotti ipocolesterolemizzanti contenenti lievito di riso rosso.
Si chiama Chu Hong o Hong Qu o Honqu, per i botanici Monascus purpureus: è un lievito che cresce sul riso rosso, le cui proprietà medicinali sono note da molti lune in oriente. Questo lievito contiene monacoline, quattordici per la precisione: strutture chimiche della famiglia dei polichetidi.
Una di queste monacoline, la monacolina K, è conosciuta come lovastatina ed è stata commercializzata come farmaco ipolipemizzante, atto cioè a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Agisce in effetti su un enzima presente nel fegato, l’hmg-coa reduttasi, limitando così la sintesi del colesterolo del fegato. Anche le altre monacoline probabilmente hanno effetti ipolipemizzanti.
Queste virtù, e la presenza “naturale” di lovastatina, hanno reso molto popolare il lievito di riso rosso, prima negli Stati Uniti, poi in molti altri paesi.
Ma il problema degli integratori alimentari è che non sono farmaci: non sono sottoposti alle stesse regole in termini di buone prassi di fabbricazione, e i controlli sono più limitati.
E uno studio pubblicato su ‘Archives of Internal Medicine’ da cardiologi dell’Università della Pennsylvania a Philadelphia (che potete trovare qui) lo dimostra.
Per due anni hanno acquistato dodici diverse marche di integratori alimentari contenenti lievito di riso rosso: tutte le confezioni menzionano “600 mg di principio attivo per capsula”, capsule che sono state analizzate con un metodo sofisticato (tipo CSI…) e il riscontro è stato come minimo sorprendente, alla peggio preoccupante. Gli autori hanno infatti trovato variazioni enormi nei contenuti del principio attivo delle varie preparazioni: la composizione in monacolina totale andava da 0,31 a 11,15 mg per capsula a seconda della marca. Per quanto riguarda poi la monacolina K, la famosa lovastatina, le dosi andavano da 0,10 a 10,09 mg, e per la monacolina KA da 0,00 a 2,30 mg per capsula. Ma la cosa più… “fastidiosa”, è che in 4 dei 12 campioni è stata trovata anche citrinina, una tossina prodotta dalle muffe, una micotossina insomma, che negli animali ha effetti tossici sui reni: da 14,3 a 114.2 μg per capsula. Qui i tenori massimi consentiti dall’Unione Europea (regolamento 212/2014).
La presenza di questa tossina nefrotossica ha causando gravi incidenti in passato, in particolare sono noti casi di donne che hanno consumato preparazioni a base di erbe cinesi per dimagrire: vi ricordate?
Il “naturale” non rima quindi sempre con “efficace” o “sicuro” quando si prende atto di tali approssimazioni, e le composizioni possono talvolta essere quantomeno “originali”.
Les paramètres recherchés et non détectés (inférieurs à la limite de quantification) sont les suivants: Citrinine < 1 μg/kg, M.I. LC/MS/MS
Questi i risultati sul nostro Kotor KR2 forniti da tre laboratori indipendenti sull’ultimo lotto di lievito di riso rosso utilizzato: possiamo fornire su richiesta i documenti originali che lo comprovano.
(Questo post è stato in parte tradotto da un articolo del Dottor Jean-Daniel Flaysakier, medico di formazione e giornalista di professione.)