Maitake BIO

Maitake BIO immunomodulazione NAFLD e diabete

Antitumorale, antivirale, antidiabetico e antinfiammatorio

15 ampolle da 15 ml

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    Acqua – Succo concentrato di Arancia – Succo concentrato di Limone - Estratto secco 10/1 di corpo fruttifero fungino di Maitake* (Grifola frondosa (Dick.) Gray)
    *Ingrediente proveniente da Agricoltura Biologica.

    certificato agricoltura biologica

    SOSTANZE AD EFFETTO NUTRITIVO O FISIOLOGICO

    Per 15 ml mg
    Estratto secco 10:1 di corpo fruttifero fungino di Maitake 250

Il Maitake (Grifola frondosa) è un fungo commestibile ed è considerato un alimento salutare in quanto fornisce un ottimo apporto di proteine, carboidrati e fibre alimentari, vitamina D2 (ergocalciferolo) e minerali (K, P, Na, Ca, Mg).1

A parte il suo alto valore nutraceutico, possiede un'ampia gamma di effetti farmacologici, uno dei primi ricercatori che ha analizzato il maitake, fù il dott. Nanba, il quale nel 1988, isolando il Fattore D, ossia un complesso di beta-glucani e proteine, ha dimostrato le sue proprietà antitumorali. Da allora è stata ampiamente studiata e gradualmente sviluppata in medicinali complementari e prodotti sanitari.2-31

Oltre alla frazione D, ci sono molte altre frazioni polisaccaridiche bioattive che possiedono effetti benefici per l’organismo come: immuno-modulazione, antitumorale, antivirale, antidiabetico e antinfiammatorio.4-5-6

Negli ultimi anni, un numero crescente di studi ha attribuito gli effetti terapeutici dei polisaccaridi alla loro capacità di modificare il microbiota intestinale, un'insieme di microrganismi che svolgono un ruolo importante nella salute umana e nelle malattie grazie al mantenimento dell’omeostasi immunitaria.7

La regolazione della composizione del microbiota intestinale da parte dei polisaccaridi di Maitake contribuisce al trattamento di disturbi metabolici come la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) e il diabete, indicando il loro potenziale per prevenire o curare iperglicemia e iperlipidemia.8-9

Oltre ai polisaccaridi, anche altre frazioni molecolari come ad esempio, i componenti proteici, inclusa la glicoproteina, hanno mostrato effetti antitumorali, immuno-potenzianti, anti-diabetici, anti-ipertensivi, anti-iperlipidemici e antivirali.10-11

L'immunomodulazione è l'effetto più noto ed è stato confermato da molti studi che dimostrano la capacità dei polisaccaridi di potenziare le azioni dei macrofagi e di molte altre cellule immuno-correlate, come le cellule T citotossiche e le cellule natural killer (NK.12. Inoltre, aumentano la secrezione di citochine, inclusi interferoni (IFN), interleuchine (IL), fattori di necrosi tumorale (TNF) e linfochine con attività antiproliferativa, causando apoptosi e differenziazione nelle cellule tumorali.
La frazione D, oltre al suo effetto antitumorale diretto come accennato in precedenza, è anche una frazione polisaccaridica importante con attività immunomodulante. Kodama e colleghi hanno suggerito che la frazione D potrebbe attivare le cellule NK sovraregolando l’espressione di proteine ​​TNF-alfa e interferone-gamma. Nel frattempo, la frazione D è stata anche in grado di aumentare l'IL-12 derivata dai macrofagi, che ha ulteriormente attivato le cellule NK, il che implica che la frazione D potrebbe fornire, a lungo termine, effetti soppressivi del tumore.13-14
Ulteriori indagini condotte dal gruppo guidato da Dott. Kodama hanno evidenziato che l'applicazione della frazione D riduce il dosaggio efficace dell'agente chemioterapico, la mitomicina-C (MMC), aumentando la proliferazione, la differenziazione e l'attivazione delle cellule immunocompetenti. Potrebbe anche ridurre l'attività immunosoppressiva causata da MMC.15
Oltre alla frazione D, sono state isolate anche altre frazioni polisaccaridiche con attività immunomodulante. La frazione GFP isolata da Meng ha promosso la produzione di citochine e chemochine come IL-6, IFN-gamma e TNF-alfa, e ha anche potenziato l'attività proliferativa dei fibroblasti, contribuendo a una forte attività immunostimolante.16

Sono stati condotti numerosi studi che riportano gli effetti benefici di Maitake anche nel trattamento delle infezioni virali, comprese quelle causate dal virus dell'epatite B (HBV), dall'enterovirus 71 (EV71), dal virus dell'herpes simplex di tipo 1 (HSV-1) e virus dell'immunodeficienza umana (HIV).
Mayell e colleghi hanno riportato uno studio su pazienti con epatite cronica B. I risultati hanno mostrato che i pazienti che hanno assunto polisaccaridi di Maitake hanno avuto un tasso di guarigione superiore al gruppo di controllo tratto con placebo.17
Nanba et al. hanno riferito che la frazione MD è un valido aiuto nella lotta per combattere l'HIV attraverso diversi percorsi, tra cui l'inibizione diretta dell'HIV, la stimolazione del sistema di difesa naturale contro di esso e una riduzione della vulnerabilità alle infezioni opportunistiche.18
Inoltre è stato scoperto che la frazione GFP1 estratta da Zhao è efficace nel contrastare l’enterovirus EV71, l'agente patogeno eziologico dell'afta epizootica. I ricercatori hanno scoperto che i principi attivi del Maitake potrebbe ostacolare la replicazione virale, sopprimendo la sintesi dell'RNA genomico e l'espressione proteica. Oltre alle frazioni polisaccaridiche, anche la frazione proteica GFAHP ha mostrato effetti antivirali in quanto ha inibito significativamente la replicazione dell'HSV-1 in vitro e ridotto i sintomi indotti dall'HSV-1 come la blefarite in un modello murino.19-20
Oltre all'effetto antivirale, la frazione D ha mostrato anche effetti antibatterici. Kodama e colleghi hanno scoperto che il meccanismo dell'azione antibatterica era correlato all'attività immunostimolante. La frazione D potrebbe attivare cellule immunocompetenti e indurre la produzione di citochine, che portano al potenziamento dell'attività delle cellule T spleniche per uccidere, per esempio, la Listeria monocytogenes. A differenza del meccanismo antibatterico, l'azione antivirale della frazione D non è direttamente correlata al sistema immunitario. Secondo Gu et al., la frazione D ha interferito con la replicazione dell'HBV attraverso l'inibizione della sua polimerasi.21-22

I meccanismi ipoglicemizzanti delle frazioni polisaccaridiche di Maitake sono legati all'attività dell'insulina. Ad esempio, è stato suggerito che i polisaccaridi F2 e F3 e le frazioni di glicoproteina SX esercitino un effetto ipoglicemizzante attraverso la via del segnale dell'insulina. Il dott. Konno ha riferito che la frazione SX facilita l'assorbimento del glucosio, portando all'attivazione del recettore dell'insulina (IR) e del substrato del recettore della stessa (IRS-1) con conseguente aumento della secrezione di insulina.
Oltre a questo, gli effetti ipoglicemizzanti di Maitake possono essere indotti attraverso l'inibizione dell'attività dell'alfa-glucosidasi, poiché inibendo questo fattore si previene l'idrolisi dell'amido in disaccaridi con conseguente diminuzione del livello di glucosio nel sangue.23-24

Il Maitake ha ottimi effetti anche sul metabolismo lipidico e sulla conseguente regolazione pressoria.
In uno studio condotto dai ricercaori Kubo e Nanba è stato evidenziato che con il trattamento di Maitake, in soggetti sottoposti ad alimentazione squilibrata, i livelli di trigliceridi, colesterolo e fosfolipidi nel siero erano soppressi del 30-80% rispetto a quelli del gruppo di controllo. Inoltre il corrispondente rapporto di escrezione del colesterolo nelle feci è aumentato di 1,8 volte nel gruppo trattato con Maitake, dimostrando ulteriormente che il trattamento ha contribuito a migliorare il metabolismo lipidico inibendo l'aumento dei lipidi a livello epatico e sierico dopo l'ingestione di alimenti ad alto contenuto di grassi.25

Bibliografia

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