Detox: agisci in profondità per il tuo benessere (non per la tua “linea”)

Una “cura Detox”? Per che cosa?

Inizia la bella stagione e le cure detox tornano inevitabilmente alla ribalta. Perché?
Perché sono associate, nell’immaginario collettivo, alla perdita di peso!

Certo, è un dato di fatto: ogni giorno, il nostro corpo assorbe inevitabilmente varie sostanze estranee, non necessariamente a lui benefiche: pesticidi, inquinanti, tabacco, alcol, agenti alimentari…1
Questi “intrusi” sono chiamati xenobiotici.2.

Una volta nel nostro organismo, sono immagazzinati nel tessuto adiposo 3 e generano radicali liberi che possono danneggiare le nostre cellule ma, poiché la natura è piuttosto ben organizzata, il nostro corpo ha un intero arsenale di strumenti in grado di eliminare queste sostanze nocive.

Gli organi di eliminazione (noti anche come emuntori) comprendono il fegato, l’intestino, la pelle, i polmoni e i reni.
Ma è nel fegato che si fa il lavoro più importante: questo organo centrale trasforma e prepara l’eliminazione degli xenobiotici.

A proposito, questa è la vera definizione di detox: il meccanismo di filtrazione e drenaggio degli “intrusi” operato dal fegato. In breve, la disintossicazione è una funzione essenziale svolta naturalmente dal fegato, che permette al nostro organismo di liberarsi degli xenobiotici (e non dell’eccesso di calorie assorbite).

Avrai capito che la disintossicazione non ha niente a che vedere con il dimagrimento o con la prova costume.

La cura detox per dimagrire, mito o realtà?

Premessa: non sosterremo teorie che richiedono di mangiare un pompelmo a stomaco vuoto prima dell’alba né quelle che lodano il succo di spinaci-carote-cavolo a colazione pranzo e cena.
Ma queste diete restrittive, cosiddette “detox”, sono ovunque.
Si dice che aiutino ad eliminare gli eccessi e soprattutto a perdere peso: il Graal assoluto.

Ma di che cosa stiamo parlando esattamente?
Disintossicazione o perdita di peso?
Per eliminare che cosa?
E, soprattutto: perché associamo sempre il detox alla perdita di peso? Mettiamo le cose in chiaro e cerchiamo di capire.

Contro le tossine, il sangue non è solo

Le “soluzioni” detox per drenare il fegato, il sangue o l’intestino declinate nelle varie diete possono essere iniziative efficaci per ravvivare la pelle o ritrovare un po’ di energia, ma non bastano.
Ricordiamo infatti che la linfa (più del sangue) si occupa dell’eliminazione di molte tossine tra cui i pesticidi, i metalli pesanti e tutte le molecole chimiche che arrivano nel nostro corpo dall’atmosfera, dall’acqua che beviamo, dagli alimenti, dai medicinali e anche dalla nostra bocca via amalgami dentali.

Tutte queste sostanze tossiche sono per la maggior parte recuperate dalla vie linfatiche, e non sanguigne.

Se le tossine non trovano rapidamente una via d’uscita (la pelle, la circolazione sanguigna o l’intestino), si infiltrano nel profondo dei nostri tessuti, finiscono per arrivare alle nostre cellule e influenzano il nostro DNA.

Prevenire… e perché non guarire?

Sappiamo che l’intossicazione crea une terreno ideale per le malattie dette “emergenti”: Alzheimer, Parkinson, malattie autoimmuni, cancro e molte altre. Diventa quindi indispensabile drenare in profondità per prevenire o, se un problema è già manifesto, apportare delle vere soluzioni. Anche altre tossine infatti sono veicolate dalla linfa: quelle generate dal nostro metabolismo o dal nostro sistema immunitario, che si sbarazza dei batteri.

Molte patologie possono essere legate a questi sovraccarichi: l’acne ribelle, i lipomi (tumori benigni formati da grassi), l’eczema, la cellulite, alcune neuropatie (disturbi che affliggono i nervi periferici), la stanchezza cronica o le allergie.

Ma, prima di lanciarci in un drenaggio profondo, immergiamoci nei nostri abissi interni.

La linfa, il nostro “mare” interno

Il sangue è il “fiume” che nel nostro corpo trasporta i rifiuti; mentre la linfa, che è il nostro “mare interno”, accompagna le sostanze tossiche verso l’esterno.

In fisiologia la linfa viene associata al circuito linfatico e alla sua funziona immunitaria. Questo circuito contiene tra uno e due litri di linfa e ospita in effetti migliaia di globuli bianchi che neutralizzano i batteri.

Ma la linfa circola ben oltre questo circuito canalizzato.

Attraverso membrane, canali, lungo le “fasce” (le membrane che circondano i nostri organi), la linfa si infiltra fino alle nostre cellule: scambia nutrimenti e rifiuti con il liquido intracellulare. In termini di volume la linfa, canalizzata e interstiziale, rappresenta circa il 20% del nostro volume corporeo. È quindi più abbondante del nostro sangue, che ne rappresenta solamente il 5%.

Riassumendo, la linfa è come un mare interno al nostro corpo dove sono immersi i nostri tessuti e le nostre cellule.

Rallentano la circolazione linfatica:

  • la sedentariertà;
  • il freddo;
  • la fatica;
  • gli abiti troppo attillati;
  • alcuni alimenti come i latticini, i cereali (soprattutto raffinati) e i farinacei (come le patate).

Accellerano la circolazione linfatica:

  • la contrazione muscolare;
  • il movimento in generale: camminare, nuotare o qualsiasi attività fisica non stressante;
  • la respirazione addominale;
  • i massaggi, di qualsiasi tipo ma in modo particolare il massaggio linfodrenante con tecnica Vodder.

Quando è fisicamente vicina al circuito sanguigno, la composizione della linfa è simile a quella del plasma: nella sua progressione verso i nostri tessuti profondi, si carica di rifiuti.

Quest’importante ruolo di epurazione le è dato soprattutto dal suo alto tenore in grassi, che captano numerose tossine. Però circola lentamente, perché nessuna pompa ne assicura il movimento: mentre il cuore vede passare cinque litri di sangue al minuto, la linfa circola al ritmo di un litro al giorno.

Per pulire questo fluido dobbiamo quindi iniziare a stimolarne la mobilità.

Detox profonda in tre fasi

Una buona cura detossificante può protrarsi per un periodo di due o tre mesi e si articola in tre fasi.5
Dovrai avere buona volontà e buon senso, ma non ostinazione o fanatismo.

Per ottenere dei risultati è importante:

  • Evitare il fouling.
    Alla fine del XIX secolo, il Professor Virchow sperimentò un metodo incredibile. Grazie a un drenaggio che si era inserito sotto la pelle, osservò l’aspetto della linfa che ne usciva a secondo degli alimenti che ingeriva. Secondo lui, i latticini, i cereali e i farinacei producevano delle sostanze amiloidi che rendevano la linfa spessa e appiccicosa. Questa teoria del fouling è stata poi ripresa nei lavori del Dottor Seignalet, più recenti e rigorosamente scientifici, che raccomandano l’eliminazione di questi alimenti.
    Possiamo migliorare la fluidità della linfa preferendo frutti e legumi crudi, proteine vegetali invece che animali e gli acidi grassi polinsaturi di tipo omega-3, abbondanti negli oli di noce, di lino, di camelina o negli oli di pesce.
  • Far circolare meglio i nostri fluidi interni permette di inviare le tossine al di fuori del nostro corpo.
    Ecco tre metodi efficaci e gratuiti.
    • L’esercizio fisico è il migliore degli attivatori: può accelerare da 10 a 30 volte la circolazione linfatica. Il nuoto è eccellente, ma la marcia e altri sport non violenti sono ugualmente raccomandati.
    • La respirazione ventrale produce un effetto di pompa grazie al muscolo diaframmatico. Da praticare il più possibile.
    • Prendere bagni derivativi è un metodo eccellente che ha già migliaia di adepti in tutto il mondo.
  • Espellere le tossine con le piante.
    Per espellere le tossine non c’è niente di meglio della fitoterapia: le piante stimolano i nostri organi-filtro e drenano sangue e linfa; alcune sono anche capaci di intrappolare le tossine e dirigerle al di fuori dell’organismo, ma non andiamo troppo in fretta… Cosa succederebbe se le nostre tossine non trovassero un’uscita? È certo paradossale ma, per detossificare potremmo anche intossicarci con drenanti che rimetterebbe in circolo le tossine senza evacuarle.
    Per evitarlo, dobbiamo in primo luogo attivare le funzioni del fegato e dei reni (fase 1) per poi drenare in profondità (fase 2). Per andare ancora oltre, la terza fase sarà la cattura delle tossine (fase 3).
    Prima di iniziare questo drenaggio, assicurati di essere in forma, perché questa pratica richiede molta energia. Altrimenti puoi prepararti con una cura di piante adattogene come il Ginseng, l’Astragalo o la Rodiola, che assocerai alla vitamina C.
    Un drenaggio di questo tipo è sconsigliato in gravidanza, nei bambini o in caso di patologie del fegato e dei reni.

Fase 1 – di funzionalizzazione: stimolare gli organi-filtro

Gli enzimi epatici producono reazioni di ossido-riduzione e idrolisi degli xenobiotici. In altre parole, trasformano i composti difficili da eliminare in composti facilmente eliminabili.

Consuma per 15 giorni le seguenti piante:

  • radici di Tarassaco (Taraxacum officinalis): è un fantastico drenante per fegato e reni. Agisce delicatamente.
  • Rosmarino (Rosmarinus officinalis), è un tonico eccellente, stimola l’espulsione della bile dalla vescicola biliare.
  • Verga d’oro (Solidago virgaurea), agisce specificatamente sulla funzione renale, è diuretica e tonica.

Assumi queste piante in parti uguali in infusione, due tazze al giorno, un cucchiaio di ogni pianta per tazza.
Come complemento, si può aggiungere il cardo mariano: l’effetto di protezione e sostegno epatico di questa pianta è consigliato a chi ha problemi epatici o digestivi.
Durante questa prima fase, evita lo stress, preferisci il riposo, pratica esercizio fisico leggero e un’alimentazione sana a prevalenza vegetariana.

Fase 2 – di coniugazione: drenare in profondità

Questa fase favorisce la solubilizzazione dei composti in acqua e l’eliminazione dei radicali liberi generati durante la fase 1.
Assumi queste piante per un mese:

  • Radice di Bardana (Arctium lappa), una pianta depurativa che agisce sui reni, il fegato e l’intestino.
  • Enula campana (Inula helenium), anch’essa una pianta depurativa: migliora lo stato generale con il suo effetto tonico e calmante del sistema nervoso.
  • Crisantello Americano (Chrysantellum americanum), è un grande purificatore sanguigno: è capace di dissolvere ogni sorta di microcalcoli che, a volte a nostra insaputa, bloccano la nostra circolazione.

Associa queste piante in parti uguali in infusione: un cucchiaio di ciascuna in acqua fresca alla sera e al mattino, porta a ebollizione per poi lascia in infusione per 15 minuti. Una tazza al mattino a digiuno e una tra le quattro e le sei del pomeriggio.
Non dimenticare di reminalizzare: un drenaggio comporta sempre una perdita di minerali per il nostro organismo (i derivati di acqua di mare sono i più assimilabili. Conosci il Plasma di Quinton?).

Fase 3 – di eliminazione: intrappolare le tossine

I composti sono evacuati dalla cellula e poi dall’organismo attraverso l’urina o la bile e poi le feci.
Dopo le prime due, questa fase durerà un mese: assumi omega-3 per tutta la sua durata e la clorella per i primi 15 giorni, l’aglio nei 15 successivi.

  • Gli acidi grassi polinsaturi servono per il trasporto delle vitamine liposolubili (A, D, E, F, K) ma, grazie alla loro natura “insatura”, sono anche dei trasportatori di tossine: migliorano la fluidità del sangue e della linfa. Prendi degli oli di pesce di qualità ricchi di omega-3 di tipo EPA e DHA. Segui la posologia indicata dal fabbricante.
  • La clorella è un’alga verde che intrappola le molecole tossiche (pesticidi, uranio, cadmio, piombo e diossine). Prendine due grammi al giorno ripartiti sui tre pasti aumentando progressivamente fino ad arrivare a quattro grammi alla fine della seconda settimana. Se si manifestano mal di testa, vertigini o nausea, aumenta le dosi a un massimo di dieci grammi al giorno, fino alla sparizione dei sintomi: è il segnale che le tossine cercano di uscire e devi aiutarle con la clorella.
  • L’aglio orsino (Allium ursinum L.) contiene dei composti sulfurei che ossidano alcuni metalli (piombo, cadmio, mercurio) per rimetterli in circolazione e incamminarli verso l’uscita. Contiene del selenio, un antiossidante che protegge le nostre membrane cellulari.

Le fasi 2 e 3 sono il cuore della detossificazione profonda: fai attenzione alle manifestazioni che potrebbero apparire, come un transito accelerato o delle eruzioni cutanee. Se restano ragionevoli continua pure, altrimenti ricomincia dalla fase 1. Un’espulsione per via cutanea è il segno di una saturazione degli organi-filtro che non sono in grado di eliminare.

Alla fine, puoi rifare un ciclo completo, ovvero 15 giorni di fase 1, un mese di fase 2 e un mese di fase 3.

Se però non riesci a seguire questi tre cicli, ecco l’essenziale per mantenere l’organismo detossificato:

  • fai attenzione all’alimentazione;
  • pratica attività fisica;
  • segui cicli regolari di preparati fitoterapici (più piante, più principi attivi)

Detox e dimagrimento: la disinformazione dura a morire

Riassumendo, per mantenere il nostro organismo in buona salute eliminando i nefasti xenobiotici, dobbiamo mantenere attivo e pulito il nostro fegato: il principale organo emuntore.

Il fegato ha però molte altre funzioni:

  • la metabolizzazione di macro e micronutrienti;,6
  • la regolazione del volume del sangue;
  • la sintesi della bile;
  • il supporto del sistema immunitario;
  • il controllo endocrino;
  • l’omeostasi dei lipidi e del colesterolo.7

Sostenere il fegato nel suo funzionamento “quotidiano” (in particolare rafforzando la sua funzione disintossicante), è un’importante abitudine preventiva ma… nessun legame con la perdita di peso.

È quindi comprensibile che associare la disintossicazione alla perdita di peso sia, nel migliore dei casi, una scorciatoia; nel peggiore, un vero e proprio inganno.
Se vogliamo proprio trovare un legame, per quanto capillare possa essere, possiamo parlare di un approccio globale che associa il riequilibrio alimentare (che limita lo stoccaggio delle calorie in eccesso nel tessuto adiposo) e il sostegno alle funzioni del fegato, il pilastro dei processi metabolici.
Evviva! Così il collegamento è stabilito!

Su una nota più seria, fare una cura detox non avrà alcun impatto sul tuo peso o sulla tua linea, ma aiuterà il tuo fegato a svolgere le sue funzioni quotidiane e, questo, è già un’ottima cosa.
Poi, a seconda della tua situazione, potresti osservare alcuni effetti evidenti, sulla digestione o sull’eliminazione.

I consigli di NaureLab

Per rendere la cura detox un successo, ecco un consiglio: non serve morire di fame.
Se non sei un’amante delle tisane & infusioni, puoi scegliere per dei più pratici nutraceutici, magari a base di cardo mariano idealmente associato al carciofo. Queste due piante mediterranee (dalle virtù millenarie) sostengono la sfera epatica grazie ai loro composti bioattivi di provata efficacia: la silimarina e l’acido clorogenico8, 9.
Ecco alcuni suggerimenti che potranno esserti utili.

Da associare:

Cardo Mariano BIO
Il Cardo mariano libera da scorie e tossine.
Favorisce le funzioni depurative, la funzione digestiva, la funzione epatica ed il metabolismo dei carboidrati. Antiossidante.
20 ampolle da 15 ml

Cardo Mariano BIO
5/stars
Molto buono

Carciofo BIO
Tonico e digestivo.
Il Carciofo favorisce le funzioni depurative dell’organismo, la funzione digestiva, la funzione epatica ed il metabolismo dei lipidi. Antiossidante.
15 ampolle da 15 ml

Carciofo BIO
5/stars
è un po’ amaro... ovviamente.

Esempio di nutraceutico complesso da assumere singolarmente:

Ligne Dren Detox
Drenante e detossificante
Tè Verde, Alburno di Tiglio, Betulla, Finocchio, Tarassaco, Spirea Ulmaria, Carciofo, Rafano Nero.

Ligne Dren Detox
5/stars
Il mio preferito

Se vuoi saperne di più, cerca nella nostra categoria di Depurativi e drenanti.

Importante da ricordare

Da ricordare:

  • La disintossicazione e la perdita di peso sono spesso associate, anche se hanno poco a che fare l’una con l’altra.
  • Se la disintossicazione è un meccanismo di eliminazione da parte del fegato, il dimagrimento fa appello ad altri fenomeni fisiologici.
  • Per una “vera” cura detox, alcuni principi attivi specifici hanno dimostrato il loro valore sul fegato, come quelli del cardo mariano e del carciofo.

Referenze

  1. Beaune, PH ; Loriot, MA, Bases moléculaires de la susceptibilité aux xénobiotiques : aspects métaboliques., Med Sci (Paris), 2000, Vol. 16, N° 10; p.1051-6
  2. Philippe BEAUNE. Alimentation et cancer : interactions entre génétique et xénobiotiques. Gastroenterol Clin Biol 2001;25:B20-B25.
  3. A.J. Krol, P. Beaune, I. de Waziers and al. Métabolisme des xénobiotiques. 2015 [7-007-A-45] – Doi : 10.1016/S1155-1976(15)31590-4
  4. Grant DM. Detoxification pathways in the liver. J Inherit Metab Dis. 1991;14(4):421-30. doi: 10.1007/BF01797915. PMID: 1749210.
  5. Y. Guéguen, K. Mouzat, L. Ferrari and al. Les cytochromes P450 : métabolisme des xénobiotiques, régulation et rôle en clinique. Ann Biol Clin 2006 ; 64 (6) : 535-48.
  6. Bogdanos DP, Gao B, Gershwin ME. Liver immunology. Compr Physiol. 2013 Apr;3(2):567-98. doi: 10.1002/cphy.c120011. PMID: 23720323; PMCID: PMC4201126.
  7. Trefts E, Gannon M, Wasserman DH. The liver. Curr Biol. 2017 Nov 6;27(21):R1147-R1151. doi: 10.1016/j.cub.2017.09.019. PMID: 29112863; PMCID: PMC5897118.
  8. Delmas D, Xiao J, Vejux A, Aires V. Silymarin and Cancer: A Dual Strategy in Both in Chemoprevention and Chemosensitivity. Molecules. 2020 Apr 25;25(9):2009. doi: 10.3390/molecules25092009. PMID: 32344919; PMCID: PMC7248929.
  9. Ben Salem M, Affes H, Ksouda K, Dhouibi R, Sahnoun Z, Hammami S, Zeghal KM. Pharmacological Studies of Artichoke Leaf Extract and Their Health Benefits. Plant Foods Hum Nutr. 2015 Dec;70(4):441-53. doi: 10.1007/s11130-015-0503-8. PMID: 26310198.

[Pubblicato il 11/03/2015, aggiornato il 28/04/2022]

2 commenti su “Detox: agisci in profondità per il tuo benessere (non per la tua “linea”)”

    • Grazie Loredana. Per quanto riguarda le scuole di naturopatia, in Italia purtroppo la situazione è ancora ben poco normalizzata. Non ne conosciamo di specifiche.

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