Silicio Organico o Silicio Colloidale? Quale scegliere e perché

Silice, silicio, acido ortosilicico, silanoli, silicio organico, silice o silicio colloidale… tutti questi termini sono spesso confusi.
E, anche se trovano le loro radici latine nella parola silicis (che significa roccia), sono forme diverse: non tutte assimilabili dall’organismo e, alcune, anche tossiche.

Perché, come per altri elementi della tavola periodica, è la forma chimica dei composti che ne determina l’efficacia, ovvero l’assorbimento.

Da qualche anno si parla molto del silicio: è considerato una panacea, dichiarato uno degli elementi essenziali per la nostra salute e il nostro benessere.
Sì, è vero.

Cerchiamo però di fare chiarezza.

Un po’ di chimica per capire

Il corpo di un adulto contiene circa 7 grammi di silicio (il doppio del ferro), essenziale per il mantenimento delle funzioni vitali.

È presente nei tessuti di supporto (chiamati tessuti connettivi): ossa, cartilagini, tendini, muscoli, pelle, capelli e in tutti gli organi chiave del metabolismo: fegato, reni, cuore, ghiandole surrenali, pareti vascolari, milza, pancreas e tiroide. Con il passare degli anni però il capitale originario di silicio diminuisce e, più la carenza diviene importante, più i cambiamenti e le problematiche legate al trascorrere del tempo si accentuano.

All’origine l’uomo reintegrava il silicio dalle acque potabile dei fiumi e, ancor meglio, da quelle dei ruscelli di montagna.
È stato assodato che gli individui che vivono in regioni la cui durezza dell’acqua è elevata sono meno propensi ad incidenti cardiovascolari rispetto a quelli che vivono in regioni con acque più dolci e, questo, grazie alla maggior presenza di silicio.

Ma vediamo quel’è la forma in cui il silicio è così importante per la nostra salute.

Il silicio minerale

L’elemento silicio, con formula chimica Si, è quantitativamente il secondo elemento naturale dopo l’ossigeno presente nella crosta terrestre (60%). Allo stato minerale, sotto forma di silice o silicati, è presente in rocce come quarzo, sabbia, cristallo di rocca, ametista, citrino o opale.
In generale, questa silice minerale o litogenica in forma solida, con struttura cristallina, è composta da un atomo di silicio e due atomi di ossigeno, ed è denominata SiO2, il biossido di silicio.
Il biossido di silicio non è assimilabile dal regno animale (e quindi dall’uomo) perché è insolubile in acqua ed è insolubile a contatto con i succhi gastrici. Infatti, nel biossido di silicio e nei silicati, la silice è in forma ossidata ed ha un legame Si-O che l’organismo non è in grado di rompere.

Il silicio organico

Il silicio organico, o acido ortosilicico, è una molecola composta da un atomo di silicio, un gruppo metilico (un carbonio e tre idrogeno) e tre gruppi idrossilici (ossigeno e idrogeno). La sua formula è quindi SiO4.
Questa è la principale forma di silicio presente nell’acqua potabile e in altri liquidi (come la birra) ed è la fonte di silicio più facile a disposizione degli esseri umani.
Anche alcune piante come l’ortica (Urtica dioica), l’equiseto (Equisetum arvense) e il bambù (Tabashir) sono molto ricche di silicio organico: dai loro estratti si ottiene (in media) il 7% di acido ortosilicico per il 93% di colloidi (particelle solide non assimilabili).
Altra fonte la troviamo nei fondali oceanici, dove vivono le microalghe planctoniche unicellulari chiamate diatomee. Il loro guscio siliceo (frustolo) secerne un acido organico che permette l’amorfizzazione superficiale del quarzo e di altri silicati (cioè la dissoluzione della silice minerale), portando alla produzione di un acido ortosilicico di tipo biogenico, favorevole allo sviluppo e al mantenimento della vita cellulare.

Solo il silicio organico è “biodisponibile”: ovvero immediatamente disponibile per essere assorbito al momento della sua assunzione, senza subire processi metabolici di alcun tipo, grazie alla presenza del gruppo metilico che lo rende perfettamente solubile.

Tuttavia, dobbiamo essere vigili, perché non tutto ciò che viene definito “silicio organico” è naturale…

I silanoli

I silanoli, che vengono chiamati “organici” perché contengono almeno un gruppo ossidrilico direttamente legato all’atomo di silicio (con formule come ad esempio (CH3)3SiOH), provengono dall’industria petrolchimica e… è facile dedurre che non ci sia niente di naturale in essi.
Va ricordato che il Parlamento europeo ha emanato una direttiva che vieta il monometilsilanetriolo (Regolamento (CE) n. 1170:2009) a decorrere dal 1o gennaio 2010, a seguito di una raccomandazione dell’EFSA.
Il gruppo di esperti scientifici concluse infatti che non esistono prove sperimentali che dimostrino la conversione del monometilsilanetriolo (MMST) in acido ortosilicico (l’unica forma di silice assimilabile dal corpo umano) e, data la mancanza di dati affidabili sulla tossicità del monometilsilanetriolo, è impossibile valutare la sicurezza del silicio proveniente da tale fonte.

Da quella data, tutta la silice per impiego orale contenente questa molecola è vietata in Europa ma, vista la sua indubbia efficacia, può essere impiegata per uso topico e cosmetico.

Il silicio colloidale

[“Colloidale” è uno stato di aggregazione caratteristico, distinto dalle soluzioni e dalle sospensioni: una sostanza è in tale stato quando è dispersa in un’altra sostanza sotto forma di particelle generalmente amorfe.]
Il silicio colloidale è un composto chimico polimerico a peso molecolare variabile, costituito da unità di silice SiO2 unite fra loro. Come suggerisce il nome stesso, la struttura molecolare comporta proprietà colloidali che, unite alle proprietà chimiche della superficie molecolare, alla variabilità del peso molecolare ed al costo di produzione molto basso, rendono la silice colloidale uno dei polimeri più versatili ad uso industriale, civile e alimentare (da Wikipedia: vedi anche per gli usi).
Durante la lavorazione, si formano quindi nanoparticelle (5-50 nm) che poi si aggregano in particelle di dimensioni maggiori (150-200 nm).

La silice colloidale, fa male?

Come additivo (l’E551) il silicio colloidale può essere aggiunto ad alcuni alimenti in polvere come sale da cucina, condimenti, integratori alimentari e alimenti secchi, per evitare la formazione di agglomerati.
Le quantità non devono superare il 2% del peso del prodotto.
È consentito anche l’uso in sostanze impiegate come vettori di emulsionanti, coloranti, aromi.
Secondo le norme comunitarie in materia di agricoltura biologica, additivi a base di silice sono omologati anche per l’uso in alimenti biologici “soltanto come agente antiagglomerante per erbe fini e spezie”.

Qual’è il ruolo fisiologico del silicio colloidale nell’organismo umano? Ricorda: il biossido di silicio amorfo non viene assorbito né recuperato, e viene escreto a causa della sua scarsa solubilità. I preparati colloidali, che diffondono particelle tra 1 e 1000 nanometri di diametro in acqua per facilitare l’assorbimento intestinale, non modificano comunque la chimica del polimero.

Segnaliamo poi che il crescente impiego di nanoparticelle di SiO2 ha sollevato interrogativi su potenziali effetti dannosi per la salute umana. Su Pubmed, troviamo questo articolo: The role of reactive oxygen species in silicon dioxide nanoparticle-induced cytotoxicity and DNA damage in HaCaT cells, utile se desideri approfondire.
Per ora l’EFSA si è espressa sull’uso di nanomateriali a base di biossido di silicio per fabbricare imballaggi alimentari; resta tutto da approfondire lo studio delle applicazioni delle nanoparticelle di biossido di silicio nelle filiere alimentari e la relazione tra le dimensione delle particelle e loro possibili effetti.

Qualche parola sulla storia del silicio

Negli anni Cinquanta un ricercatore francese, Norbert DUFFAUT, effettuò studi sull’organo-silicato, giungendo allo sviluppo di una molecola di silicio organico sintetico, stabilizzato da acido salicilico (aspirina), perfettamente disponibile e assimilabile dall’organismo umano.
Ma fu solo all’inizio degli anni Novanta che Loïc le Ribault riuscì ad ottimizzare questa nuova molecola, chiamata “G5”, in forma liquida, senza aggiungere acido salicilico.
Questo silicio organico, noto come monometilsilananetriolo, è un prodotto sintetico di origine litogenica ma, dal suo divieto europeo del 21 dicembre 2009 negli integratori alimentari, i produttori possono immettere sul mercato solo un’altra forma di silicio perfettamente biodisponibile per il corpo umano: l’acido ortosilicico.

Se desideri approfondire…

Nel gennaio 2009 l’EFSA (European Food Safety Authority), l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha emesso un parere scientifico sull’acido ortosilicico stabilizzato dalla colina, utilizzato a fini nutrizionali negli integratori alimentari.
Il gruppo scientifico ha concluso che l’elemento di silicio è perfettamente biodisponibile a partire dall’acido ortosilicico stabilizzato dalla colina e che il suo impiego negli integratori alimentari non pone problemi tossicologici di alcun tipo.
La colina è un aminoacido alcolico correlato ad una vitamina del gruppo B. È naturalmente sintetizzata dal fegato o fornita dalla dieta e svolge un ruolo chiave nella trasmissione nervosa e nell’equilibrio del colesterolo.
Ricca di carbonio, la colina permette di ottenere una soluzione organica biologicamente stabile di silicio.

Come già detto, l’uomo nasce con un capitale di silicio che diminuisce nel corso degli anni.
Purtroppo, l’alimentazione non consente di compensare queste perdite perché la quantità di silicio contenuto negli alimenti è molto bassa (e si sta costantemente deteriorando).

Sulla base delle conoscenze attuali, non vi è alcuna dose giornaliera raccomandata per il silicio ma, è stato ufficialmente riconosciuto, che è utile integrare l’alimentazione con apporti di acido ortosilicico (silicio organico) nella misura di 20-40 mg al giorno durante la crescita, negli sportivi, nelle donne, negli adulti di età superiore ai 30 anni e, naturalmente, negli anziani; visto che, dalla maturità sessuale in poi, il tasso di silicio nell’organismo diminuisce inevitabilmente, causando vari disagi e complicazioni:

  • perdita di tono nei tessuti cutanei,
  • capelli più sottili,
  • unghie più fragili,
  • perdita di elasticità articolare accompagnata da dolori più o meno importanti
  • e osteoporosi dovuta alla demineralizzazione.

In conclusione…

È evidente che la fonte più sana e più profittevole di silicio organico proviene naturalmente dalle piante: del resto, la natura non ha mai avuto bisogno dell’industria chimica per vivere… anzi!

In fitoterapia quindi (secondo le direttive comunitarie e dell’EFSA), al silicio organico sono riconosciute le seguenti proprietà:

  • è essenziale per la formazione della sostanza di base del tessuto connettivo;
  • è in grado di aumentare l’idratazione dei tessuti;
  • è in grado di assicurare il regolare trasporto dei nutrienti dai vasi sanguigni alle connettive e di evacuare i residui metabolici divenuti inutili o dannosi, nonché le tossine;
  • favorisce la formazione di fibre di collagene ed elastina, assicurando una pelle soda e morbida, unghie sane e capelli brillanti.

Per questo, ne è consigliata l’assunzione sia come prevenzione (per prevenire i disturbi legati alla senescenza) che come trattamento per tutte quelle problematiche legate all’indebolimento dei tessuti connettivi, in particolare:

  • Apparato osseo e muscolare: prevenire l’osteoporosi, demineralizzazione, consolidazione ossea post-operatoria, contusioni ossee, fratture da stress, algodistrofia, problemi reumatici in generale, artriti acute (in particolare periartrite della spalla), artrosi (coxartrosi, gonartrosi), malattia di Dupuytren.
  • Pelle e fanere (capelli e unghie): mantiene l’integrità del derma, combatte l’invecchiamento cutaneo, riduce le smagliature, aiuta la cicatrizzazione, rivitalizza unghie e capelli, valido supporto in radioterapia.
  • Malattie cardio-vascolari con depositi ateromatosi e arteriosclerosi.
  • Per rafforzare il sistema immunitario.

Adesso, puoi scegliere.

Quanto a noi, ti consigliamo la nostra scelta, perché è per distribuire questo prodotto in Italia che è nata NatureLab.

Kotor Silicio Organico
Acido Ortosilicico

Kotor Silicio Organico
5/ stars
ottimo ho più energia e dolori meno acuti. È solo una settimana che lo sti assumendo

10 commenti su “Silicio Organico o Silicio Colloidale? Quale scegliere e perché”

  1. articolo interessante ma non ho compreso bene se sia meglio assumere il silicio organico o il silicio colloidale. grazie per la risposta.

    Rispondi
    • Buongiorno,
      può assumere il Lapacho in tranquillità 1 ampolla al giorno in 500 ml di acqua da bere nella mattinata.
      Saluti

      Rispondi
    • Buongiorno,
      il silicio organico non ha particolari controindicazioni, ma è cautelare parlarne con il nefrologo in base alla politerapia che sta assumendo, trattandosi di terapie molto diverse tra loro.
      Grazie di averci contattoto
      Saluti
      FMT

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