Rosa Canina: le proprietà, i benefici e gli usi della rosa selvatica

La Rosa canina: un rompicapo botanico

La Rosa canina (Rosa canina L. o Rosa lutetiana Léman)è l’antenata della rosa coltivata e il suo nome viene utilizzato indistintamente, sia nella nomenclatura botanica che nel linguaggio comune.
Viene chiamata anche rosa selvatica, rosa delle siepi, rosa spina, rosella, rosa di macchia, rosellina dei pruni e biancarosa.

La rosa selvatica ha molti tesori da offrire: fiori per il piacere degli occhi, frutti per il piacere degli uccelli ma anche per curare i nostri piccoli malanni invernali, e la nostra golosità.

E potresti quindi pensare che esista solo un tipo di rosa selvatica (per inciso, è vero che spesso si parla solo di Rosa canina: di solito è la specie ufficiale impiegata in fitoterapia) ma, in realtà, le specie selvatiche sono un vero rompicapo anche per i botanici più esperti, perché sono davvero numerosissime: Rosa agrestis (o rosa agraria), Rosa arvensis (o rosa campestre), Rosa canina, Rosa cinnamomea e molte altre.
Di che perdere la testa.

Ma, ecco la buona notizia: tutte le rose selvatiche sono medicinali e commestibili e puoi raccoglierle tutte, con un piccolo avvertimento: evita la rosa francese, Rosa gallica, perché è una specie rara e protetta, riconoscibile dai bellissimi fiori rossi, di solito grandi.

La Rosa canina: un po’ di storia e descrizione botanica

Nella medicina tradizionale l’utilizzo di ogni parte di Rosa canina è molto antico: la radice in decotto per curare la rabbia (da cui il nome latino Rosa canina), i petali per facilitare il sonno (usati da Cleopatra), le foglie per curare l’ansia, e perfino la galla (uno strano ciuffo ispido ed aggrovigliato opera dell’imenottero Rhodites rosae) per calmare le irritazioni cutanee.

Nel linguaggio dei fiori, Rosa canina simboleggia la poesia e l’indipendenza: la delicatezza, il silenzio, la riservatezza, la gioia di vivere.
Viene probabilmente menzionata nella Bibbia: Giuda utilizzò proprio l’albero di rosa canina per suicidarsi e la corona di spine di Gesù era presumibilmente realizzata con i suoi rami.

Rosa canina è un grazioso arbusto legnoso appartenente alla famiglia delle Rosacee, che generalmente non supera i tre metri d’altezza.
I fusti sono glabri, pendenti, arcuati, e vestiti da foglie caduche ovali od ellittiche, imparipennate e composte ognuna da più foglioline (5-7), limitate da un margine irregolare e dentato.

I rami sono costituiti da spine acute e robuste, a base piuttosto allargata, simili a falci.

I fiori, rosa o bianchi dal profumo discreto, lasciano il posto, dopo la fecondazione, al famoso cinòrrodo di rosa; uno pseudo-frutto carnoso rosso-arancione (si tratta infatti del ricettacolo floreale), contenente gli altrettanto famosi acheni, i veri frutti di colore giallo o marrone, frammisti a peli, molto pruriginosi e ben noti ai bambini della campagna.
I fiori sono singoli o raggruppati a tre, e non superano solitamente i 7 centimetri di diametro.

Rosa canina cresce spontanea dal mare alla montagna fino ai 1500 metri di altezza, in Europa, sud est asiatico ed America del Nord.
È diffusa un po’ ovunque in siepi, cespugli, ai margini dei boschi, lungo le strade sterrate, nei campi incolti, purché in terreno argilloso e ambiente soleggiato.

Le parti utilizzate in fitoterapia

Di Rosa canina in fitoterapia si usano:

    • le gemme, per il macerato glicerico;
    • le bacche (i cinorrodi, falsi frutti), per tintura madre, integratori, infusi, tisane e decotti;
    • i fiori, per macerati freddi (in acqua a temperatura ambiente per 24 ore);

La raccolta dei petali

Cominciamo con il parlare del fiore di Rosa canina.
Fiori di rosa canina
Nelle erboristerie solitamente troviamo il fiore di Rosa gallica (rosa francese) e, poiché la specie è protetta, si tratta di raccolti provenienti da piante coltivate.
Se possibile, è meglio procurarsi i fiori in autonomia, dalle piante di rose selvatiche.

Sappi che il fiore è molto fragile:

        • raccogli petali solo verso maggio-giugno;
        • non danneggiare la pianta: raccogliere qualche fiore qua e là, sempre nel rispetto della flora selvatica;
        • lasciali seccare all’ombra in un luogo ben ventilato;
        • una volta asciutti, conservali in sacchetti di carta.

Raccogliere anche solo 100 g di petali è un grande impegno!

I petali contengono una combinazione di flavonoidi e tannini dalle proprietà antinfiammatorie, protettive e astringenti, per la pelle e per le mucose.

L’energia del petalo di rosa è un’energia “asciugante” e “rinfrescante”: rinfrescante perché calma il caldo, l’infiammato; asciugante perché rallenta il drenaggio grazie ai tannini.
È utile per qualsiasi stato infiammatorio.
In passato, era un rimedio classico per diarrea, leucorrea, piccole emorragie dell’apparato digerente (causate da un’ulcera per esempio), infiammazione delle gengive, della gola, ecc. Insomma: se è infiammato, trasuda, sanguina un po’, i petali di rosa sono utili.

Tuttavia, queste indicazioni richiedono una grande quantità di petali di rosa (20 g di petali secchi per litro) e, data la loro preziosità e il fatto che esistono ottime piante sostitutive, non è questo l’uso che ti suggeriamo.
[Puoi ottenere lo stesso risultato con una combinazione di foglie di rovo e camomilla matricaria, per esempio, o foglie di nocciolo con fiori di malva. Unisci una pianta astringente con una pianta calmante: funzionano molto bene e sono piante molto comuni.]

Consigliamo invece due preparazioni per i petali.

La prima, un macerato oleoso per i problemi infiammatori della pelle (arrossamenti, eczemi, ecc.): una buona preparazione che non richiede una grande quantità di petali. Si asciugano i petali e, appena asciutti, li si fanno macerare in un olio vegetale a scelta, di solito per 4-6 settimane, prima di filtrare.

La seconda, è una preparazione che giunge a noi dalla dalla tradizione americana: i petali di rosa sono eccellenti per i problemi emotivi del cuore… cuori spezzati, dopo una rottura o per la perdita di una persona cara.

Si prepara un infuso con una miscela: metà petali di rosa e metà cime fiorite di biancospino (molto utili per il crepacuore emotivo) per aiutare la persona a superare la situazione.
Ovviamente, non aspettarti un effetto Prozac o Xanax: le piante non funzionano così. Stiamo parlando di un sostegno sottile dello stato emotivo della persona ma che conforta, che fa sentire bene, che “nutre” il cuore emotivo.
Ed è interessante fare la connessione con l’elisir floreale Wild rose, secondo il dottor Bach: un elisir che si usa in situazioni di depressione, di grande tristezza che portano a una mancanza di speranza, a una passività totale.
Spesso le diverse correnti si sovrappongono.

Per informazione, puoi usare anche i petali delle rose coltivate in giardino, naturalmente se non usi pesticidi.
Dimentica invece il mazzo di rose che arriva dal fioraio: tranne rarissime eccezioni, sarà pieno di sostanze chimiche.

Le virtù del cinòrrodo: la bacca di Rosa canina

Come detto, il cinòrrodo è il falso o pseudo-frutto della Rosa canina; mentre i suoi veri frutti sono gli acheni all’interno del cinòrrodo, circondati dalla peluria pruriginosa.
Il cinòrrodo è il ricettacolo del fiore, che diventa duro e rimane sulla pianta per tutto l’inverno.
Quando raggiunge la maturià, e di colore rosso.

Le bacche di Rosa canina vengono raccolte in autunno: alcuni suggeriscono di aspettare le prime gelate per farle raggrinzire un po’, ma è preferibile raccoglierli quando sono abbastanza rosse e morbide al tatto.
Sono ricche di vitamina C, flavonoidi e carotenoidi, tutte sostanze principalmente immunostimolanti, utili nella prevenzione per chi tende ad avere un’immunità bassa.

Le proprietà della rosa canina sono conosciute e utilizzate in medicina da molto tempo, che si tratti della sua ricchezza in vitamina C (sciroppi fortificanti) o della sua astringenza (alto contenuto di tannini) contro la diarrea.
È anche un ingrediente importante in cucina, dove viene usato in marmellate, puree e bevande.

Oggi, è essenzialmente il cinòrrodo ad essere utilizzato per le sue proprietà:

        • astringenti,
        • diuretiche,
        • lassative,
        • depurative,
        • antiscorbutiche,
        • fortificanti
        • e antigalattogene (per fermare la salita del latte).

La rosa canina è solitamente utilizzata per:

        • prevenire e trattare i disturbi invernali (raffreddore, influenza, ecc.);
        • per stimolare il sistema immunitario;
        • per sostenere il sistema digestivo, gastrointestinale e urinario.

Ma Le bacche di Rosa canina hanno anche altre importanti proprietà.

        • Rafforzano il sistema venoso perché contengono proantocianidoli, tannini condensati che permettono una migliore resistenza delle vene, che rallentano la degradazione della struttura venosa e l’infiammazione.
        • Hanno un’azione antidiarroica grazie ai tannini che contengono. Contengono anche pectina, quindi svolgono un’azione lenitiva per l’apparato digerente.
        • Il contenuto di tannino condensato la rende una buona pianta per le infiammazioni del sistema urinario, cistiti, infiammazioni dovute al passaggio di calcoli, spesso in combinazione con altre piante che porteranno piuttosto un effetto antibatterico per i casi di cistite.
        • Il contenuto di diversi flavonoidi gli conferirà proprietà antinfiammatorie per le articolazioni, quindi la rosa canina può essere usata in miscele contro i dolori articolari, sempre con altre piante come la foglia di frassino, la foglia di ribes nero, le sommità fiorite di olmaria, ecc.

Rosa canina è spesso impiegata per la prevenzione di problemi respiratori e otorinolaringoiatrici ma, in realtà, potrebbe essere inserita in molti protocolli, combinata ad altre piante, per tutte le problematiche menzionate.

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Efficace: mi è stato di aiuto.

Come usare il cinòrrodo?

In erboristeria, le bacche di Rosa canina vengono essiccate, con un processo relativamente lungo; una quindicina di giorni o più a seconda del clima.
Alcuni usano l’essiccazione in forno a una temperatura dolce di 35-40°C, soprattuto se il tempo è particolarmente umido.
Alcuni rimuovono i semi e la peluria prima dell’essiccazione.

Ecco una preparazione semplice per un macerato, che consente di conservare il contenuto di vitamina C e di flavonoidi:

        • mettere 50 g di bacche di Rosa canina intera ed essiccata in una ciotola;
        • versarvi sopra 1 L d’acqua, poi coprire con un piatto;
        • lasciare macerare durante la notte;
        • passare attraverso un colino, conservando l’acqua di macerazione;
        • nel colino, schiacciare le bacche di Rosa canina ammorbidite;
        • mescolarle con l’acqua di macerazione;
        • riscaldare a 80°C con un termometro da cucina (spegnere non appena si raggiunge la temperatura);
        • lasciare in infusione per 15 minuti, coperto;
        • passare attraverso un filtro da caffè non sbiancato o diversi strati di tessuto per eliminare la famosa peluria;
        • consumare la preparazione nelle 48 ore successive.

Puoi anche preparare un semplice decotto:

        • immergere da 30 a 50 g di frutta matura (fresca o secca) tagliata a pezzi in 1 litro di acqua fredda;
        • portare a ebollizione per 20 minuti;
        • lasciare in infusione per 1 ora;
        • filtrare attraverso una stamigna o un panno, per rimuovere eventuali peli irritanti;
        • bere il litro durante il giorno.

Puoi consumare la rosa canina fresca che hai appena raccolto: è in questa fase che la vitamina C sarà al massimo.
Naturalmente, i semi saranno rimossi: puoi tagliare la rosa canina a metà con un coltellino, raschiare tutto quello che c’è dentro, e poi mangiare il guscio esterno che contiene tutte le cose buone.

Dopo le gelate, la rosa canina si ammorbidisce: puoi spremere delicatamente la frutta tra le dita e goderti la cremosa pasta arancio che ne fuoriesce.

Una curiosità: si può anche mangiare il frutto fresco intero con i semi e la peluria, poiché questa ha un effetto antiparassitario.
In passato, ai bambini nelle campagne veniva detto di mangiare 5 o 6 bacche di rosa canina, intere e crude, per diversi giorni, quando avevano i vermi: anche se la peluria irrita la pelle, all’interno del sistema digestivo non sembra causare problemi.

La ricetta della marmellata di Rosa canina

La “vera” ricetta, come si faceva nel XVIII secolo, è un po’ noiosa ma permette di usare tutta la polpa della frutta.
Servono:

        • 500 g di bacche mature,
        • un po’ di vino rosso,</li
        • 750 g di zucchero.

Preparazione.

        • Taglia a metà nel senso della lunghezza e rimuovi i semi con la punta del coltello. Taglia poi la frutta a pezzi.
        • Spruzza i pezzi con un po’ di vino rosso e lascia macerare per 24 ore in un luogo fresco.
        • Schiaccia con un mortaio e un pestello e filtra la polpa per rimuovere la scorza (e un mulino per alimenti farà il resto).
        • Prepara lo sciroppo con i 750 g di zucchero e aggiungi la polpa di rosa canina.
        • Lascia cuocere per qualche minuto (non troppo a lungo per conservare un po’ di vitamina C…) e metti in un barattolo.

Olio di rosa canina (noto come olio di rosa mosqueta)

A titolo informativo, se pressiamo gli acheni (ciò che volgarmente chiamiamo i semi), otterremo il famoso olio di rosa mosqueta, molto costoso in commercio.
Oggi arriva prevalentemente dal Cile, dato che i cileni – grazie alle molte piantagioni, ne hanno fatto un business ma, fondamentalmente, questo olio proviene dai semi di Rosa canina: la nostra rosa canina europea.

È un olio molto interessante, impiegato in dermatologia e in cosmetologia, in particolare per le cure post-operatorie e le ustioni.
È un vero toccasana per l’elasticità e la giovinezza di pelle e capelli.

Atri prodotti derivati dalla Rosa canina

Citiamo rapidamente alcuni altri prodotti derivati dalla rosa.

      • L’acqua di rose, che è in realtà un idrolato dei petali, quindi un prodotto di distillazione: tonificante per la pelle, rinfrescante e lenitivo per le infiammazioni.
      • L’olio essenziale di rosa: molto costoso perché servono molti petali per produrlo (5 tonnellate di petali per ottenere 1 kg di olio essenziale… 5 tonnellate!). Usato per la cura della pelle.
      • Il macerato di Boccioli di rosa canina, usato per prevenire i problemi ORL durante l’inverno, un po’ come quello di cinòrrodo.

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