Insufficienza venosa: quali piante utilizzare?

Come trattare l’insufficienza venosa (meglio se fin dai primi sintomi) con le piante

L’insufficienza venosa è un grave problema di salute pubblica, che colpisce quasi un terzo della popolazione attiva.
La sua prevalenza complessiva è stimata tra l’11% e il 24% nei paesi industrializzati1 e riguarda soprattutto le donne.

I suoi sintomi variano, dall’essere solo… “imbarazzanti”, fino a divenire disabilitanti: gambe pesanti e dolorose, varici, edemi, flebiti e ulcere varicose.

Alla radice del problema, c’è l’affascinante ciclo della circolazione del sangue.
Ogni secondo, un “fiume” pulsa nel profondo dei nostri tessuti e diffonde un liquido ricco di sostanze nutritive per le nostre cellule, che le renderà fertili.
Sulla via del ritorno, porta via i prodotti di scarto e li filtra attraverso i nostro setacci organici.

E l’andirivieni si rinnova, costantemente, al ritmo della vita stessa.

In questo articolo ti invitiamo ad un viaggio speleologico (lampada frontale obbligatoria) per riscoprire quei fiumi sotterranei che sono le nostre vene.

Liquido vitale

Il sangue, questo strano liquido rosso che ci svuota della nostra sostanza quando siamo feriti, ci ha spesso affascinato, a volte terrorizzato.

Accusato di “trasportare umori nocivi”, in passato è stato fatto scorrere attraverso il salasso.
Poi, più tardi, la tendenza si è invertita, ed è stato conservato e offerto per le trasfusioni.

È difficile realizzare la moltitudine di processi vitali che si svolgono attraverso il flusso sanguigno.

Il cuore, pompa instancabile, manda il sangue fino alle estremità del nostro corpo; il sangue che trasporta l’ossigeno e le sostanze nutritive necessarie per produrre energia cellulare.
Il sangue trasporta anche i globuli bianchi, quel temibile esercito alla ricerca del più piccolo intruso, che ci purificano da molti rifiuti.
Contiene poi fattori di coagulazione (per riparare i danni nella nostra rete interna) e gli ormoni, che permettono al cervello di comunicare con i vari organi.

Insomma: per mantenere in funzione la complessa macchina che è il corpo umano, è fondamentale avere:

  • un sangue ricco,
  • un cuore sano,
  • buone arterie non ostruite
  • e un ritorno venoso tonico ed efficiente.

Una rete complessa

Il cuore spinge il sangue attraverso le arterie, le arteriole e poi i capillari. I condotti diventano sempre più piccoli e, infine, il liquido nutriente finisce nella matrice cellulare, distribuendo i suoi componenti alle cellule.

Il liquido trasporta poi i più piccoli prodotti di scarto attraverso i capillari, le venule e le vene, con un sistema di canali che diventa sempre più conseguente.
I prodotti di scarto più grandi saranno evacuati attraverso la circolazione linfatica.

Questo sangue, carico di rifiuti, non è più sotto l’influenza del cuore: la matrice cellulare funge da tampone, infatti il sangue arriva nell’ambiente cellulare a velocità quasi zero.

Come potrà il sangue tornare al cuore per iniziare un nuovo ciclo?

Pompe passive

Dato che la nostra pompa attiva, il cuore, non ha più alcuna influenza nelle vene, il nostro sistema deve trovare il modo di riportare il sangue al suo punto di origine, per essere ricaricato con ossigeno e sostanze nutritive.

Prima di ripassare attraverso il cuore il sangue, carico di scorie, può essere filtrato da una serie di organi: il fegato (attraverso l’arteria epatica) e la milza (attraverso l’arteria splenica).
La milza agisce come centro linfatico e ricicla i globuli rossi alla fine della vita.

Il ritorno del sangue venoso al cuore è un compito facile quando il flusso di sangue coopera con la gravità, scendendo – per esempio, dalla testa al torace.

Tuttavia, quando deve combattere contro la gravità, dai piedi all’addome, il compito è molto più difficile.

Su questa lunga distanza, il lavoro si svolge grazie all’azione dei muscoli scheletrici che, durante i movimenti delle nostre gambe, agiscono come una pompa passiva.

Immagina, per esempio, che il tuo polpaccio si contragga e prema sulle vene circostanti.
Le vene sono dotate di valvole che impediscono al sangue di fluire nuovamente verso il basso.
Sotto la pressione dei muscoli, il sangue può quindi solo risalire.

Il sangue progredisce a tappe: tappa dopo tappa, contrazione dopo contrazione, fino a raggiungere la sua destinazione.
Una volta nella zona addominale, la respirazione prende il sopravvento e la pressione che esercita funge anche da pompa.

Guasto alla valvola: l’insufficienza venosa

Quando la struttura delle vene comincia a degradarsi, appaiono due fenomeni.

In primo luogo, le valvole perdono la loro integrità e non trattengono più il sangue, che scende di nuovo ai livelli più bassi, creando un fenomeno di gonfiore e di ritenzione di fluido.
Si dice che le valvole siano “incontinenti”.

In secondo luogo, la parete venosa perde la sua elasticità: le vene delle gambe assumono un aspetto gonfio e tortuoso, e diventando vene varicose.

E il primo fenomeno aggrava il secondo, dato che l’accumulo di sangue nelle parti inferiori crea una forte pressione sulle pareti delle vene, che perdono gradualmente la loro elasticità.

Ma, attenzione: i sintomi fastidiosi non sono sistematicamente associati alla dimensione e all’aspetto tortuoso delle vene varicose, e neppure questo riflette necessariamente lo stato delle vene in profondità.

Le cause dell’insufficienza venosa

Come per molti problemi di salute, l’insufficienza venosa è multifattoriale: causata o aggravata da diversi fenomeni che si sovrappongono.

  • Ereditarietà: se i genitori hanno avuto problemi di ritorno venoso, si parte da una debolezza costituzionale che bisogna tenere presente, perché si dovrà agire precocemente, preventivamente, fin dai primi sintomi, anche se si è ancora giovani (meno di quarant’anni).
  • Gravidanze, che possono portare alla comparsa di vene varicose o di emorroidi conseguenti, in quanto il bambino fa pressione sulla vena cava inferiore e blocca il ritorno venoso.
  • Essere una donna: purtroppo, le donne sono molto più colpite degli uomini.
  • Le posizione stazionarie (soprattutto in piedi) per lunghi periodi di tempo: le cameriere di un ristorante, gli operatori commerciali o le infermiere, ad esempio, sono particolarmente colpiti.
  • Occupazioni che richiedono frequenti e lunghi viaggi aerei. Gli uomini e le donne d’affari sono spesso affetti, con il rischio aggiuntivo di flebite. I cambiamenti di pressione contribuiscono al problema.
  • I vestiti molto stretti intorno alla vita, che modellano una figura che corrisponde meglio ai criteri della moda ma che ostacolano la circolazione nell’addome.
  • Il sovrappeso e l’obesità, poiché la massa addominale crea una resistenza che impedisce un buon ritorno venoso. Inoltre il sovrappeso spesso porta ad una diminuzione dell’attività fisica e alla perdita di massa muscolare. Il sistema di pompaggio diviene carente.
  • Una dieta troppo pesante, troppo ricca. Infatti, un pasto troppo pesante può creare una congestione del sangue intorno ad alcuni organi digestivi come il fegato. Questa congestione creerà una resistenza che si opporrà al ritorno venoso. Avrai di certo notato che le gambe, dopo un pasto particolarmente abbondante, sono più pesanti.
  • La stitichezza cronica, che creerà anche una pressione sulle vene pelviche attraverso l’accumulo di massa fecale nel colon.

Le patologie venose

I disturbi venosi possono essere classificati come segue, dai più benigni ai più gravi (in base alla classificazione CEAP utilizzata dai flebologi):

  • Varicosità (dette anche teleangectasie): piccoli vasi rossi o blu, molto superficiali, situati nel derma, e/o piccole vene varicose sottocutanee sinuose (meno di 3 mm di diametro);
  • Vene varicose sottocutanee sinuose di diametro superiore a 3 mm;
  • Edema (gonfiore della gamba dovuto all’accumulo di liquidi);
  • Pigmentazione, porpora (lesione emorragica della pelle di colore violaceo), ipodermite varicosa (infiammazione del tessuto sottocutaneo dovuta alla mancanza di circolazione);
  • Ulcera varicosa cicatrizzata (l’ulcera varicosa è una ferita non dolorosa, spesso provocata da uno shock, che ha difficoltà a guarire a causa di un’insufficienza venosa);
  • Ulcera varicosa aperta che non può più guarire.

La sensazione di gambe pesanti e dolorose è il più delle volte comune a queste diverse fasi.

Una delle complicazioni classiche delle malattie venose è la trombosi venosa o flebite, caratterizzato dalla formazione di un coagulo di sangue in una delle vene della gamba. Il coagulo può formarsi in una vena superficiale o in una vena più profonda e più grande.

La flebite si sviluppa solitamente in una vena del polpaccio.
Può portare a dolori al muscolo del polpaccio, intorpidimento, formicolio o sensazioni di caldo, e aumento di volume del polpaccio stesso.
Il coagulo può rompersi, e causare un’embolia polmonare.
La flebite è quindi una situazione grave che richiede un immediato controllo medico.

Insufficienza venosa: i trattamenti medici

In caso di insufficienza venosa, il medico potrà suggerire le seguenti soluzioni, dalla più lieve alla più invasiva.

  • Indossare calze a compressione graduata. La contenzione (pressione esercitata dalle calze) può essere debole, media, forte o molto forte, a seconda della gravità della situazione.
  • Farmaci venotonici, che possono includere prodotti naturali o molecole di sintesi.
  • Trattamenti anticoagulanti, di solito riservati alle trombosi venose o, talvolta, come misura preventiva quando la persona è a rischio di sviluppare coaguli.
  • La sclerosi, che consiste nell’iniettare un prodotto sclerosante in una vena varicosa, che porterà alla distruzione della stessa. Questo non impedirà lo sviluppo di altre vene varicose (non richiede il ricovero in ospedale).
  • La chirurgia (flebectomia, estirpazione, ecc.) di vene varicose più grandi, che consiste nella rimozione di segmenti delle vene interessate (chirurgia ambulatoriale).

Insufficienza venosa: le soluzioni naturali

Ed ecco adesso le piante più utili in caso di problemi di circolazione venosa.

  • Ippocastano o Castagno d’India (Aesculus hippocastanum): l’ippocastano, frutto del castagno comune (Aesculus hippocastanum), che non va confuso con il castagno commestibile o la castagna, frutto del castagno (Castanea sativa).
    La pianta riduce la permeabilità dei vasi sanguigni e impedisce al siero di fuoriuscire dalle vene infiammate per accumularsi nei tessuti. In altre parole, è anti-edematoso,2 riducendo la sensazione di gambe pesanti. La pianta è antinfiammatoria.3 Come già detto, le vene perdono la loro integrità e il loro tessuto si degrada. Questo porta ad un’infiammazione a volte esagerata, con migrazione dei globuli bianchi per riparare l’area. L’ippocastano rallenterà la produzione di mediatori infiammatori e diminuirà il numero, l’attivazione e l’adesione dei globuli bianchi, calmando così l’infiammazione. Infine, è venotonico:4 ripristina il tono al tessuto venoso danneggiato e flaccido, esercitando un effetto contrattile, aumentando la pressione venosa e permettendo al sangue di fluire più facilmente al cuore.
    Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet5 conclude che un trattamento a base di ippocastano è efficace quanto indossare calze di sostegno.
    E… molto più facile da applicare in estate, non trovi?
    Insomma: è un piccolo tesoro di pianta per la nostra situazione, da assumere sul lungo termine.
    L’estratto alcolico, diluito, può essere applicato anche direttamente sulle gambe pesanti, massaggiandole dal basso verso l’alto (utilizzare una diluizione a 1/5: una parte di estratto a quattro parti di acqua6).
  • Pungitopo (Ruscus aculeatus)
    Avrai magari incontrato il pungitopo durante una gite in foresta: questo “piccolo agrifoglio” non va confuso con l’agrifoglio (Ilex aquifolium).
    Sono le suo radici lunghe e carnose ad essere utilizzate nelle preparazioni farmaceutiche.
    Il pungitopo è particolarmente venotonico7 e antiedematoso.8
    È una pianta che può sostituire l’ippocastano o combinarsi con esso e, come per l’ippocastano, l’estratto alcolico diluito a 1/5 può essere applicato direttamente sulle gambe pesanti.
  • Amamelide (Hamamelis virginiana)
    L’amamelide non è più di moda, vista la mancanza di recenti studi scientifici in materia.
    Dobbiamo tornare indietro, negli anni ’50 e ’70, per avere dati interessanti.
    È ricco di tannini9 e proantocianidine,10 due sostanze che ne spiegano l’azione venotonica.
    Poiché è molto astringente sulle mucose intestinali e può quindi interferire con l’assorbimento delle sostanze nutritive, assumerla lontano dai pasti.
    È particolarmente efficace per applicazioni esterne: puoi acquistare una lozione in farmacia, o fare un decotto con amamelide acquistato in erboristeria.
  • Vite rossa (Vitis vinifera)Anche la vite rossa è molto astringente, e vicina all’amamelide nella sua azione. Riduce il dolore e la congestione degli arti inferiori.11
    Vite Rossa BIO
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    5/ stars
    E' un sollievo per la circolazione delle gambe!
  • Altre risorse, da non usare come primarie perché quelle già citate hanno una storia clinica più consolidata, sono:
    • Estratto di semi d’uva,12 che protegge le vene e le valvole dalla distruzione prematura. I semi d’uva hanno un alto livello di proantocianidine oligomeriche (OPC), che sono potenti flavonoidi e antiossidanti. Studi in vitro e in vivo13 dimostrano che le OPC, vere sostanze anti-invecchiamento, sono molto più potenti della vitamina E e della vitamina C, due vitamine che ci proteggono dallo stress ossidativo.
    • Estratto di corteccia di pino marittimo,14 che inibisce gli enzimi ialuronidasi, elastasi e collagenasi responsabili della degradazione dei tessuti. È un prodotto che rimane relativamente costoso rispetto ad altri.
    • Il Ginkgo biloba rientra in alcuni preparati farmaceutici francesi per problemi di ritorno venoso.

Il massaggio della sera

Niente di meglio di un buon massaggio alle gambe alla fine di una lunga giornata di lavoro.
Se vivi con una persona che soffre di insufficienza venosa, offrile un massaggio: lo apprezzerà tanto (e anche di più…) quanto un mazzo di fiori.

Se sei la persona che soffre di insufficienza venosa, ecco due olii essenziali, da diluire nella misura di 15 gocce di olio essenziale in un cucchiaio di olio neutro (mandorla dolce, jojoba o nocciola), per massaggiare partendo dai piedi e risalendo fino alle cosce.

Olio essenziale di Cipresso sempreverde (Cupressus sempervirens)
Il cipresso è efficace nelle manifestazioni di insufficienza venosa come le gambe pesanti.15 Questo olio essenziale facilita la decongestione venosa e linfatica.

Olio essenziale di Elicriso (Helichrysum italicum)
Preferire questo olio essenziale se, oltre ai problemi venosi, si ha una pelle fragile che si segna facilmente (quindi con una rete vascolare molto sensibile alle aggressioni).

Il pediluvio

Maurice Mességué ha elogiato le virtù del pediluvio per far penetrare nel nostro corpo i principi attivi delle piante.
Ecco due metodi efficaci per l’insufficienza venosa: uno a base di oli essenziali, l’altro a base di un infuso di piante, alla maniera di Mességué.

1° Metodo
Riempire una bacinella con acqua (fredda in estate, tiepida in inverno).
Utilizzare quindi un disperdente naturale per gli oli essenziali (indispensabile perché gli oli essenziali non sono miscibili in acqua) oppure diluirli in una piccola dose di sapone liquido.
Mettere da 4 a 6 gocce degli oli essenziali menzionati, mescolare bene, poi immergere i piedi per circa 15 minuti.

2° Metodo
Preparare un infuso di cime fiorite di achillea millefoglio (Achillea millefolium: puoi trovare da solo questa pianta, abbondante nella maggior parte delle nostre regioni, oppure acquistarla in erboristeria.
Coprire bene il contenitore in cui la pianta si infonde per non perdere i componenti aromatici.
Una volta che l’infuso si è raffreddato un po’, versarlo in una bacinella di acqua fredda per ottenere una miscela a 38°C e immergere i piedi per circa quindici minuti.
L’achillea ha una particolare affinità per il sangue: agisce sui fattori di coagulazione e anticoagulazione, sul controllo neurovascolare e sulla protezione dei tessuti contro lo stress ossidativo grazie ai suoi flavonoidi.

Nutriamo le nostre vene e contrastiamo l’insufficienza venosa

L’alimentazione ha un ruolo importante nella prevenzione e nella gestione dell’insufficienza venosa.
Ecco gli alimenti che dovrebbero essere inclusi regolarmente nella tua dieta.

  1. Alimenti ricchi di antiossidanti per proteggere le vene dai danni causati dallo stress ossidativo.
    Per la vitamina C: ribes nero, peperoni rossi, fragole, agrumi, broccoli, prezzemolo.
    Per il beta-carotene: carote, patate dolci, cavolo e spinaci.
    Per il selenio: noci del brasile, fegato, frattaglie, frutti di mare e pesce.
    Per la vitamina E: noci, uova, avocado, olio di germe di grano.
  2. Alimenti ricchi di flavonoidi che proteggono l’integrità delle vene e dei capillari. I frutti rossi come il ribes e i mirtilli ne sono particolarmente ricchi, così come gli agrumi (citroflavonoidi).
  3. Se non controindicato da un trattamento in corso, alimenti che favoriscono una migliore fluidità del sangue: aglio, cipolla, zenzero, pesce di mari freddi per gli omega 3 (sardine, aringhe, sgombri, acciughe, salmone).

Abbiamo parlato di proantocianidine oligomeriche (OPC) nell’estratto di semi d’uva. Questi OPC si trovano anche nell’olio di semi d’uva, che puoi integrare con altri condimenti.

Precauzioni per l’uso

La maggior parte delle piante menzionate in questo articolo sono controindicate durante la gravidanza o l’allattamento.
Inoltre, è possibile che l’escolina, il principio attivo dell’ippocastano, possa potenziare gli effetti dei farmaci anticoagulanti. In caso di dubbi, chiedi consiglio al tuo medico.

Conclusioni

Come abbiamo visto, alcuni organi come il fegato svolgono un ruolo critico nel ciclo sanguigno.
Torniamo così al principio fondamentale della naturopatia, che guarda alla vitalità dell’individuo nel suo insieme e rivede ogni funzione del sistema.

Perché sotto la sintomatologia localizzata ci sono molto spesso disturbi fisiologici più generali.

La prevenzione rimane sempre il metodo più sicuro per evitare disturbi a lungo termine.
Se con l’età compaiono piccoli segnali di avvertimento (gambe pesanti, ritenzione idrica alle caviglie, il desiderio di massaggiare i polpacci la sera) ascolta questi segnali, perché ti permetteranno di agire in anticipo contro l’insufficienza venosa.


Bibliografia

  1. Collège de Médecine Vasculaire et de Chirurgie Vasculaire, Thème 136 – Insuffisance Veineuse Chronique.
  2. Alternative Medicine Review Volume 14, Number 3, 2009, Aesculus hippocastanum (Horse chestnut) monograph
  3. Guillaume M, Padioleau V. Veinotonic effect, vascular protection, antiinflammatory and free radical scavenging properties of horse chestnut extract. Arzneimittelforschung 1994;44:25-35.
  4. Annoni F, Mauri A, Marincola F, Resele LF. Venotonic activity of escin on the human saphenous vein. Arzneimittelforschung 1979;29:672-675.
  5. Diehm C, Trampisch HJ, Lange S, Schmidt C. Comparison of leg compression stocking and oral horse-chestnut seed extract therapy in patients with chronic venous insufficiency. Lancet 1996 ;347:292-294.
  6. Moore, Michael, Materia Medica, 5th Edition, 1995
  7. Parrado F, Buzzi A. A study of the efficacy and tolerability of a preparation containing Ruscus aculeatus in the treatment of chronic venous insufficiency of the lower limbs. Clin Drug Invest 1999;18:255-261.
  8. Rudofsky G. Efficacy of Ruscus extract in venolymphatic edema using foot volumetry. In: Vanhoute PM, ed. Return Circulation and Norepinephrine: An Update. Paris, France: John Libbey Eurotext; 1991:121-130.
  9. Wang H, Provan GJ, Helliwell K. Determination of hamamelitannin, catechins and gallic acid in witch hazel bark, twig and leaf by HPLC. J Pharm Biomed Anal. 2003 Nov 24;33(4):539-44.
  10. Dauer A, Rimpler H, Hensel A. Polymeric proanthocyanidins from the bark of Hamamelis virginiana. Planta Med. 2003 Jan;69(1):89-91.
  11. Rabe E, Stücker M, Esperester A, Schäfer E, Ottillinger B. Efficacy and tolerability of a red-vine-leaf extract in patients suffering from chronic venous insufficiency–results of a double-blind placebo-controlled study. Eur J Vasc Endovasc Surg. 2011 Apr;41(4):540-7. doi: 10.1016/j.ejvs.2010.12.003.
  12. Zhang Y, Shi H, Wang W, Ke Z, Xu P, Zhong Z, Li X, Wang S. Antithrombotic effect of grape seed proanthocyanidins extract in a rat model of deep vein thrombosis. J Vasc Surg. 2011 Mar;53(3):743-53.
  13. Bagchi D, Bagchi M, Stohs Sj, Ray SD, Sen CK, Preuss HG. Cellular protection with proanthocyanidins derived from grape seeds. Ann N Y Acad Sci. 2002 May;957:260-70.
  14. Gulati OP. Pycnogenol® in chronic venous insufficiency and related venous disorders. Phytother Res. 2014 Mar;28(3):348-62.
  15. Bruneton, Jean, « Pharmacognosie, phytochimie, plantes médicinales », 4e éd., 2009

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