Quando l’intestino dice « no »…

Sei alla famigerata prova costume: le tue riviste preferite mostrano giovani donne snelle in copertina e ti invitano a perdere quei chili sgradevoli che hai accumulato?
È noto: per rinnovarsi, i giornali inventano regolarmente diete dimagranti sempre diverse. La “dieta senza questo” o la “dieta con quest’altro”… quante donne e uomini hanno o hanno avuto problemi di peso? E tra tutte, quale dieta scegliere?

L’esperienza però insegna a bandire le “diete per tutti” per “individualizzare” la nutrizione di ognuno: ma come definire una dieta adatta non a tutti ma a ogni singolo individuo?

Per farlo, si deve prima di tutto analizzare le carenze (i deficit nutrizionali in vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi, etc), e le tolleranze personali ai nutrimenti, alimenti, additivi, etc.

Il fenomeno di tolleranza interviene a livello della parete intestinale dell’intestino tenue.

Che cos’è la “tolleranza”?
Gli alimenti sono decomposti nel nostro tubo digerente: questi componenti non devono aggredire la parete del nostro intestino pena, nel tempo, l’alterarla fisicamente.
Si sa: una buona digestione inizia dalla bocca (i nostri genitori ce lo hanno sempre detto e avevano ragione): masticare bene è essenziale, perché attraverso la masticazione la saliva partecipa attivamente e efficacemente nel processo della digestione, che continua poi nello stomaco e nella parte superiore dell’intestino (il duodeno), dove gli enzimi epatici, biliari e pancreatici hanno un ruolo cruciale.

Ma è nell’intestino tenue che avviene la parte essenziale.

In presenza di un alimento, il nostro sistema può comportarsi in tre modi:

  • lo lascia passare senza reagire, il cibo è riconosciuto e accettato.
  • se non riconosce il cibo reagisce e coinvolge il sistema immunitario. Si parla allora di ipersensibilità alimentare.
  • reagisce quando alcuni alimenti contengono molecole che provocano reazioni tossiche non immunologiche: si parla in questo caso di intolleranza alimentare.

Il sistema immunitario dell’intestino tenue è impressionante ed è il più importante dell’organismo: è provvisto di cellule immunitarie su tutta la sua lunghezza (dai 5 ai 7 metri) e su tutta la superficie (200 metri quadri!).

La protezione agisce in 3 modi:

  • con un fenomeno di “esclusione” grazie agli anticorpi di tipo IgA (immunoglobuline A): le sostanze estranee vengono eliminate prima di passare la barriera intestinale;
  • con un fenomeno di “eliminazione”: alcuni aggressori vengono eliminati dalle cellule del fegato;
  • con un fenomeno di “tolleranza orale”, per il quale alcune sostanze estranee vengono “tollerate”.

L’iper permeabilità dell’intestino: la porta aperta a molte malattie croniche

L’intestino tenue di solito è impermeabile: teoricamente nessuna macromolecola può quindi attraversarne la barriera senza prima essere stata decomposta in molecole più semplici. Questa impermeabilità è ottenuta grazie alle strette giunzioni tra le cellule della mucosa intestinale ma, in realtà, questo impermeabilità raramente è totale. Piccole quantità di macromolecole riescono comunque a passare, ma di solito non viene rilevata risposta immunitaria: è ciò si chiama un fenomeno di tolleranza orale.
In pratica quindi l’intestino tenue è spesso fragilizzato.
I colpevoli? Alcuni batteri, funghi (micosi) o parassiti, ma anche la presenza di sostanze tossiche provenienti dall’ambiente come i metalli pesanti, i pesticidi, i coloranti, i conservanti o altre molecole estranee all’organismo (xenobiotici). Anche una troppo frequente presenza di alcool o di suoi derivati sembra indurre, alla lunga, un’aggressione. Non dimentichiamo poi che alcuni trattamenti medici a lungo termine (come gli antinfiammatori, gli antibiotici o l’aspirina) non lasciano mai indenne questa parte così importante del nostro organismo. Queste alterazioni causano un cambiamento della struttura delle cellule della parete intestinale (in inglese «tights junctions»), un peggioramento di ritorno della disbiosi (squilibrio nella flora intestinale) e una diminuzione della tenuta della barriera cellulare. Alcuni alimenti non completamente digeriti passeranno così “illegalmente” la parete: il sistema immunitario non li riconosce più e reagirà, in particolare mediante reazioni dette “allergiche”.

Queste iper sensibilità alimentari o allergie di tipo III che ci rovinano la vita

Cosa succede allora?
Gli alimenti incriminati provocano l’apparizione di anticorpi IgG (le immunoglobuline G). Questi anticorpi, a differenza degli IgE, non causano manifestazioni cliniche immediate ma non per questo sono innocui: vanno infatti a formare con l’alimento un “complesso immune” che verrà successivamente depositato in alcuni tessuti, come la pelle o le articolazioni.
Questi complessi immuni sono tanto più importante a seconda della frequenza e della quantità del cibo consumato, ed è allora che il problema diventa acuto: i depositi aumentano e causano alcune malattie dette “autoimmuni” (artrite reumatoide, spondilite, diabete, etc).

È bene essere consapevoli di questi meccanismi, perché la soluzione esiste: interrompendo anche temporaneamente il consumo di questi alimenti, si consente all’organismo di eliminare le scorie e di ritrovare una condizione di (quasi) normalità.

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