Il Cordyceps è all’altezza della sua leggenda?

Cordyceps sinensis è talmente raro che in passato, in Cina, solo l’imperatore lo consumasse per reintegrare il suo Qi

Oggi la fama di Cordyceps sinensis si estende ben oltre i confini della grande muraglia e, buona notizia: è diventato accessibile anche per noi, comuni mortali. E sarebbe davvero un peccato privarsene!

Che cos’è il Cordyceps?

Il suo nome cinese, 冬虫夏草, significa letteralmente “Insetto in inverno, fiore in estate” Cordyceps è conosciuto con molti nomi: Tochukaso o Tocheikasa in Giappone, Dong Chon Xia Cao in Cina, Chong Cao, Yartsa Gunbu, Ophiocordyceps sinensis oppure Jeera jhar, Jeevan buti, Keeda ghass, Chyou kira, Sanjeevani bhooti, nomi comuni in Nepal.

Il Cordyceps, della famiglia delle Cordycipitaceae, è il frutto di uno dei cicli biologici più sorprendenti della natura: cresce su un bruco o, più esattamente, in un bruco!

Infatti le spore di questo singolare fungo infettano le larve delle farfalle in autunno e il micelio va a parassitare poi il corpo del bruco, mantenendone la forma fino alla fine dell’inverno.
Quando il corpo del bruco diventa marrone, il Cordyceps decide di riprodursi e, nella testa del bruco, compare un piccolo organo riproduttivo, lo sporoforo, lungo da 5 a 10 cm, di colore marrone scuro o nero, che crescerà in primavera e all’inizio dell’estate.

La raccolta del Cordyceps non è agevole: avviene carponi, osservando da vicino la vegetazione “corta e marrone”… è come cercare un ago in un pagliaio!
[Quando si raccoglie un fungo, si tratta in realtà del suo organo riproduttivo la cui funzione è diffondere le spore. Il “fungo”, invece, è sotto terra, ed è il micelio. ]

Il Cordyceps si trova solo negli altipiani dell’Himalaya, limitatamente ad altitudini comprese tra i 3000 e i 5000 metri: in Tibet e in alcune parti del Bhutan, della Cina e del Nepal.

Una piccola quantità di Cordyceps può essere venduta a un prezzo molto alto e rappresenta oggi una fonte di reddito per molte famiglie tibetane.
Ma le conseguenze sono negative per l’ambiente perché il fungo, oltre ad essere raccolto in eccesso, viene raccolto prima che rilasci le spore, e quindi niente più ciclo riproduttivo. Ma questo permette a certe popolazioni di sopravvivere: e… si apre il dibattito.

Parallelamente a questo mercato dai prezzi elevatissimi, negli anni ’80 alcuni Paesi hanno iniziato a coltivare il Cordyceps in laboratorio, dando vita a varianti, come il CS-4 o il Cordyceps militaris, che sembrano avere più o meno le stesse proprietà1 del fungo originario. Questo sistema di coltivazione permette la sua produzione in un substrato liquido completamente naturale da cui si ottiene il micelio di Cordyceps, ricco di biomolecole attive simili a quelle del carpoforo selvatico.

Proprietà, uso e applicazioni di Cordyceps

Viste le sue proprietà energizzanti, la tradizione popolare lo utilizza come aiuto in caso di affaticamento, ossigenazione, sviluppo muscolare, fertilità, mancanza di libido, impotenza e come potente antivirale.

Il Cordyceps sinensis non è un fungo comune, che può essere degustato come il Boletus o lo Shiitake. Viene consumato principalmente come estratto concentrato, in polvere o disidratato e macinato, poiché ha una consistenza molto dura.
Viene tradizionalmente usato come condimento per zuppe, ripieni di carne, come aggiunta a stufati e verdure o la sua polvere viene preparata come infuso.

La massima concentrazione delle proprietà attive del Cordyceps la si ottiene sotto forma di estratto, che può essere ottenuto con tecnologie sostenibili, senza denaturare i suoi composti e concentrando le biomolecole attive della sua composizione per un migliore utilizzo delle sue proprietà.

Da anni gli studi e la ricerca confermano i suoi molteplici benefici: sono stati scritti più di 2.000 articoli scientifici su questo fungo, e i suoi “potenziali benefici” sono stati ampiamente riportati dai media e dalla stampa.

Cordyceps è ricco di biomolecole naturalmente attive come i beta-glucani, l’ergosterolo o provitamina D, gli aminoacidi essenziali, l’acido linoleico e linolenico e altre vitamine e minerali.

Ecco i suoi principi attivi principali:

  • Beta-glucani: come i β-(1,3), (1-6)-D-glucani;
  • Cordyceptina: analogo nucleosidico dell’adenosina, prodotta dall’organismo stesso e coinvolta in molti processi biochimici;
  • Ergosterolo: principale sterolo e fonte di vitamina D2;
  • Adenosina: nucleoside;
  • Acido cordicettivo;
  • Vitamine: E, B1, B2, B12, E e K;
  • Acido α-linolenico (ALA) e Acido linolenico (LA): acidi grassi polinsaturi essenziali della serie omega-3 e omega-6;
  • Minerali e olioelementi: Manganese, Zinco, Selenio, Fosforo, Cromo.

L’elevato contenuto di cordycepina, insieme all’acido cordycepico e all’adenosina contenuti nel Cordyceps, ne fanno una formula energizzante unica, di alto valore terapeutico e di grande interesse per la ricerca scientifica.

I principali ambiti di studio per Cordyceps sono:

  • Sistema muscoloscheletrico: fatica e stanchezza nell’osteoartrite e nello sport, nonché sviluppo muscolare.
  • Salute riproduttiva e sessuale: libido, potenza e ormoni sessuali (anche in relazione al sistema endocrino).
  • Sistema metabolico-endocrino: regolazione ormonale.
  • Supporto integrativo: studi sulla sua attività in combinazione con i trattamenti convenzionali e sul suo effetto sulla qualità della vita.
  • Altro: immunologia e sistema respiratorio (funzione polmonare).

Il Cordyceps è noto anche come “Viagra tibetano” per il suo potenziale in aree quali la fertilità e la libido negli uomini e nelle donne. Per questo motivo viene molto utilizzato nella medicina tradizionale asiatica come “rinvigorente sessuale e stimolante della riproduzione”.

Detto questo, vediamo come la scienza abbia convalidato le proprietà del fungo.

Cordyceps sinensis

Favorisce le naturali difese dell'organismo.
Funzionalità delle prime vie respiratorie, azione tonica e di sostegno metabolico.

Cordyceps sinensis
5/stars
Ottimo preparato!

Gli antichi avevano ragione

Il nostro Cordyceps quindi, è innanzitutto un fungo adattativo, cioè in grado di sostenere il metabolismo di fronte a malattie o stress, persino nella prevenzione e nel trattamento del cancro, rallentando la crescita e la divisione delle cellule.

È la cordycepina2, a renderlo unico nel prevenire la crescita tumorale e l’attacco delle cellule tumorali ad altri tessuti.3
Bilanciando lo Yin e lo Yang,4, il Cordyceps sarebbe anche in grado di modulare le attività immunitarie (studi sui topi lo hanno già dimostrato5), dato che offre qualche speranza anche per le malattie autoimmuni (se viene combinato con l’artemisinina, i risultati sono sorprendenti).

Il Cordyceps potrebbe ridurre le recidive della nefropatia, una malattia renale che colpisce spesso le persone affette da lupus.
Un’osservazione6 su 5 anni e su 61 pazienti (31 dei quali hanno ricevuto Cordyceps e artemisinina) si è dimostrata molto più efficace del gruppo di controllo, con minori effetti collaterali (e ciò non sorprende, vista l’affinità di questo fungo con i nostri reni).

Cordyceps protettore dei reni

L’effetto protettivo7 del fungo è stato osservato in un gruppo di pazienti che hanno ricevuto il Cordyceps in aggiunta a un antibiotico aminoglicoside che aveva causato tossicità renale e uditiva.
Il Cordyceps ha anche un effetto stimolante sui pazienti con insufficienza renale cronica (CKD) alla dose di 3-5 g al giorno.8

Le sue incredibili capacità sui reni hanno naturalmente portato a studi9 per ridurre il rischio di complicazioni dopo un trapianto di rene. Dei 202 pazienti, 93 hanno ricevuto 3 g di Cordyceps al giorno, in aggiunta all’immunosoppressore somministrato al gruppo di controllo, la ciclosporina (CsA). Sebbene i tassi di sopravvivenza non fossero significativamente diversi, le incidenze di epatotossicità e nefrotossicità nei pazienti trattati erano inferiori rispetto al gruppo di controllo.
Le dosi e le concentrazioni di immunosoppressori sono state ridotte senza aumentare il rischio di rigetto, ritardando la progressione della malattia renale cronica.

Non è necessario essere un grande atleta

Uno studio in doppio cieco10 ha esaminato l’effetto del Cordyceps sulla prestazione fisica in soggetti sani di età compresa tra 50 e 75 anni per 12 settimane.

L’integrazione con 3 g di Cs-4 3 volte al giorno, ha migliorato le prestazioni fisiche e ha contribuito al benessere dei soggetti anziani.

Una nuova specie coltivata11 scoperta nel 2008 nel sud della Cina (e approvata dal Ministero della Salute cinese nel 2013) ha mostrato capacità simili a quelle dell’oro bruno tibetano: effetto anti-fatica nello sport (abbassando dell’acido lattico nel sangue), prolungamento della vita, effetto terapeutico sull’insufficienza renale cronica, attività antiossidante e antivirale sull’influenza aviaria.

Questo fungo, il Cordyceps guangdongensis, ha persino avuto un effetto antinfiammatorio12 sulla bronchite cronica, il che ci porta a parlare del suo effetto sul sistema respiratorio, soprattutto in questo periodo.

Cordyceps potrebbe essere efficace contro Covid-19?

Il Cordyceps può alleviare i sintomi di diverse malattie delle vie respiratorie, come la rinite allergica e l’asma.13 Lungi dall’essere limitato alle più comuni malattie allergiche croniche, il Cs-4 ha il potenziale per mitigare le reazioni di ipersensibilità immunitaria.

Sebbene non sia ancora disponibile un farmaco specifico, la cordycepina,14, già nota per la sua attività antivirale, potrebbe destabilizzare gli RNA della SARS-CoV-2, impedendo la moltiplicazione virale nell’ospite.15

Importante da ricordare

Da ricordare

Cordyceps è antiossidante, antinfiammatorio, battericida, antitumorale, tonico, immunomodulatore, antivirale, antimicotico.
Ma rivolgersi ad un medico esperto in medicina cinese o a un micoterapeuta per ottenere un trattamento personalizzato rimane l’approccio più prudente. È opportuno fare attenzione in caso di trattamento immunosoppressivo.

Referenze

  1. Role of fructose in NASH defined, Nature Reviews Endocrinology , 2020.
  2. The Role of Vitamins in the Pathogenesis of Non-alcoholic Fatty Liver Disease, Integr Med Insights. 2016
  3. Effect of Vitamin E and Alpha Lipoic Acid in Nonalcoholic Fatty Liver Disease: A Randomized, Placebo-Controlled, Open-Label, Prospective Clinical Trial (VAIN Trial), Open Journal of Gastroenterology , 2014.
  4. Effect of alpha-lipoic acid supplementation on lipid profile: A systematic review and meta-analysis of controlled clinical trials, Nutrition, 2019.
  5. The role of zinc in the prevention and treatment of nonalcoholic fatty liver disease,Metabolism Open, 2021.
  6. Magnesium, Little Known But Possibly Relevant: A Link between NASH and Related Comorbidities, Biomedicines, 2021.
  7. N-Acetyl Cysteine Targets Hepatic Lipid Accumulation to Curb Oxidative Stress and Inflammation in NAFLD: A Comprehensive Analysis of the Literature, Antioxydants, 2020.
  8. Substitution of linoleic acid with α-linolenic acid or long chain n-3 polyunsaturated fatty acid prevents Western diet induced nonalcoholic steatohepatitis, Scientific Reports, 2018.
  9. Expert Opinion on the Management of Non-Alcoholic Fatty Liver Disease (NAFLD) in the Middle East with a Focus on the Use of Silymarin, Gastroenterology Insights, 2021.

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