Ericaceae: brugo e erica arborea

Calluna vulgaris L. – Erica Arborea L.

Famiglia delle Ericaceae
Parti utilizzate: sommità fiorite

Brugo

Conosciuta anche con il nome di Erica o Erica selvatica (Erica vulgaris). La taglia di questo arbusto è molto variabile: dai 10 ai 100 cm. Le foglie sono persistenti, ridotte quasi a piccole scaglie (1-3 mm), densamente embricate in quattro file longitudinali a sezione triangolare e di forma lanceolato-squamiformi. I fiori sono raggruppati in spighe compatte e spesso unilaterali. Se la corolla e il calice sono dello stesso colore, rosa porporina, la prima è costituita da quattro parti più piccole dei quattro sepali petaloidi che la circondano. Alla base dei fiori sono presenti quattro piccole bratteole lineari (epicalice).
La troviamo in terreni acidi ben drenati, in pieno sole o parzialmente in ombra, nei boschi di conifere e nelle torbiere.

Ho colto questo filo di brughiera
Ricordati che l’autunno è morto
Non ci vedremo più sulla terra
Odore del tempo filo di brughiera
Ricorda ancora che io ti aspetto.
Apollinaire, L’addio

Le Ericaceae sono una grande famiglia che comprende prevalentemente arbusti. I due generi più grandi  sono il Rhododendron e l’Erica, adattatasi ai climi secchi grazie alle foglie ridotte a scaglie.
Le eriche (o brughiere) sono molto mielifere e permettono di ottenere un miele bruno con cui si fa il pan di spezie. Utilizzate di solito per fabbricare scope, il nome Calluna deriva dal greco kallýno, “pulire”, mentre il nome Erica viene dall’antico nome greco di una brughiera mediterranea ereiko, “spezzo”, “rompo”, o perché i suoi rami si spezzano facilmente o per la proprietà della pianta nello  sciogliere i calcoli.
Se l’erica arborescente (il brugo) e l’erica cinerina (Erica cinerea L.) hanno goduto presso gli antichi di grande stima per combattere i calcoli, l’uso popolare ha consacrato queste piante come rimedi per le infezioni dell’apparato urinario: esercitano infatti una notevole azione diuretica e antiputrida che giustifica il loro impiego nel trattamento delle cistiti, urine purulente, coliche nefritiche e talvolta vaginiti con perdite bianche.
Le eriche sono utilizzate in Corsica per curare efficacemente le prostatiti (con un decotto di sommità fiorite).
Sono state utilizzate anche per il trattamento dei reumatismi (vie interna e esterna).


Costituenti principali

Il brugo è ricco di tannini (il 7% circa) e contiene acidi organici (fumarico, maleico, citrico), ossalato di calcio, glucosidi: arbutina (arbutoside) circa il 0,60% e ericina, tracce di idrochinone e pentosani [Garnier et al, 1961].
Se il brugo contiene poco arbutoside, l’erica cinerina non ne contiene affatto: entrambe hanno però proantocianidine e numerosi flavonoidi [Bruneton, 1993].


Uso

Infuso

50 grammi in un litro d’acqua da lasciare in infusione per dieci minuti. Berne un litro al giorno.

Soluzione idroalcolica

40 gocce tre volte al giorno.

Estratto fluido

2 grammi al giorno.

Opercoli

Polvere totale della pianta (fitoterapici sul mercato).

Calluna vulgaris TM

40 gocce tre volte al giorno.


Oggi, alla luce della scienza

Le eriche sono vicine all’uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng) per i loro costituenti e per le loro attività, con un più debole tenore in arbutoside (l’uva ursina ne contiene dal 6 al 10%).
Il metabolismo e le proprietà farmacologiche dell’arbutoside sono note: l’idrochinolo, liberato per idrolisi dall’arbutoside, è batteriostatico in vitro rispetto a stafilococchi e altri germi.1 Le eriche sono state proposte come astringenti, diuretiche e antisettici urinari (infiammazioni acute o croniche delle vie urinarie). I flovonoidi presenti in queste piante influiscono sulla diuresi e l’infiammazione.
Il brugo è stato oggetto, come molte altre piante svedesi, di una valutazione della sua attività antinfiammatoria2: sono state testate in vitro l’attività inibitoria della biosintesi delle prostaglandine e dell’esocitosi introdotte dal Platelet activating factor (PAF, il fattore attivante le piastrine). L’estratto di brugo è stato efficace nei due test e si è rivelato come uno dei tre estratti più potenti per attività inibitoria enzimatica nei confronti della ciclossigenasi. La relazione tra gli effetti in vitro e l’impiego tradizionale resta da confermare.
E’ stato dimostrato anche come l’estratto acquoso di brugo agisca da inibitore specifico della 5-lipossigenasi, e mostri le suoi potenti attività antiproliferative sulle cellule leucemiche umane HL603. Un altro studio4 si è interessato a un composto triterpenico del brugo, l’uvaolo, e ha dimostrato che l’uvaolo e l’acido ursolico inibiscono la proliferazione delle cellule tumorali gastriche (HGT) e delle cellule cancerose del seno nell’essere umano. L’effetto è dose-dipendente e l’uvaolo sembra meno potente dell’acido ursolico.
Il dottor Valnet (Phytothérapie, 1992) ricorda l’uso di un olio di erica contro lentiggine, arrossamenti e piaghe, che ricorda l’impiego dell’idrochinone in pomate o creme come schiarente in trattamenti locali di iperpigmentazione cicatriziale, maschera gravidica e  efelidi, visto che l’idrochinone è un inibitorie della sintesi della melanina.


Bibliografia

  1. JAHODAR L. & coll, 1985
  2. TUNON H., OLAVSDOTTER C. & BOHUN, 1995
  3. NAJIS A. & coll., 1992
  4. ES-SAADY D., DELAGE C., SIMON A. & CHULIA A.J., 1995

 

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