Dipendenza: le piante che liberano dalla prigione

Dipendenza o assuefazione? A volte il confine è sottile.
Ma se hai deciso di smettere, ecco che cosa può aiutarti in fitoterapia.

Oltre alla schiavitù del tabacco, dell’alcol o delle droghe pesanti, oggi le dipendenze interessano molti ambiti delle nostre vite,
e nuovi e recenti comportamenti sono emersi, come la cyberdipendenza, le patologie da acquisti compulsivi, le dipendenze affettive, il gioco etc.
Vediamo come le piante, in particolare gli oli essenziali, possano aiutare chi decida di “uscirne”.

Dipendenza o assuefazione?

È bene distinguere i due termini perché, per quanto spesso vengano associati, l’uno può esistere senza l’altro. L’organismo infatti può essere abituato, assuefatto ad uno stimolo, riuscire cioè  a tollerarne una maggiore esposizione senza che per questo vi sia dipendenza. Analogamente (ma è più raro) nei casi di dipendenza da una sostanza, non è necessario aumentare l’intensità della stimolazione per ottenere lo stesso effetto.
Una persona è dipendente quando non può più fare a meno di consumare, pena sofferenze fisiche e / o psicologiche.
E la sua vita quotidiana ruota attorno alla ricerca e all’assunzione della sostanza in questione. La dipendenza può installarsi improvvisamente o in modo progressivo. Il consumatore può avere l’impressione di controllare il suo consumo ma, spesso, diventa dipendente di una sostanza senza rendersene conto.
La dipendenza è caratterizzata da:

  • l’incapacità di resistere alla tentazione di consumare;
  • l’aumento di tensione interna, di ansia, prima del consumo abituale;
  • il sollievo durante il consumo:
  • la sensazione di perdita di autocontrollo.

Lo svezzamento

Si parla di svezzamento quando una persona interrompe in modo improvviso o graduale l’assunzione di una sostanza psicoattiva, presentando così una serie di sintomi.
Chi smette di fumare potrà avere qualche leggero capogiro (dovuto alla perdita di iperventilazione causata dall’azione del fumare);  l’astinenza da nicotina porta a una sovrimpressione cefalica (con conseguente mal di testa) e il deficit sempre di nicotina aumenta le contrazioni dello stomaco, e sarebbe questa la causa della diminuzione del senso sazietà con conseguente aumento dell’appetito (effetto collaterale particolarmente temuto…). Inoltre, l’eliminazione del surplus di muco (prodotto per  trattenere il catrame e le altre sostanze chimiche della sigaretta), provoca tosse.

Come trattare le dipendenze?

Nel caso di tossicomanie (e anche il fumo È una tossicomania), con un sostegno psicologico, trattamenti di disintossicazione o programmi di sostituzione che possono essere istituiti sotto controllo medico. Si deve tuttavia essere consapevoli che il rischio di ricaduta è alto, e spesso sono necessari più cicli di cure per porre fine a una dipendenza.
La medicina naturale può aiutare molto: fitoterapia, aromaterapia, rilassamento, ipnosi.

In fitoterapia

In primis, le piante che agiscono sul sistema nervoso, vale a dire calmanti, lenitive e riequilibranti, permettono di attenuare la compulsione e sono utili in tutte le dipendenze.
Ma vediamo tutte le possibilità che la natura ci offre come aiuto.

  • Le piante regolatrici del sistema nervoso quindi, come l’angelica (radice), la melissa (pianta), il biancospino (sommità fiorite) o la valeriana (radice).
  • Le piante dette adattogene, (che consentono all’organismo di adattarsi allo stress), aiutano la disintossicazione da tabacco e alcool: la rhodiola, il kudzu (radici), l’avena (pianta).
  • Le piante drenanti: l’ortica, la bardana (radici) e il tarassaco (pianta e radice).
  • Le piante drenanti a livello polmonare: la piantaggine, il marrubio, l’eucalipto (foglie) e il timo.
  • Infine, esistono piante tradizionalmente conosciute per far provare disgusto al gusto di alcool: lo zenzero in decotto, l’assenzio e il timo in infusione.

In aromaterapia

L’aromaterapia, complementare alla fitoterapia, agisce rapidamente sugli effetti nervosi della disintossicazione. Infatti nulla vieta di respirare oli essenziali direttamente dal flacone a ogni irresistibile impulso a cedere…
Una decina di anni fa uno studio clinico ha suggerito che l’inalazione dell’olio essenziale di pepe nero (Piper nigrum, Piperaceae) potrebbe aiutare i fumatori a ridurre i sintomi dello svezzamento da tabacco. I risultati confermano che, inalato per bocca, l’olio essenziale di pepe riproduce in parte le sensazioni nelle vie respiratorie provocata dal fumo, e riduce quindi la voglia di fumare.
Da assumere quindi “ad libitum” (fino a piena soddisfazione), il pepe può essere associato anche agli oli essenziali di menta piperita (Mentha piperita, Lamiaceae) e ylang-ylang (Cananga odorata, Annonaceae). Si può preparare un flaconcino con questi oli essenziali in parti uguali, da portare sempre con se.
Altro aiuto, diffondere gli oli essenziali nell’ambiente:

  • gli odori citrici sono molto efficaci per aiutare i fumatori a disabituarsi dal tabacco, limitando gli effetti della sindrome da privazione di nicotina e in particolare dello stato di tensione che ne deriva (usare ad esempio olio essenziale di citronella (Cymbopogon citratus, Poaceae);
  • gli oli essenziali di conifere come il pino silvestre (Pinus sylvestris, Pinaceae), l’abete balsamico (Abies balsamea, Abietaceae) o altri, danno la sensazione di una passeggiata nel bosco: aprono la respirazione pulendo  i polmoni e sono davvero grandi alleati per smettere di fumare.

Più volte al giorno, a casa o al lavoro, quando possibile si potrà diffondere una miscela di questi oli (per una decina di minuti ogni ora).
Per cambiare il gusto della sigaretta ed esserne disgustati, si possono usare diverse essenze aromatiche.
Ecco un esempio di spray orale:

  • olio essenziale di camomilla romana (Chamaemelum nobile, Asteraceae): 2 ml;
  • olio essenziale di legno di sandalo (Santalum album, santalaceae): 2 ml;
  • olio essenziale di angelica (Angelica archangelica, Apiaceae): 2 ml;
  • olio essenziale di eucalipto (Eucalyptus radiata, Myrtaceae): 2 ml.

Mix da mettere in un flacone spray e da spruzzare sotto la lingua quando la voglia di fumare si fa sentire.
Infine, come in fitoterapia, sarà possibile utilizzare soluzioni drenanti usando idrolati.
Esempio di formula di drenaggio aromatico per smettere di fumare:

  • idrolato di eucalipto globulare (Eucalyptus globulus, Myrtaceae);
  • idrolato di ledum groenlandicum (Ledum groenlandicum,Ericaceae);
  • idrolato di ginepro (Juniperus communis, Cupressaceae).

In un flacone, versare 100 ml di ogni idrolato: ogni giorno diluire 3 cucchiai di miscela in 1 litro di acqua da bere nell’arco della giornata. La preparazione può essere modulata e adattata come quantità secondo le proprie preferenze “olfattive”.

Da ricordare

Una corretta igiene di vita è assolutamente indispensabile per liberarsi dalle dipendenze, e quindi:

  • dormire a sufficienza, muoversi, mangiare frutta, verdura cruda, prodotti integrali ricchi di oligoelementi, antiossidanti
    e vitamine;
  • se viene voglia di “dolce”, respirare oli essenziali o limitarsi a  piccole quantità di alimenti buoni per la salute;
  • bere molta acqua per accelerare il processo di pulizia;
  • evitare gli eccitanti (caffè, alcool, cola), i luoghi pieni di fumo e la vicinanza di fumatori;
  • in caso di “crisi”, reagire subito: fare qualcosa di piacevole, respirare profondamente, rilassarsi.

 

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