Depressione: Zafferano o Iperico? Entrambi!

Contro la depressione, Erba di San Giovanni e Zafferano per un umore positivo

Il numero di persone che soffrono di depressione è sempre più importante e l’uso di psicofarmaci, in Italia e nei paesi occidentali, è in costante aumento.

Tuttavia è noto che gli antidepressivi e gli ansiolitici possono creare dipendenza, e molte persone depresse non beneficiano pienamente del trattamento prescritto perché sviluppano resistenza a questi farmaci.

Sappiamo anche che quando si affrontano periodi impegnativi carichi di emozioni, stress e stanchezza mentale, alcune piante possono aiutare a mantenere umore e stato d’animo positivi.

Ecco perché oggi ci si orienta sempre più verso trattamenti alternativi a base di piante, come l’iperico e lo zafferano.

Quale scegliere?

Efficacia dimostrata nei casi di depressione

L’iperico (o erba di San Giovanni) e lo zafferano hanno dimostrato di essere efficaci nel trattamento della depressione lieve, moderata o grave.

Le ricerche scientifiche e le raccomandazioni di organizzazioni riconosciute evidenziano le proprietà dell’iperico1 e dello zafferano2 nel combattere la depressione.

Nel caso dell’erba di San Giovanni, i primi effetti della pianta si notano entro le prime quattro settimane di trattamento.3 Per quanto riguarda lo zafferano, appaiono generalmente nella prima settimana.4

I principi attivi di entrambe le piante sono efficaci quanto i trattamenti convenzionali, senza gli effetti collaterali ad essi associati (e questo spiega perché in Inghilterra e in Germania molti casi di depressione siano trattati con rimedi naturali).

Iperico o erba di San Giovanni

L’iperico (Hypericum perforatum) appartiene alla famiglia delle Hypericaceae ed e conosciuta anche come erba di San Giovanni.
Cresce volentieri in luoghi asciutti e lungo i bordi delle strade.

Per molto tempo è stata usata come trattamento locale per le ustioni ma, la particolarità dell’erba di San Giovanni, è l’aiuto che apporta nel mantenere (o ritrovare) umore positivo ed equilibrio emotivo. Del resto, proprio per questo era considerata dai Druidi una pianta benedetta, capace di scacciare gli spiriti maligni grazie al suo odore.

Oggi, quando pensiamo ad un antidepressivo naturale, spesso ci viene in mente proprio l’iperico.

Questa pianta medicinale con potenti proprietà antidepressive e ansiolitiche si è fatta un nome grazie alla sua efficacia e agli effetti collaterali inesistenti nella maggior parte delle persone.
È l’ipericina, la sua principale sostanza attiva, la responsabile di questa azione.

In generale l’erba di San Giovanni è molto ben tollerata, salvo rari e lievi effetti collaterali come disturbi gastrointestinali, reazioni cutanee, affaticamento, sedazione…5, che tendono a svanire abbastanza rapidamente.

Il principale pericolo di questo antidepressivo naturale è però la sua interazione con altri farmaci:6 è preferibile evitarlo durante l’assunzione di medicinali, salvo l’approvazione del proprio medico.
Anche i pazienti che assumono antidepressivi dovrebbero evitare di prendere l’erba di San Giovanni (a causa del rischio di sindrome da serotonina.7) salvo sotto controllo medico: in molti casi infatti non vi sono problemi e i loro sintomi si riducono notevolmente.

L’iperico, come molte altre sostanze, non è raccomandata per le donne in gravidanza né per le persone con disturbo bipolare.
Prima di un intervento chirurgico, può ridurre gli effetti dell’anestesia.

L’azione fotosensibilizzante dell’iperico può essere osservata solo quando se ne assumono dosi elevate;8 se viene osservato il dosaggio raccomandato di un estratto standardizzato, questo problema viene facilmente evitato.

Zafferano e depressione

Lo zafferano (Crocus sativus) è una piccola pianta perenne della famiglia delle Iridaceae ch€ fiorisce nella stagione autunnale, producendo grandi fiori viola a forma di coppa con stigmi molto lunghi e fragranti.
Sono questi stigmi che, una volta raccolti e accuratamente essiccati, vengono commercializzati.
Usato in cucina per profumare e colorare, lo zafferano è anche una pianta con importanti benefici per la salute: aiuta a rilassarsi e a mantenere un umore positivo.

Lo zafferano è considerato una pianta sicura, con pochi effetti collaterali. Questi ultimi appaiono solo dopo il consumo di alte dosi e si manifestano con ingiallimento della pelle, disturbi digestivi, intorpidimento dovuto alle proprietà sedative della pianta o sanguinamento.9
Tali inconvenienti possono essere facilmente evitati rispettando le dosi terapeutiche prescritte.

Lo zafferano è controindicato alle persone che ne sono allergiche e, in via precauzionale precauzione, alle donne in gravidanza.

Lo zafferano, a differenza dell’erba di San Giovanni, non ha interazioni farmacologiche;9 il che significa che può essere assunto anche durante un altro trattamento. Può essere combinato con antidepressivi convenzionali10 e può essere una scelta eccellente per aiutare la disintossicazione dalle molecole chimiche.

Quale pianta scegliere contro la depressione?

In realtà, una vera scelta non si pone, poiché entrambe le piante medicinali sono eccellenti rimedi naturali per combattere la depressione.
Riassumendo:

  • L’iperico è la pianta antidepressiva essenziale, ampiamente studiata e riconosciuta da molti specialisti e da varie istituzioni serie come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La sua efficacia è incredibile e ha permesso a molte persone di combattere la depressione e di ridurre (o addirittura interrompere) il loro trattamento convenzionale.
  • Anche lo zafferano è stato ampiamente studiato e il suo effetto antidepressivo in molti casi è spettacolare. La pianta è anche riconosciuta da molti specialisti e da varie istituzioni affidabili come l’OMS. Inoltre, non ha interazioni farmacologiche e può essere combinato con antidepressivi convenzionali per massimizzare i risultati senza dover aumentare la dose iniziale del trattamento.

In assoluto riteniamo che le due piante siano ottimi rimedi per la depressione e che valga la pena provarli; per scoprire quale si adatta meglio al tuo organismo e al tuo attuale stato di salute.
Ogni soggetto è diverso, ed è per questo che molti antidepressivi convenzionali (farmaci) non funzionano per tutti; lo stesso vale per i rimedi erboristici, anche se hanno il vantaggio di essere di origine naturale.

Altrimenti, c’è una terza opzione: assumerle entrambe.

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Referenze

  1. Community herbal monograph on Hypericum Perforatum L., Herba (Well-Established Medicinal Use). European Medicines Agency.
  2. Lopresti AL, Drummond PD. Saffron (Crocus sativus) for depression: a systematic review of clinical studies and examination of underlying antidepressant mechanisms of action. Hum Psychopharmacol. 2014 Nov;29(6):517-27.
  3. Millepertuis Pileje, comprimé enrobé – Résumé des caractéristiques du produit. Base de données publique des médicaments. République française.
  4. Akhondzadeh S, Tahmacebi-Pour N, Noorbala AA, Amini H, Fallah-Pour H, Jamshidi AH, Khani M. Crocus sativus L. in the treatment of mild to moderate depression: a double-blind, randomized and placebo-controlled trial. Phytother Res. 2005 Feb;19(2):148-51.
  5. Klemow KM, Bartlow A, Crawford J, et al. Medical Attributes of St. John’s Wort (Hypericum perforatum) In: Benzie IFF, Wachtel-Galor S, editors. Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects. 2nd edition. Boca Raton (FL): CRC Press/Taylor & Francis; 2011. Chapter 11.
  6. Table of herb-drug interactions based on the monographs of ESCOP.
  7. Millepertuis et dépression : attention aux interactions médicamenteuses. Revue Prescrire 2004.
  8. Schulz V. Incidence and clinical relevance of the interactions and side effects of Hypericum preparations. Phytomedicine. 2001 Mar;8(2):152-60.
  9. Le Safran (Crocus sativus L.). Institut Européen des Substances Végétales.
  10. Lopresti, A. L., Smith, S. J., Hood, S. D., & Drummond, P. D. (2019). Efficacy of a standardised saffron extract (affron®) as an add-on to antidepressant medication for the treatment of persistent depressive symptoms in adults: A randomised, double-blind, placebo-controlled study. Journal of Psychopharmacology, 33(11), 1415–1427.

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