Controlla lo stress e aumenta l’immunità

Stress? Mai sentito!

Secondo uno studio norvegese condotto su oltre 40.000 pazienti, le persone che non amano il loro lavoro sono più soggette alla malattia da reflusso gastroesofageo (GERD): lo stress, combinato con l’esaurimento, provoca un calo nella produzione di prostaglandine, ormoni che proteggono lo stomaco dall’acidità, rendendolo più sensibile.

Sebbene sia un meccanismo naturale di sopravvivenza per adattarsi al pericolo, lo stress fa (ormai) più danni di quanti ne prevenga!

L’adrenalina e la noradrenalina, i suoi inseparabili ormoni, hanno recettori sulla superficie delle cellule immunitarie. Quando lo stress diventa cronico (pressione professionale, ma anche rumore, inquinamento, incidenti, lutti…), la sovrastimolazione di questi recettori paralizza la catena di produzione delle citochine, molecole che il corpo produce, tra le altre funzioni, per contrastare i virus.

Ed è così che lo stress mette fuori gioco l’immunità.

Gonfiore addominale, diarrea, problemi digestivi e depressione ne sono i primi segni: non dimentichiamo che il sistema immunitario è alloggiato nell’intestino, a sua volta collegato dal nervo vago all’ipotalamo (la ghiandola alla base del cranio che coordina le emozioni).

Stress sano e stress dannoso

Lo stress a piccole dosi è specifico alla vita stessa, e riguarda tutte le specie viventi.
È un meccanismo di adattamento, una risposta del cervello ad una minaccia, un’aggressione, sia essa fisica, psicologica o sociale.
Lo stress ci permette di trovare la forza per combattere o fuggire a seconda della situazione, e fornisce l’energia necessaria all’organismo per affrontare le difficoltà della vita quotidiana.
Serve anche (e soprattutto) a mantenere l’equilibrio interno del corpo.

Ma il fatto è questo: c’è stress positivo e stress negativo.
Fisiologicamente, gli esseri umani sono “calibrati” per uno o anche due grandi stress al giorno (come scappare dall’orso che abbiamo alle calcagna…), e non a decine e decine di piccoli e ripetuti stress, come purtroppo spesso accade nella vita attuale.

Se cronicizzato, lo stress diventa dannoso, perché gisce sul sistema nervoso autonomo, che governa e regola tutte le funzioni riflesse del corpo (respirazione, digestione, ecc.).
Lo stress di qualsiasi tipo mette immediatamente in allerta (in modalità ortosimpatico) il sistema nervoso autonomo (ANS) .
Il corpo si prepara quindi all’azione: i muscoli sono irrigati, gli sfinteri sono chiusi, i ritmi cardiaci e respiratori sono accelerati.
Una volta salva la vita, il corpo ritorna alla normalità: l’ANS passa alla modalità di rilassamento (parasimpatico), permettendo al corpo di calmarsi e di recuperare.

Questa reazione di allerta-rilassamento non ha alcun effetto sull’organismo, a condizione che alla fase di allarme segua rapidamente una vera e propria fase di rilassamento.

D’altra parte, se il primo si assesta o si ripete frequentemente, impedendo al secondo di riprendersi a sufficienza, le due modalità si mettono al lavoro contemporaneamente, e il corpo si adatta gradualmente allo stress.
Il risultato è quello che Hans Selye (1907-1982), un medico canadese di origine austriaca, ha chiamato “sindrome di adattamento generale”  (GAS): la fase di allarme, senza alcun reale rilassamento, è poi seguita da un’altra fase di resistenza, poi da una terza, di esaurimento o collasso.

Questo è all’origine di un calo dell’immunità.

Lo stress è vissuto in modo molto variabile da un individuo all’altro, a seconda della permeabilità di ciascuno.
Lo stress può essere esogeno (rumore insopportabile, inquinamento chimico o elettromagnetico, ritmi di vita frenetici, informazioni continue che provocano ansia, ecc.) o endogeno (lutto, conflitti, dolore, esami, ecc.).
Anche una carenza metabolica è una fonte di stress endogeno.
Il magnesio, proprio perché prezioso nei casi di stress, è il primo a venir meno quando questo stato diventa cronico e, ancor più, in una fase di esaurimento.

Stress e immunità

Lo stress psicologico, o stress cronico, e l’immunità sono ovviamente collegati.
Questo tipo di stress influisce sull’immunità, sia immediata (innata) che ritardata (adattiva).
Ancora più sorprendentemente, gli studi dimostrano che sotto stress eccessivo, il corpo aumenta la produzione di globuli bianchi attivi, cellule molto più produttive che possono danneggiare i tessuti sani.
Si ritiene che questo stress ossidativo quadruplichi il numero di cellule immunitarie nel sangue, una risposta infiammatoria che… ricorda un battaglione di vigili del fuoco che appicca diversi incendi per spegnerne uno solo!

Gli scienziati hanno cercato di capire il meccanismo degli ormoni dello stress (adrenalina e norepinefrina), i cui recettori si trovano sulla superficie delle cellule immunitarie.
In caso di stress psicologico o cronico, una sovrastimolazione di questi recettori sarebbe responsabile dell’indebolimento del sistema immunitario, paralizzando la catena di produzione delle molecole chiamate citochine.
Queste citochine, sono responsabili:

  • dell’eliminazione dei virus,
  • della distruzione delle cellule maligne
  • e del collegamento tra i diversi sistemi (centrale, autonomo e immunitario).

Senza questi recettori, dove gli ormoni dello stress di solito si legano, viene bloccata la risposta di alcune cellule immunitarie (Natural Killer).

In definitiva, la ricerca conferma i dati clinicamente osservati: il nostro organismo non è progettato per essere in uno stato di allerta continua.

Cattivo stress e disfunzioni intestinali

L’intestino tenue, la sede dell’immunità, è collegato al sistema nervoso centrale e, in particolare all’ipotalamo, l’area del cervello coinvolta nella gestione delle emozioni, attraverso il nervo vago.
Il nervo vago, fortemente stimolato da uno stress eccessivo, colpisce la mucosa intestinale, vera e propria frontiera tra l’esterno e l’interno, la cui funzione è quella di far penetrare solo i nutrienti essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo.
Il cattivo stress è anche responsabile di disfunzioni intestinali, note come disbiosi e l’iperpermeabilità intestinale, la porta aperta a molti disturbi immunitari (malattie autoimmuni), digestivi (diarrea, gonfiore, ipersensibilità alimentare, ecc.) o psicologici (ansia, depressione).

Danneggiata, la barriera intestinale diventa la sede di reazioni infiammatorie, all’origine di malattie intestinali croniche (Crohn, colite ulcerosa, ecc.) e, probabilmente, degenerative (Alzheimer, Parkinson).

Tecniche preventive e curative per il cattivo stress

Prima di tutto, si tratta di fornire al nostro corpo le sostanze nutritive di cui ha bisogno e di limitare quelle che sono inutili, se non per il piacere che danno. È anche consigliabile imparare (o riapprendere) a mangiare consapevolmente.
In altre parole, ascoltate le sensazioni del vostro corpo prima e durante i pasti, e osservate i vostri stimoli fisici di appetito, ritmo naturale e sazietà.

Anche dormire a sufficienza e in modo adeguato è un fattore di benessere quotidiano.
Durante la notte, il corpo si rigenera, ripara e recupera, grazie in particolare ad un ormone della crescita responsabile della rigenerazione e del rinnovamento dei tessuti.
Pertanto, il mantenimento di un ritmo che alterna fasi notturne e diurne, con orari regolari, è un prerequisito.
I ritardi, invece, possono essere una fonte di stress negativo, interrompendo il sonno o il risveglio, spesso il primo passo verso uno squilibrio, una fonte di stress negativo.
Gestirlo significa prima di tutto riconoscerlo e ammetterlo. Negarlo, al contrario, può essere peggiore del cattivo stress in sé, e causare ancora più danni, perché è insidioso.

Le tecniche di gestione dello stress sono abbondanti, con una varietà di modi per affrontarlo che permettono a tutti di farlo a proprio piacimento.
La gestione dello stress è alla portata di tutti e consiste in primo luogo nel respirare a sufficienza e correttamente, iniziando con l’inspirazione dal basso (zona addominale), poi dall’alto (zona toracica) e terminando con l’espirazione in direzione opposta. Da ripetere con più o meno intensità quante volte necessario.
L’ossigenazione elimina le molecole acide accumulate e ripristina in gran parte l’equilibrio acido-base.
Questa tecnica di rilassamento è alla base della coerenza o risonanza cardiaca, che permette di controllare la frequenza cardiaca e di aumentarne la variabilità, al fine di recuperare un equilibrio fisiologico, fisico, mentale ed emotivo.

Anche i diversi approcci della meditazione (mindfulness, Zen, Vipassana, ecc.), dello yoga (Hatha, Nidra, ecc.), del massaggio (amma, ayurvedico, ecc.) o delle attività fisiche dolci (tai chi-chuan, qi gong, pilates, ecc.) sono ottimi mediatori e altrettanti mezzi per raggiungere il ‘lasciarsi andare’, contrastando così il cattivo stress.
Lo stesso vale per la sofrologia, l’(auto)ipnosi, l’EFT (Emotional Freedom Technique), o la pratica di un’attività artistica, per esempio, con il vostro bambino e in un ambiente tranquillo.

L’attività fisica è un altro modo per contrastare lo stress, a condizione che sia praticata in modo moderato, regolare e sufficientemente idratato, al fine di stimolare un buon metabolismo.
In eccesso, tuttavia, lo sport può essere fonte di stress ossidativo e di immunodeficienza, rivelandosi quindi dannoso.

I metodi di riflessologia, sia plantare, palmare o facciale, mirano a trattare gli squilibri nel corpo attraverso la pressione manuale esercitata sulle cosiddette zone riflesse. Individuando le tensioni, la riflessologia le sblocca.
Per quanto riguarda la riflessologia endonasale, nota anche come “terapia simpatica”, questa tecnica aiuta a riequilibrare il sistema nervoso autonomo e le sue due modalità antagoniste sopra menzionate.
Anche gli elisir floreali o minerali, l’aromaterapia e la fitoterapia (piante sedative o ansiolitiche) sono aiuti preziosi.

In breve, quando una situazione è controllabile e prevedibile, si può gestire senza grandi difficoltà; ma se è inevitabile e imprevedibile, lo stress prende il sopravvento e il corpo è in allerta.

Il trucco, è quello di prevenire un accumulo, trovando la risorsa (o le risorse) per raggiungere la fase di rilassamento il più rapidamente possibile e, talvolta, per farlo… si tratta di cambiare alcune abitudini, o di acquisirne di più sane.

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