Comfort osteoarticolare e artrosi

Sappiamo che cos’è l’artrosi, sappiamo che colpisce le articolazioni e si manifesta con l’apparizione di dolori e limitazioni funzionali.
Sappiamo che l’artrosi colpisce 1 persona su 2 dopo i 50 anni.
Vediamo allora come preservare al meglio il nostro comfort articolare, capendo che cosa accade fisiologicamente alle nostre articolazioni.

Un po’ di anatomia

Il nostro scheletro è formato da numerose ossa (circa 206) che vengono classificate, a seconda della dimensione, in lunghe, brevi e piatte. Le ossa, organi statici, si articolano tra loro per rendere possibile il movimento: questa unione tra segmenti ossei è l’articolazione.
Le articolazione possono essere immobili (sinartrosi – come le ossa del cranio) o semimobili (anfiartrosi, come l’articolazione sacro-iliaca) e mobili (diartrosi). Quest’ultime assicurano i movimenti di flessione ed estensione su un solo piano (come le falangi e il gomito) o permettono movimenti liberi in tutte le direzioni (come la spalla e l’anca).
Un’articolazione mobile è formata da:

  •  cartilagini periferiche delle ossa (soffici, compressibili, estensibili e deformabili);
  • uno spazio tra di esse ripieno di liquido sinoviale (prodotto dalla membrana sinoviale) che, ammortizzante e nutriente, facilita lo scorrimento tra le superfici articolari;
  • una capsula articolare, di tessuto connettivo che riveste completamente i due segmenti ossei esterni
  • e dai tendini, che con i muscoli aumentano la stabilità dell’articolazione.

La cartilagine articolare

L’artrosi interessa soprattutto la cartilagine articolare: è lei del resto la maggior garante del nostro comfort osteoarticolare.

La cartilagine solitamente si presenta come un tessuto di colore bianco, brillante e leggermente traslucido. Interposto tra due superficie ossee ne permette lo scivolamento tramite un coefficiente di frizione estremamente ridotto.

È prevista per resistere a forze di compressione e di tensione molto forti, soprattutto nel caso degli arti inferiori.
cartilagine istologiaLa matrice della cartilagine è composta da incroci di fibre di collagene che determinano un’armatura solida. Al suo interno sono imprigionate delle molecole di proteoglicani (lunghe catene in cui l’anello elementare è costituito da molecole di glucosammina) legate tra di loro dall’acido ialuronico, il “lubrificante delle articolazioni” (una lunga catena non ramificata costituita da migliaia di unità di base di glucosammina) e dei condrociti, le cellule della cartilagine.

I proteoglicani, grazie al loro potere idrofilo, ritengono l’acqua e mettono sotto tensione le fibre di collagene per dare alla cartilagine la sua consistenza.
Di fatto, la principale componente della cartilagine è l’acqua (70% del peso umido): per effetto delle sollecitazioni applicate all’articolazione si producono movimenti alternativi delle molecole d’acqua, ed i proteoglicani  funzionano come  “spugne”.

L’elevato contenuto di acqua contribuisce alle proprietà ammortizzanti e di resistenza alle forze di stiramento e di compressione.

Struttura microcosmica della cartilagine
Il rinnovo della matrice cartilaginea è estremamente lento e il rinnovo del collagene di tipo II quasi nullo.
Il condrocito è del resto l’unico tipo cellulare della cartilagine e, per l’adulto in buone condizioni fisiologiche, è una cellula al riposo.

Dato che la cartilagine non è vascolarizzata, i condrociti si nutrono per imbibizione dal liquido sinoviale: possiedono tuttavia il repertorio genetico completo che può permettere di sintetizzare i diversi prodotti delle matrici e degli enzimi sotto forma inattiva.
Il condrocito possiede alla sua superficie dei ricettori sensibili alle modifiche meccaniche e chimiche suscettibili di modificare la struttura peri-cellulare. Una deformazione della matrice sarà, per esempio, un segnale di allarme per il condrocito, che attiverà così i suoi meccanismi interni.

Di fatto, il metabolismo della cartilagine dipende dall’intensità e dalla frequenza delle pressioni cicliche alle quali è sottoposta.

In sintesi, nella cartilagine matura adulta, l’auto-regolazione è perfetta: la sopravvivenza dei condrociti, l’equilibrio tra sintesi e distruzione della matrice, la sua architettura, il numero e la funzione dei ricettori membranosi.

Nel corso della vita questa cartilagine invecchia, come tutti gli altri tessuti:

  • la sintesi dei proteoglicani diventa di scarsa qualità e la ritenzione dell’acqua diminuisce;
  • il numero dei condrociti si riduce lentamente e rispondono meno efficacemente agli stimoli.

Queste anomalie biochimiche nel corso dell’invecchiamento si traducono con una fragilizzazione della cartilagine e l’apparizione di fessure macroscopiche. Tuttavia le caratteristiche della cartilagine senescente sono diverse della cartilagine artrosica e, per adesso, non sono ancora chiare le relazioni che legano l’invecchiamento all’artrosi.

Prevenire l’artrosi e preservare il comfort osteoarticolare

Per la prevenzione dell’artrosi ricordiamo la definizione dell’OMS già citata: si tratta di uno squilibrio tra sintesi e degradazione.

Dunque è necessario agire sia per rallentare la degradazione che per favorire la sintesi.

Con le cure preventive, per mantenere il comfort articolare, si cerca di evitare la degradazione della cartilagine per non arrivare alla fessurazione dello strato esterno della medesima. La prevenzione può essere condotta su più piani.

Ridurre i fattori di rischio

  • Controllare il peso corporeo;
  • intervenire sui vizi posturali o sui carichi eccessivi e ripetuti;
  • svolgere un’attività fisica adeguata;
  • correggere posizioni scorrette, rinforzare la muscolatura di supporto, recuperando la mobilità articolare;
  • evitare tutte quelle attività ad alto impatto articolare o sport che prevedono movimenti molto ripetitivi;
  • praticare esercizio fisico che miri a “costruire” il muscolo attorno all’articolazione, stabilizzandola, senza tuttavia sollecitarla troppo.
Se possibile, fuori dai periodi infiammatori, è importante mantenere sempre un’attività fisica leggera, come passeggiare 30 minuti a ritmo se possibile sostenuto o praticare un’attività in piscina.
La pratica della marcia nordica è consigliata perché l’uso dei bastoni diminuisce il peso supportato dalle gambe e il movimento delle braccia contribuisce alla prevenzione artrosica degli arti superiori.

Assumere nutrienti per il comfort osteoarticolare

Introducendo nella propria alimentazioni nutrienti in grado di prevenire o ritardare la progressione della malattia artrosica, si può tenere sotto controllo il processo infiammatorio e garantirsi così maggiore comfort osteoarticolare.

La curcuma

Potente antinfiammatorio naturale senza contro-indicazioni, numerosi studio biochimici  hanno dimostrato l’effetto della curcumina nell’inibizione dei molteplici fattori enzimatici coinvolti nel processo infiammatorio. (Per approfondire l’azione della curcumina sulla cascata infiammatoria, vedi questo post.)

Gli Omega-3

Gli acidi grassi poli-insaturi della serie omega-3 (contrariamente agli oli di origine vegetale ricchi di omega-6) hanno grandi proprietà antinfiammatorie, dimostrate da studi epidemiologici e clinici: un’alimentazione ricca di omega-3 diminuisce la frequenza dei disturbi infiammatori.

Glucosamina e Condroitina

Il solfato di glucosamina e/o il solfato di condroitina sono elementi nutritivi della cartilagine. Questi due supplementi alimentari risparmiano alle cellule il lavoro (ormai quasi impossibile) di sintetizzare la cartilagine (proteoglicani) a partire del glucosio. Nell’artrosi infatti le cellule non dispongono più, a causa dell’infiammazione, delle risorse biochimiche necessarie per trasformare il glucosio in N-acetil-glucosamina e in N-acetil-galactosamina, i due tipi di zuccheri che compongono i proteoglicani. (Per capire le proprietà di questi nutrimenti, vedi questo post.)

Assumendo integratori alimentari naturali, mantenendo una dieta adeguata e completa e attenendosi ad un corretto igiene di vita, e quindi possibile ritardare l’artrosipermettere alle cellule di riprendere la sintesi della cartilagine, conservando così il nostro comfort osteoarticolare.

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Sono consigliati cicli di minimo 2 mesi.

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ottimo ho più energia e dolori meno acuti. È solo una settimana che lo sti assumendo
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sono soddisfatto di questo prodotto, lo uso già da due mesi e i dolori articolari si sono alleviati.

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