Come sapere se una cura o un rimedio sono adatti a te?

Mi farà bene?
Questa è la domanda che ci poniamo spesso, soprattutto quando si tratta di integratori alimentari.
Hai a disposizione una scelta quasi infinita di prodotti, sei sommerso da informazioni ma, in tutto questo, come scegliere il rimedio migliore? Ecco tre semplici test per aiutarti a capirlo.

Come sapere se il prodotto che scegli (e paghi) sarà efficace?
Il primo approccio è di sicuro razionale: informarsi sulla formulazione, sui principi attivi ma, per quanto tu possa documentarti, sai che ciò che funziona per un’individuo talvolta può rivelarsi inutile per un altro. Nell’approccio olistico la malattia non è mai solo di natura puramente fisico-chimica ( l’unico parametro ufficialmente preso in considerazione) ma devono essere considerati molteplici aspetti: dalle fonti elettromagnetiche che ci circondano alle ferite o ai traumi psicologici mai elaborati e profondamente somatizzati che ci trasciniamo da anni (finché non esplodono…); ai programmi autodistruttivi in cui ci dilettiamo con applicazione e perseveranza via la nostra negatività alla la genetica che ereditiamo (e potrebbe non essere un caso) e, infine, certi destini prestabiliti, la  memoria totale limitata dalla matrice terrestre….
Ogni caso quindi è diverso, alla fonte.

Così a noi pare evidente che il solo approccio razionale debba essere considerato insufficiente per fare il punto della situazione. Fortuna che, esaurito il potenziale del nostro emisfero cerebrale sinistro, ci rimane quello destro: il genio, istantaneo e irrazionale, che non siamo più abituati ad usare ma che artisti, inventori, visionari e… pionieri della medicina (perché il mondo vivente è un enigma da esplorare i cui confini non retrocedono mai)  hanno il coraggio di attivare.
Dobbiamo imparare a “conversare” con le cellule e gli organi, che siano i nostri o quelli di chi ci impegniamo ad aiutare. Per questo esistono la riflessologia, la kinesiologia e, per estensione, la posturologia.

Per interagire con un organo si usano le zone riflesse

La riflessologia è una pratica di medicina alternativa che consiste nella stimolazione, tramite un particolare massaggio o tocco, di zone del corpo chiamate “riflesse” (o “punti riflessi”). La zona riflessa è un punto della superficie corporea su cui si proietta un determinato organo: agendo su questi punti si ha la possibilità di condizionare positivamente l’organo corrispondente. La riflessologia rientra nel settore delle medicine complementari ed è considerata una tecnica olistica di guarigione. Con questa pratica si possano curare anche particolari stati d’animo (stress, ansia, ecc.) attraverso il massaggio.

Ci sono sul nostro corpo vari zone riflesse facilmente accessibili e ampiamente usate da anni dagli operatori sanitari, tra cui:

  • piedi (riflessologia plantare);
  • le mani (riflessologia palmare)
  • le vertebre (riflessologia spinale);
  • le orecchie (auricoloterapia);
  • gli occhi (iridologia).

Ma per queste discipline è necessaria una formazione specifica: limitiamoci qui a dei metodi semplici, alla portata di tutti.

Kinesiologia applicata

La Kinesiologia applicata è una tecnica più complessa rispetto alla fisiologia classica del movimento, che è invece alla base della chinesiologia (fisioterapia). Messa a punto dal chiropratico statunitense George Joseph Goodheart Jr a metà degli anni ’60, la Kinesiologia applicata è una tecnica che indaga lo stato di salute dell’organismo mediante l’interrogazione del muscolo, in grado di fornire “risposte” se sottoposto a specifici stimoli. Il muscolo, in Kinesiologia, è quindi il tramite tra il corpo del paziente e lo specialista, in grado di fornire informazioni sullo stato di salute. Dal momento che nel corpo i muscoli sono sempre simmetrici, risulta importante il confronto tra le risposte che si ottengono dopo aver sottoposto entrambi i tessuti muscolari alla medesima sollecitazione e nella stessa condizione.

La Kinesiologia parte dal presupposto che ogni evento traumatico dal punto di vista strutturale (ma anche emotivo) venga “memorizzato” nel sistema fasciale che avvolge il muscolo, fino alle miofibrille. Un evento stressante altera il tono muscolare di base nell’intera catena cinematica dei muscoli coinvolti e, come conseguenza, si ha un eccesso di acidificazione dei vari strati dei tessuti muscolari. Questo meccanismo coinvolge successivamente tutto l’organismo.
Uno stress, che sia biochimico, emozionale, strutturale o alimentare, indebolisce la fibra muscolare che, “interrogata”, esprime il suo disagio. Attraverso la valutazione della forza del muscolo si possono diagnosticare problematiche del muscolo stesso o disagi più profondi, dal momento che le patologie o le infiammazioni che affliggono il corpo non rimangono circoscritte alla zona dove si manifestano ma si ripercuotono sull’interno organismo.

Nella Kinesiologia si fa appello a riflessi muscolari che si manifestano come risposta binaria SI-NO emessa dall’intelligenza del nostro corpo. L’esplorazione di questo dominio è affascinante, e fornisce migliaia di dati intellettualmente inaccessibili, almeno per chi pratica correttamente questa tecnica.

Con la Kinesiologia si può effettuare una diagnosi “bypassando” la persona, ovvero mediante un’indagine transpersonale che consenta di ottenere dall’organismo una risposta scevra da qualsivoglia condizionamento.

Ricordiamo  il BIOTEST, derivato dal « touch for health », che funziona in tempo reale e anche a distanza (per essere affidabile, il gesto deve essere molto preciso); il RAC (riflesso atriale-cardiaco) adottato da alcuni medici, ma molto delicato da eseguire e interpretare. Esistono poi molte tecniche personali, con o senza dispositivi sofisticati (e più o meno costosi) che sono scelte rispettabili se risultano efficaci e fedeli.

Posturologia

La posturologia è quella branca della medicina alternativa che studia i rapporti tra la postura del corpo e determinate patologie algiche che, secondo i sostenitori di tale pratica, deriverebbero da un errato assetto posturale.
Secondo i posturologi, vari recettori del corpo (se squilibrati) potrebbero alterare la postura dell’individuo, causando posizioni corporee scorrette nei tre assi dello spazio che da inizialmente asintomatiche poi, nel tempo, potrebbero causare patologie riferibili anche e/o solamente in altri apparati corporei lontani dal distretto in disfunzione.
I recettori più importanti sono la pelle, l’occhio, l’orecchio ed il vestibolo, il piede, le cicatrici e la mandibola.

La posturologia parte da un approccio globale che tiene conto dei traumi, dello stile di vita, del carattere dell’individuo ed elabora una strategia mirata e univoca per ogni singola persona. Lo specialista in posturologia esegue un’indagine strumentale consistente nell’analisi computerizzata del baricentro, del tono muscolare, delle oscillazioni posturali e dell’assetto della colonna vertebrale nelle tre dimensioni dello spazio. Viene analizzato anche l’appoggio del piede, la convergenza degli occhi, il parallelismo degli assi visivi, l’occlusione mandibolare e tutto ciò che può interferire con lo schema corporeo ottimale, che differisce da individuo a individuo.

La Posturologia (per semplificare) si contrappone al modello della Kinesi in quanto rileva specifici blocchi muscolari in risposta a stress fisico o a programmazioni mentali tossiche. La semplice rappresentazione verbale della soluzione e/o la sua immagine mentale, sono sufficienti per risolvere i blocchi.

3 test alla portata di tutti

1. Test kinesiologico del braccio

La persona testata tende un braccio orizzontalmente, pugno chiuso verso l’avanti, chi testa spinge moderatamente il polso verso il basso, mentre la persona oppone resistenza, per valutare la sua forza vitale di base.
Il movimento si ripete mentre la persona testata pronuncia semplicemente il nome di uno dei rimedi possibili o ne tiene uno nella mano del braccio non teso:

  • se la resistenza del braccio è identica, il rimedio è inutile;
  • se la resistenza è maggiore, il rimedio è buono (aumenta la vitalità);
  • se la resistenza è notevole, il rimedio è ottimo;
  • se la resistenza è inferiore, il rimedio è nocivo (perdita di vitalità).

Ripetere l’esperienza per tutti i rimedi da scegliere, per identificare il migliore.

2. Test posturale della gamba sinistra tesa (metodo n° 1 del Dottor Gérard Dieuzaide)

La persona testata si posiziona con la schiena contro il muro e solleva la gamba sinistra tesa, il più in alto possibile (l’altezza è definita dalla contro tensione residua ordinaria dei muscoli posteriori della gamba).
La persona testata solleva di nuovo la gamba sinistra al massimo mentre pronuncia il nome del rimedio o lo tiene nella mano:

  • se l’altezza raggiunta è identica, il rimedio è inutile;
  • se l’altezza raggiunta è maggiore, il rimedio è buono (distensione dei muscoli antagonisti posteriori);
  • se l’altezza raggiunta è molto di più, il rimedio è ottimo;
  • se l’altezza raggiunta è inferiore, il rimedio è nocivo (tetania dei muscoli antagonisti posteriori).

Ripetere per ogni rimedio.

2. Test posturale del braccio alzato (metodo n° 2 del Dottor Gérard Dieuzaide)

La persona testata si posiziona con la schiena contro il muro e solleva lentamente le braccia tese, mantenendole contro il muro, fino a raggiungere il blocco (l’altezza del blocco è definita dalla tensione residua ordinaria dei muscoli antagonisti).
Far pronunciare alla persona il nome di un rimedio e farle di nuovo sollevare le braccia lungo il muro al massimo:

  • se l’altezza raggiunta è identica, il rimedio è inutile;
  • se l’altezza raggiunta è maggiore, il rimedio è buono (distensione dei muscoli antagonisti posteriori);
  • se l’altezza raggiunta è molto di più, il rimedio è ottimo;
  • se l’altezza raggiunta è inferiore, il rimedio è nocivo (tetania dei muscoli antagonisti posteriori).

Ripetere per ogni rimedio.

4 note importanti

  1. Se la persona è fisicamente impossibilitata a praticare o a partecipare al test, l’operazione può essere eseguita da un’altro, vicino, con la “convenzione mentale” che è per l’uso del paziente.
  2. La distanza fisica non ha importanza: i test possono essere fatti a migliaia di chilometri, a condizione che la persona da trattare sia chiaramente identificata (con o senza foto).
  3. Questi test possono essere applicati a molti elementi: farmaci, cibo, bevande, gioielli, otturazioni e amalgami dentali, habitat, luoghi, etc.
  4. Il limite dei test muscolari è che non possono essere realizzati in gran numero uno dopo l’un l’altro: l’affaticamento li rende sempre più incerti.

Adesso, se vuoi, tocca a te: provaci!

2 commenti su “Come sapere se una cura o un rimedio sono adatti a te?”

  1. So che esiste una maniera nuova per risolvere vecchi traumi ( ad esempio con cicatrici) trattando le zone con creme naturali, che ingannano in qualche modo il cervello, simulando il tocco di una mano. Di che crema si tratta?

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