Camomilla d’oro (Chrysanthellum Americanum L.): la pianta che rompe la pietra

Talvolta nel bel mezzo di una strada asfaltata spunta una piccola pianta, a conferma della potenza del mondo vegetale: è la camomilla d’oro (Chrysanthellum Americanum L.).

Ecco una di quelle piante che ci sorprendono per quanto possono compiere: se vi diciamo che rompe le pietre, ci credereste?

Famiglia Compositae Asteraceae

Piccola pianta erbacea con foglie alterne profondamente pennatosette e poco numerose, munite di un lungo picciolo e divise in 3-5 lobi profondi. I fiori, posti su di un peduncolo lungo 5-6 cm, sono di colorito giallo e grandi da 3 a 5 mm: diventano più grandi quando iniziano a crescere i frutti. I frutti sono degli acheni piatti, di colore bruno che si espandono verso la sommità e sono bordati da un’ala biancastra.

I calcoli? sono affar suo

Nel nostro organismo accade che si agglomerino minerali, grassi o altre sostanze per formare delle piccole pietre, chiamate calcoli. Questi a volte si incastrano nei dotti renali o si accumulano nella cistifellea: per evitarlo, pensate al Chrysanthellum!
Certo, non è indicato in situazioni di emergenza perché gli occorre tempo per agire, ma è bene sapere che la camomilla d’oro (questo è il suo nome in volgare) è in grado di sciogliere i calcoli biliari non calcificati di taglia inferiore ai 3 mm di diametro. A dosi più elevate può anche disintegrare calcoli urinari, salivari e lacrimali calcificati.
Questo effetto “spaccapietre” non è stato ancora ben spiegato, ma si sospetta scaturisca una combinazione insolita di alcuni componenti: flavonoidi rari e saponine (il chrysanthelline A e B), che non si trovano in nessun’altro rappresentante del mondo vegetale.
Che può fare di più questo delicato fiorellino giallo? Pulisce il nostro sangue …

Un alleato per il nostro colesterolo

Come saprete uno squilibrio del colesterolo può essere il segnale di un fegato pigro: è lui il reponsabile della pulizia del sangue per rimuovere il colesterolo in eccesso. Il Chrysanthellum agisce proprio in questo senso: stimola il fegato e la secrezione della bile mentre pulisce il sangue. Poiché non agisce sullo svuotamento della cistifellea, possiamo associarlo a piante dette colagoghe, come il carciofo o il boldo, per completare la sua azione e ben evacuare questi eccessi per via intestinale. È una buona strategia per andare all’origine del problema: naturalmente, non dobbiamo perdere di vista l’alimentazione e pensare a riequilibrare il rapporto tra grassi insaturi e grassi saturi.
Attenzione in caso di calcoli biliari: il boldo e il carciofo sono controindicati perché possono causare un’ostruzione delle vie biliari. Questo non è il caso del Chrysanthellum, che può essere assunto senza problemi.

Oro per le nostre vene!

Per riassumere l’azione di Chrysanthellum, possiamo dire che pulisce i condotti in cui circolano i nostri fluidi corporei primo tra tutti il sangue. A quest’azione c’è una logica conseguenza: un effetto benefico per l’intero sistema vascolare.
Inoltre la margherita d’oro è un antinfiammatorio, rinforza le pareti dei capillari e combatte l’ossidazione cellulare. È quindi una pianta da prendere in considerazione in caso di:

  •  vene varicose,
  • emorroidi,
  • rosacea,
  • disturbi vascolari oculari,
  • arterite (infiammazione delle arterie)
  • e anche per la malattia di Raynaud.

Cosa, come, quando,?

Chrysanthelum

Il Chrysanthellum può essere assunto in infusione, in capsule o come estratto liquido o alcolico.

Per l’infusione, contare un cucchiaio da minestra per tazza d’acqua, fredda da portare fino ad ebollizione. Lasciare poi in infusione per dieci minuti e berne da 1 a 5 tazze al giorno, a seconda dell’indicazione.
Anche per gli estratti e le capsule la posologia varia a seconda dell’indicazione: prendere la dose minima raccomandata per un’azione preventiva, la dose media in caso di calcoli biliari, la dose massima dose consentita in caso di calcoli renali.
Di solito si fanno cure dai 10 giorni alle 3 settimane al mese.

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