Canna gentile (o domestica)

Calluna vulgaris L.

Famiglia delle Poaceae (Graminaceae)
Parti utilizzate: rizoma

Pianta vivace, perenne, con un grosso rizoma dal cui apice spuntano a primavera i fusti, detti culmi, alti fino a 4 m e con un diametro di 4-5 cm, vuoti negli internodi e pieni nei nodi.
Le foglie, di colore verde glauco, sono formate da una guaina che avvolge il fusto a dalla lamina, che si diparte orizzontalmente dal culmo, larga 3-8 cm e ha forma lanceolata. Il margine presenta dei piccolissimi denti che lo rendono tagliente.
L’infiorescenza è una pannocchia lunga fino a 70 cm, molto ramificata, soffusa di colore violaceo. Le spighette, composte di tre-cinque fiori, hanno alla base due glume; i singoli fiori hanno due glumette delle quali l’inferiore è pelosa sul dorso.
Il frutto è una cariosside racchiusa nelle glumette.
Questa pianta si diffonde rapidamente.
La troviamo lungo i corsi d’acqua e nei terreni umidi.
Visto che è sempre servita (e lo è ancora oggi) per fare canne da pesca, ne ha ereditato il nome.
Il rizoma, impropriamente chiamato radice, ha sapore dolce e zuccherino, e viene usato tagliato a piccoli pezzi nella medicina popolare.
Le proprietà galattofughe del rizoma di canna di Provenza sono note da tempo: Perrot, nel suo “Matières premières usuelles du régne végétal” scriveva nel 1943:

Si usa come tisana alla fine dell’allattamento dei neonati per le sue note proprietà gallatofughe. Si conoscono casi di vacche da latte che, in periodo di magra, hanno mangiato foglie di canna di Provenza e hanno perso del tutto la secrezione lattea.


La pianta può essere usata da sola (due grammi di rizoma in 100 ml d’acqua in decozione) o in associazioni più complesse con altre piante, come questa:

  • bosso (Buxus sempervirens L): foglie;
  • vedovelle cespugliose (Globularia alypum L.): fiori;
  • pervinca (Vinca major L.): foglie;
  • Canna di Provenza: rizoma;
  • Menta (Mentha sp.): foglie;
  • Verbena (Verbena officinalis L.):foglie.

Un pugno di ogni pianta e mescolare bene: mettere in infusione in un litro d’acqua e berne tre grandi tazze al giorno, fino a cessazione della secrezione del latte.
Si possono citare molti altri utilizzi di questa pianta, molto cara agli antichi, che ancora permangono: usata per costruire rivestimenti, cannule, frecce, flauti… molti oggetti di vimini, ance per clarinetti, sassofoni… Questo spiega le distese di canne di Provenza nel sud della Francia. Oggi è molto usata anche come biomassa.


Costituenti principali

Il rizoma è ricco di glucidi (zuccheri, amido), presenza anche di un principio amaro, di una resina dal profumo di vaniglia, silicio e acido malico. Sono state isolate anche cinque basi indolalchilammine: N, N-dimetiltriptamina, 5-metossi-N, triptamina, bufotenina e deidrobufotenina, bufotalina, bufotenidina.
Le foglie contengono tracce di alcaloidi: donaxina (identica alla gramigna dell’orzo), donataria, N-fenil-naftilammina, vasicinone.


Uso

Decotto

Da 30 a 60 grammi di rizoma per litro d’acqua, 500 ml al giorno.


Oggi, alla luce della scienza

Gli alcaloidi hanno un’analogia strutturale con un neurotrasmettitore, la serotonina, e hanno un’azione allucinogena quando sono presenti in significativa quantità.
Anche la bufotenina è un principio allucinogeno, presente nel veleno del rospo. La bufotenidina ha dimostrato tre azioni farmacologiche principali: un effetto anti acetilcolina che sembra più specifico ai muscoli scheletrici che ai recettori muscarinici, una liberazione d’istamina e una stimolazione uterina. Anche l’attività della bufotenina sulla trasmissione neuromuscolare è stata studiata: un estratto etanolico di rizoma ha prodotto effetti ipotensivi e antispasmodici su spasmi indotti da istamina, serotonina e acetilcolina.
La donaxina, a basse dosi, aumenta la pressione sanguigna.

Se gli studi farmacologici sulla canna sono rari, è stato comunque dimostrato che la droga esercita un’attività diuretica, e che le proprietà sudorifiche e galattofughe riconosciutele dalla tradizione popolare meritano di essere verificate.

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