Biancospino: cardiotonico, spasmolitico e ipotensivo

Le virtù del biancospino erano già elogiate dai medici dell’antica Grecia nell’anno 100.

Oggi, l’uso del biancospino come integratore alimentare, è riconosciuto per trattare l’insufficienza cardiaca congestizia o per sostenere le funzioni cardiovascolari.

Crataegus oxyacantha (o Crataegus laevigata) e Crataegus monogyna
Famiglia delle Rosaceae
Parti utilizzate: i fiori.
Il biancospino ama i terreni rocciosi e calcarei, le macchie e le foreste: lo ritroviamo spontaneo nelle zone montane.

Di marzo per la via
della fontana
la siepe s’è svegliata
tutta bianca,
ma non è neve,
quella: è biancospino
tremulo ai primi
soffi del mattino.
Umberto Saba,  Il biancospino

Il biancospino: un po’ di storia

Il biancospino è una pianta arbustiva che può arrivare fino ai 5 metri di altezza. Le foglie sono verde scuro sul lato superiore e verde biancastro sul lato inferiore, divise in 4-5 lobi più o meno marcati. I fiori sono piccoli (8-15 mm) bianchi-rosati, riuniti in corimbi dal delizioso profumo. I frutti sono delle drupe rosse (6-10 mm) dalla polpa farinosa e con un solo seme.

Arbusti piuttosto comuni, i biancospini hanno una corteccia grigia ma la scorza dei rami giovani è bianca, e alla loro base sono dotati di spine, da cui il nome volgare “Spina bianca”.

I fiori del biancospino sono profumatissimi (al punto da sembrare a volte nauseabondi) e la varietà (Crataegus azarolus, L.), originario d’Oriente, era coltivato nel sud della Francia per i suoi frutti commestibili, da consumare freschi, in marmellata o gelatina. I frutti delle altre specie sono raccomandati contro le diarree, ma raramente vengono consumati.

Conosciuto dai medici dell’antica Grecia almeno dal 100 d.C., il biancospino è usato anche nella Medicina Tradizionale Cinese da circa 650 anni a.C., in particolare per curare i disturbi cardiovascolari.

Un testo anonimo, datato 1695,  sembra aver attirato l’attenzione dei terapeuti a partire dal 1826 sulla benefica azione del biancospino per il cuore e il sistema circolatorio.
Gli esperimenti di questi medici, tra tra i quali era il dottor H. Leclerc, li portò a prescrivere il biancospino come tonicardico e moderatore dell’eretismo cardiovascolare. L’infuso di fiori, un pizzico per tazza, era usato da tempo per le sue proprietà calmanti e sedative: divenne poi così anche un calmante in caso di palpitazioni, un tonico per il cuore (angina pectoris) e una cura per combattere l’ipertensione arteriosa. Appropriato il soprannome di ‘valeriana del cuore’.

Nel corso degli anni ’80 e ’90 sono stati sviluppati estratti standardizzati che sono stati oggetto di numerosi studi clinici, in particolare nelle persone con insufficienza cardiaca congestizia.

Il biancospino, dato che regolarizza i movimenti cardiaci e diminuisce l’eccitabilità del sistema nervoso, provoca un’azione sedativa molto benefica anche per la donna in menopausa:  calma le palpitazioni, diminuisce le vampate di calore, cura l’insonnia e l’irritabilità etc.
Si usano infatti spesso infusi di fiori di biancospino e di lavanda per curare tutti questi malesseri.

Oggi la pianta è molto popolare in Europa, in particolare in Germania, Austria e Svizzera, dove viene utilizzata in più di 200 preparati medicinali e Biancospino rientra nelle farmacopee ufficiali di Cina, Europa, Gran Bretagna, Germania e Francia.

Curiosità: in tutta Europa e nel Nord America, varie specie di biancospino si possono trovare nelle siepi che separano le parcelle agricole. Le forti spine dell’arbusto formano un vero e proprio recinto che può tenere il bestiame o i predatori fuori dai campi coltivati o all’interno dei pascoli.

Costituenti principali

I fiori di biancospino contengono:

  • Flavonoidi (dall’1 al 2%), tra cui i principali sono l’iperoside (quercetin-3-galattoside), la vitexina, il ramnosio e la rutina associati in quantità minore alla vitexina, isovitexina, orientino, etc. La composizione flavonoica varia tra le diverse specie di Crataegus e anche tra la foglia e il fiore.
  • Proantocianidine (2,5-4,5%): dimeri, trimeri, fino a esameri di flavan-3-olo polimerico.
  • Altri componenti: tracce di olio essenziale, ammine (tirannia), acidi triterpenici, pentacicli, fenolici, steroli

[Wichtl & Anton, 1999, Rombi, 1998]

Uso del biancospino

Infuso
Un cucchiaino da caffè di fiori per tazza, due tre tazze al giorno.

Opercoli
A base di polvere fitocomplesso totale.

Estratto fluido
0,5-1 grammo al giorno.

Tintura alcolica a un quinto
Per l’ipertensione, 20 gocce prima dei due pasti principali per tre settimane al mese.
Come sedativo, 40-50 gocce alla sera prima di coricarsi.

Attenzione: il trattamento dei problemi cardiaci – anche se effettuato con un prodotto naturale – richiede un preciso monitoraggio medico e l’intervento di un operatore sanitario. La dose consigliata di biancospino varia a seconda della difficoltà di alleviare il dolore ed è necessaria una consultazione con il medico prima di iniziare una cura.
Inoltre, il consumo di biancospino non è raccomandato per i bambini, le donne incinte o che allattano.

Oggi, alla luce della scienza

Test effettuati con estratti di Biancospino hanno evidenziato effetti inotropi positivi (aumento della forza delle contrazioni) e cronotopi negativi (diminuzione del ritmo), migliorando l’irrigazione del miocardio e il flusso coronarico.1
Il biancospino ha quindi un’azione cardiotonica è può essere indicato per la diminuzione dell’attività cardiaca corrispondente allo stadio II secondo l’associazione New-York-Hearth (una visita medica è sempre consigliata, anzi imperativa).

La pianta è interessante per l’insufficiente cardiaco leggero, a condizione che sia fatto un trattamento di lungo corso. Agisce anche per i disturbi del ritmo (extrasistole, tachicardia parossistica) e, bloccando le correnti potassiche di ripolarizzazione, avrebbe un effetto simile a quello dei medicinali antiaritmici di classe III.2

È uno spasmolitico e un ipotensivo3 con in più un’azione sedativa4 sul sistema nervoso centrale: assumere una dose superiore alle 100 gocce di tintura porta ad un evidente abbassamento del battito del polso e a sonnolenza [Leclerc H, Précis de phytothérapie, 1994].

Il biancospino possiede proprietà antiossidanti che sono state studiate con due altre piante, l’hamamelis e l’idraste.5 Gli autori di questa pubblicazione concludono che la combinazione di estratti di biancospino e di hamamelis è una buona associazione per la protezione del sistema cardiovascolare.

Nessuna tossicità della pianta è nota, malgrado a volte si utilizzi per periodi molto lunghi nelle malattie cardiache degenerative o nei trattamenti di cuore senile.
Occasionalmente, alcuni lievi disturbi digestivi e lievi allergie cutanee sono stati osservati in studi in cui sono state somministrate dosi elevate. In tutti i casi, questi svantaggi erano minori e reversibili.

Biancospino BIO

Biancospino BIO

Apparato cardiovascolare.
Pressione e relax.

Acquista
5/ stars
Consigliato a mia mamma dal medico: soddisfatta

Bibliografia

  1. Costa R. & Coll., 1986
  2. Muller A., Linke W. & Klaus W., 1999
  3. Beretz A., Haag-Berrurier M. & Anton R., 1978
  4. Occhiuto F. & Coll., 1986
  5. Pereira da Silva A. & Coll., 2000
  6. Barnes Joan, Anderson A. Linda, Phillipson David J. Herbal Medicines, Pharmaceutical Press, Grande-Bretagne, 2007, troisième édition.
  7. Blumenthal M, Goldberg A, Brinckmann J (Ed). Expanded Commission E Monographs, American Botanical Council, publié en collaboration avec Integrative Medicine Communications, États-Unis, 2000.
  8. Blumenthal M (Ed). The ABC Clinical Guide to Herbs, American Botanical Council, États-Unis, 2003.
  9. Brown D, High Dose Hawthorn (biancospino, ndr) Extract for Advanced Congestive Heart Failure. HerbalGram. 2003, numéro 57. American Botanical Council.
  10. Ernst Edzard (Ed). The Desktop Guide to Complementary and Alternative Medicine, Mosby, Grande-Bretagne, 2001.
  11. European Scientific Cooperative on Phytotherapy (Ed.). Crataegi Folium Cum Flore, ESCOP Monographs on the Medicinal Uses of Plants Drugs, Centre for Complementary Health Studies, Université d’Exeter, Grande-Bretagne, 1999.
  12. Natural Standard (Ed). Foods, Herbs & Supplements – Hawthorn, Nature Medicine Quality Standard.
  13. Organisation mondiale de la santé. WHO monographs on selected medicinal plants, vol. 2, Suisse, 2002.
    Pizzorno JE Jr, Murray Michael T (Ed). Textbook of Natural Medicine, Churchill Livingstone, États-Unis, 1999.
  14. Schulz V, Hänsel R, Tyler VE. Rational Phytotherapy – A Physicians’ Guide to Herbal Medicine, fourth edition, Springer, Allemagne, 2001.
  15. The Natural Pharmacist (Ed). Natural Products Encyclopedia, Herbs & Supplements – Hawthorn, ConsumerLab.com. [Consulté le 3 mai 2011]. www.consumerlab.com
  16. Weiss RF, Fintelmann V. Herbal Medicine. Second edition. Thieme, États-Unis, 2000.
  17. Hawthorn extract for treating chronic heart failure. Pittler MH, Guo R, Ernst E. Cochrane Database Syst Rev. 2008 Jan 23;(1):CD005312. Review.
  18. The effect of Crataegus oxycantha Special Extract WS 1442 on clinical progression in patients with mild to moderate symptoms of heart failure. Zick SM, Gillespie B, Aaronson KD. Eur J Heart Fail. 2008 Jun;10(6):587-93. Texte intégral : eurjhf.oxfordjournals.org
  19. Hawthorn Extract Randomized Blinded Chronic Heart Failure (HERB CHF) trial. Zick SM, Vautaw BM, et al. Eur J Heart Fail. 2009 Oct;11(10):990-9.
  20. The efficacy and safety of Crataegus extract WS(R) 1442 in patients with heart failure: The SPICE trial. Holubarsch CJ, Colucci WS, et al; on behalf of the Survival and Prognosis: Investigation of Crataegus Extract WS® 1442 in CHF (SPICE) trial study group. Eur J Heart Fail. 2008 Dec;10(12):1255-63. 5. Habs M. Prospective, comparative cohort studies and their contribution to the benefit assessments of therapeutic options: heart failure treatment with and without Hawthorn special extract WS 1442. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd. 2004 Aug;11 Suppl 1:36-9.
  21. Tauchert M, Gildor A, Lipinski J. [High-dose Crataegus extract WS 1442 in the treatment of NYHA stage II heart failure] Herz. 1999 Oct;24(6):465-74; discussion 475. German. Erratum in: Herz 1999 Nov;24(7):586.
  22. Schmidt U, Albrecht M, et al. High-dose Crataegus therapy in patients suffering from heart failure NYHA class I and II. Z Phytotherapie 1998;19:22-30. Étude citée et résumée dans : Blumenthal M (Ed). The ABC Clinical Guide to Herbs, American Botanical Council, États-Unis 2003, p. 244.
  23. Loew D, Albrecht M, Podzuweit H. Efficacy and tolerability of a Hawthorn (biancospino) preparation in patients with heart failure stage I and II according to NYHA – a surveillance study. Phytomedicine. 1996;3(Suppl. 1):92. Étude citée et résumée dans : Blumenthal M (Ed). The ABC Clinical Guide to Herbs, American Botanical Council, États-Unis 2003, p. 244.
  24. Ernst Edzard (Ed). The Desktop Guide to Complementary and Alternative Medicine, Mosby, Grande-Bretagne, 2001.
  25. Hanack T, Bruckel MH. 1983. The treatment of mild stable forms of angina pectoris using Crategutt novo. Therapiewoche 33:4331–4333. Étude mentionnée et résumée dans : Weiss RF, Fintelmann V. Herbal Medicine. Second edition. Thieme, États-Unis, 2000.
  26. Weng WL, Zhang WQ, et al. Therapeutic effect of Crataegus pinnatifida on 46 cases of angina pectoris–a double blind study. J Tradit Chin Med 1984;4(4):293-294. Étude citée et résumée dans : Natural Standard (Ed). Foods, Herbs & Supplements – Hawthorn, Nature Medicine Quality Standard.
  27. Schmidt U, Albrecht M, Schmidt S. Effects of an herbal crataegus-camphor combination on the symptoms of cardiovascular diseases. Arzneimittelforschung 2000;50(7):613-619.
  28. Ventura P, Girola M, Lattuada V. [Clinical evaluation and tolerability of a drug with garlic and hawthorn]. Acta Toxicol Ther 1990;11(4):365-372. Étude citée et résumée dans : Natural Standard (Ed). Herbs & Supplements – Hawthorn (biancospino), Nature Medicine Quality Standard.
  29. Hanus M, Lafon J, Mathieu M. Double-blind, randomised, placebo-controlled study to evaluate the efficacy and safety of a fixed combination containing two plant extracts (Crataegus oxyacantha and Eschscholtzia californica) and magnesium in mild-to-moderate anxiety disorders. Curr Med Res Opin. 2004 Jan;20(1):63-71.
  30. Daniele C, Mazzanti G, et al. Adverse-event profile of Crataegus spp.: a systematic review. Drug Saf. 2006;29(6):523-35.
  31. Tankanow R, Tamer HR, et al. Interaction study between digoxin and a preparation of hawthorn (Crataegus oxyacantha).J Clin Pharmacol. 2003 Jun;43(6):637-42.
  32. A combination of plant extracts in the treatment of outpatients with adjustment disorder with anxious mood: controlled study versus placebo. Bourin M, Bougerol T, Guitton B, Broutin E. Fundam Clin Pharmacol. 1997;11(2):127-32.

2 commenti su “Biancospino: cardiotonico, spasmolitico e ipotensivo”

  1. Buonasera, benchè il Biancospino sia una erba naturale bisogna fare attenzione e sottolineare che per alcuni soggetti, per esempio gli sportivi che spesso si trovano ad essere dei soggetti bradicardici, questa pianta non è appropriata in quanto và ad abbassare ulteriormente i battiti cardiaci talvolta in maniera rilevante e anche pericolosa. Alcuni siti seri infatti lo evidenziano e lo dicono chiaramente.

    Rispondi
    • Certo Federico, infatti nell’articolo può leggere che è necessario un preciso monitoraggio medico e l’intervento di un operatore sanitario, per deciderne i dosaggi e l’opportunità del trattamento.
      Non abbiamo precisato per gli sportivi, non essendo, il nostro, un sito dedicato a tale pubblico.

      Rispondi

Lascia un commento