Alzheimer: 4 piante da conoscere, una da dimenticare

La ricerca sulle piante sta progredendo, ma le malattie non regrediscono. Anzi, il contrario. Secondo l’INSERM, circa 900.000 persone soffrono oggi di Alzheimer e questa cifra salirà a 1,3 milioni entro il 2020.

Dobbiamo quindi essere preparati alla possibilità che questa malattia possa colpire uno dei nostri cari e, naturalmente, dobbiamo anche prepararci all’eventualità che possa un giorno colpisca noi.

Molte piante sono allo studio per trovare la nuova molecola miracolosa: ti parleremo solo delle più promettenti.

Ma, per quanto riguarda la prima della lista, vedrai che si tratta di un argomento piuttosto delicato.
È meglio dimenticarla.

 

1. Huperzia serrata

Morbo di Alzheimer: Huperzia serrataSi parla molto di questa pianta della famiglia dei Licopodi, perché i ricercatori ne hanno ricavato una sostanza chiamata Huperzina A che blocca l’azione di un enzima, l’acetilcolinesterasi.

Per comprendere a che cosa può servire, dobbiamo tornare a una delle prime ipotesi fatte sulla malattia di Alzheimer, la cosiddetta ipotesi “colinergica”. Questa postula che la malattia sia causata da una ridotta sintesi di acetilcolina, un neurotrasmettitore. Così, farmaci come il donepezil e la galantamina sono stati commercializzati per bloccare la degradazione di acetilcolina, inibendo l’azione dell’enzima che lo distrugge.

L’Huperzina A esercita esattamente la stessa azione del dopezil.

Ma, sebbene l’Huperzina A sia venduta come integratore alimentare in alcuni paesi (ad esempio gli Stati Uniti), stiamo parlando di una molecola farmacologica, non di una pianta, non una grande varietà di costituenti che agiscono in modo sinergico e delicato.

Se si deve utilizzare un inibitore dell’acetilcolinesterasi, è meglio prescrivere il farmaco, con l’accompagnamento di un medico e dosi controllate e ben definite.

In breve, il suo posto non è sugli scaffali di un erborista.

 

2. Ginseng (Panax ginseng)

Morbo di Alzheimer: GinsengEcco una pianta antica in grado di risolvere squilibri che sono decisamente molto moderni, il cui potere non cessa mai stupirci.

In primo luogo, Ginseng migliora le nostre capacità cognitive. Uno studio su individui sani mostra che l’assunzione di 400 mg al giorno per 7 giorni, migliora la memoria per 1-6 ore dopo l’assunzione.1 E, secondo questo studio, dosi di 200 o 600 mg non sono altrettanto efficaci.

Uno studio condotto su pazienti con malattia di Alzheimer dimostra che una dose molto più alta, 4,5 g al giorno per un periodo di 12 settimane, migliora gradualmente le prestazioni cognitive durante il periodo di assunzione.2. Quando la dose viene interrotta, le prestazioni scendono al livello del gruppo placebo.

Ma Ginseng non è per tutti.

Nella medicina cinese è usato nella persona molto debole e, soprattutto negli anziani, il che è un connubio relativamente comune nelle persone affette da morbo di Alzheimer.
Talvolta può creare stati di sovraeccitazione o esplosioni di collera.

Ginseng si assume al mattino, per periodi di diverse settimane. Iniziare con dosi basse (tra 500 mg e 1 g al giorno) per vedere se la persona tollera bene la pianta. Dopo due settimane, è possibile aumentare fino a 3-4 g al giorno.

 

3. Ginkgo biloba

Morbo di Alzheimer: Ginkgo-bilobaChe dire dell’albero dai mille scudi?

Uno studio dimostra che una dose giornaliera di 120-240 mg per 26 settimane migliora significativamente le prestazioni cognitive nei soggetti affetti da morbo di Alzheimer e da disturbi neuropsichiatrici (depressione, apatia, iperattività, ecc.).3

Ciò è confermato da una revisione di 6 studi clinici che hanno concluso che Ginkgo migliora la cognizione nei malati di Alzheimer senza danni o effetti collaterali.4
Questo effetto potrebbe essere dovuto ad un’inibizione della formazione di placche amiloidi tra i neuroni, che caratterizzano la malattia.5

Inoltre Ginkgo contiene potenti antiossidanti che proteggono il cervello dagli effetti nocivi dello stress ossidativo, fortemente coinvolto nello sviluppo della malattia.6

 

4. Curcuma (Curcuma Longa)

Morbo di Alzheimer: CurcumaNumerosi studi hanno dimostrato che la curcuma potrebbe essere una terapia efficace per inibire la formazione di placche amiloidi e ridurre l’infiammazione cerebrale nelle persone con malattia di Alzheimer. Uno studio menziona specificamente un’assunzione giornaliera di 1-4 g.7

Molti fattori sono coinvolti nello sviluppo della malattia: lo stress ossidativo, l’infiammazione e lo sviluppo di placche amiloidi.

La curcuma, con la sua azione ad ampio spettro, può intervenire su tutti questi fattori per rallentare la progressione della malattia:

  • riduce la formazione di placche amiloidi;
  • rallenta la degradazione dei neuroni;
  • ha un effetto antinfiammatorio e antiossidante.

Queste tre azioni principali portano ad un graduale miglioramento della capacità di memorizzare.8

La curcuma è una panacea? Naturalmente no.
Le cose non sono mai così semplici.
Ma non è molto costosa e, ad oggi, è una delle piante migliori per rallentare la progressione della malattia.

 

4. Bacopa (Bacopa monnieri)

Morbo di Alzheimer: BacopaBacopa ha una lunga tradizione di utilizzo nella medicina ayurvedica ed è una delle piante più interessanti per la gestione del morbo di Alzheimer,9 anche se gli studi sugli effetti positivi della bacopa sulla memoria e sui problemi cognitivi sono ancora agli inizi.10

Questo è il motivo per cui, talvolta, è necessario lasciare da parte gli studi clinici e fidarsi della tradizione erboristica.

Brahmi (il suo nome in medicina ayurvedica) ha una lunga storia di regolatore dei disturbi nervosi: rigenera la persona e ripristina le sue capacità intellettuali; migliora la memoria, la concentrazione e la capacità di apprendimento.

Insomma, un profilo perfetto per combattere il morbo di Alzheimer.

La pianta si assume in tintura, 60 gocce due volte al giorno in un po’ d’acqua. Se necessario, possono essere utilizzate dosi più elevate.


BIBLIOGRAFIA
  1. Kennedy DO, et al. “Dose Dependent Changes in Cognitive Performance and Mood Following Acute Administration of Ginseng to Healthy Young Volunteers.” Nutr Neurosci. 4.4 (2001): 295-310.
  2. Lee ST, et al. “Panax ginseng Enhances Cognitive Performance in Alzheimer Disease.” Alzheimer Dis Assoc Disord. 22.3 (2008): 222-6.
  3. Schneider LS, et al. “A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial of Two Doses of Ginkgo biloba Extract in Dementia of the Alzheimer’s Type.”  Curr Alzheimer Res. 2.5 (2005): 541-51.
  4. Janssen IM, et al. “Ginkgo biloba in Alzheimer’s Disease: A Systematic Review.”  Wien Med Wochenschr. 160.21-22 (2010): 539-46.
  5. Yao ZX, et al. “Ginkgo biloba Extract (Egb 761) Inhibits Beta-Amyloid Production by Lowering Free Cholesterol Levels.” J Nutr Biochem. 15.12 (2004): 749-56.
  6. Perry G, Cash AD, Smith MA. Alzheimer Disease and Oxidative Stress. J Biomed Biotechnol. 2002;2(3):120-123.
  7. Baum L, Lam CW, Cheung SK, et al. Six-Month Randomized, Placebo-Controlled, Double-Blind, Pilot Clinical Trial of Curcumin in Patients with Alzheimer Disease. [In eng] J Clin Psychopharmacol. 2008 Feb; 28(1): 110-3.
  8. Mishra S, et al. “The Effect of Curcumin (Turmeric) on Alzheimer’s Disease: An Overview.” Ann Indian Acad Neurol. 11.1 (2008): 13-9.
  9. Apetz N, Munch G, Govindaraghavan S, Gyengesi E. Natural compounds and plant extracts as therapeutics against chronic inflammation in Alzheimer’s disease – a translational perspective. CNS Neurol Disord Drug Targets. 2014;13(7):1175-91.
  10. Pase MP, Kean J, Sarris J, Neale C, Scholey AB, Stough C. The cognitive-enhancing effects of Bacopa monnieri: a systematic review of randomized, controlled human clinical trials. J Altern Complement Med. 2012 Jul;18(7):647-52.

2 commenti su “Alzheimer: 4 piante da conoscere, una da dimenticare”

  1. Grazie per l’eccellente articolo, mi ha dato possibilità di conoscere informazioni, ad esempio sulla Uperzina, sostanza NON NATURALE, che, scorrettamente, invece non vengono dette da quasi nessuno.

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