7 piante meravigliose per la tua pelle

La pelle: il riflesso del nostro io interiore

Prendersi cura della propria pelle è  importante: i numeri dei prodotti igienici e cosmetici lo testimoniano e la ricerca è sempre impegnata a scoprire e sperimentare nuovi principi attivi.

Ma, la pelle, ha bisogno di più cure di quelle a cui siamo abituati, perché la sua salute è strettamente legata alla salute di tutto il corpo.
Un problema di pelle è spesso il riflesso di uno squilibrio interno, o almeno una sua componente: un disturbo del fegato o dell’intestino tenue, per esempio, è spesso implicato nella psoriasi.

Come ogni cellula dell’organismo, quelle che compongono il nostro derma hanno bisogno di essere rispettate per i loro bisogni specifici (nutrizione, ossigenazione, luce solare), affinché la pelle possa svolgere perfettamente il suo ruolo di barriera protettiva ed emuntrice.

Una dieta sana è quindi un prerequisito, perché la pelle viene prima di tutto nutrita e idratata dall’interno, e ha particolarmente bisogno di:

  • acidi grassi polinsaturi (soprattutto omega 3 e 6),
  • aminoacidi (che sono particolarmente coinvolti nella produzione di collagene),
  • antiossidanti (vitamine, pigmenti, enzimi)
  • e  minerali (magnesio, rame, zinco, selenio, silicio, iodio).

Anche lo stress cronico e i traumi psicologici possono disturbare il fragile equilibrio che caratterizza una pelle sana.
La ricerca ha ben stabilito questa connessione tra psiche e pelle, che può scatenare o aggravare i problemi dermatologici: si stanno esplorando varie via, tra cui la sovrapproduzione di glucocorticoidi, che potrebbero influenzare l’omeostasi della pelle e il suo equilibrio microbico.

Il nostro involucro protettivo,  in costante contatto con il mondo esterno, deve essere curato in modo rispettoso. Tuttavia, l’offerta di sempre nuovi prodotti, molto elaborati, spesso lontani da ciò che è naturale, tende piuttosto a creare squilibri interni che alterano il rinnovamento cellulare e l’evacuazione di rifiuti e tossine.

Perché cercare di complicare le cose quando ci sono piante che contengono un gran numero di principi attivi capaci di agire sia internamente che esternamente?

Ecco perché abbiamo selezionato sette piante, la cui versatilità viene in soccorso della pelle danneggiata.

Calendula: la cura topica universale per la pelle

La calendula (Calendula officinalis) è la prima pianta che viene in mente quando si parla di cure dermatologiche. Questo piccolo fiore giallo-arancione, brillante, facile da coltivare, è una delle piante medicinali più versatili e ben tollerate per la cura della pelle.

Numerosi studi hanno sostenuto le sue proprietà protettive e riparatrici, attribuite a componenti come carotenoidi, flavonoidi, saponine triterpeniche, polisaccaridi idrosolubili e alcuni principi attivi aromatici. Questa vera e propria costellazione di componenti, conferisce potenti virtù antinfiammatorie, antisettiche e rigenerative alla calendula.

La calendula è indicata come cura quotidiana in applicazione su pelle sana, grassa o secca, o anche fragile (come quella dei bambini).
Uno studio pakistano ha dimostrato che una crema alla calendula migliora le caratteristiche meccaniche di compattezza ed elasticità della pelle e il suo grado di idratazione, limitando gli effetti dell’invecchiamento.

La Calendula officinalis è raccomandata anche per dare sollievo in caso di dermatiti, acne, eczemi e psoriasi. .

Sul potenziale complessivo di questa pianta per quanto riguarda l’integrità della pelle, significativo è uno studio francese del 2004, che ha confrontato la calendula con la trolamina (un’emulsione dermatologica usata in particolare per alleviare il rossore dopo la radioterapia) per prevenire la dermatite acuta, dovuta al trattamento radiante sul cancro al seno.
La calendula era chiaramente superiore alla trolamina nel suo ruolo di prevenzione del rossore e delle ustioni indotte dalle radiazioni. [Phase III randomized trial of Calendula officinalis compared with trolamine for the prevention of acute dermatitis during irradiation for breast cancer. Pommier P, Gomez F, Sunyach MP et al. J Clin Oncol. 2004 Apr 15;22(8):1447-53.]

Macerato oleoso di fiori di calendula

Ingredienti: fiori di calendula essiccati (Calendula officinalis), olio di oliva o di girasole, di semi d’uva, di jojoba, un vaso ermetico.

Preparazione:

  1. Riempire il contenitore con fiori di calendula (si possono aggiungere fiori di iperico e arnica). È meglio asciugarli, per evitare che l’umidità interferisca con l’olio.
  2. Coprire con olio, poi chiudere.
  3. Lasciare macerare in un luogo temperato per quattro o sei settimane, mescolando regolarmente.
  4. Filtrare in una bottiglia perfettamente pulita e utilizzare il preparato entro sei mesi.

Questo è l’olio ideale per i neonati: può essere usato per rimuovere le croste lattee, oppure può essere applicato sulla pelle in caso di irritazione cutanea.

Mescolare 50 ml di olio di calendula con 50 ml di olio di avocado in parti uguali per ottenere un olio da massaggio.

Bardana: disintossicante e riequilibrante

Abbastanza comune in Europa (escluse le regioni mediterranee), la bardana (Arctium lappa) è comune anche in Asia, dove occupa un posto di rilievo nella medicina tradizionale cinese.
Descritta, tra l’altro, come depurativa, diuretica, sudorifera e antireumatica, la bardana è caratterizzata dalle sue radici lunghe e duree, ricche di inulina (una fibra con proprietà prebiotiche), flavonoidi (potenti antiossidanti tra cui la quercetina), lignani (polifenoli con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti), solo per citarne alcuni.

A livello cutaneo, la radice di bardana aiuta a regolare la secrezione di sebo, una preoccupazione per molti adolescenti, ma anche per gli adulti con pelle mista, cioè con zone grasse (di solito la fronte, il naso e il mento) e zone più secche (su guance, tempie e intorno agli occhi).

Ma è sulle patologie croniche della pelle – acne, eczema, psoriasi, orticaria, infezioni fungine – che la bardana fa la differenza. Oltre all’uso tradizionale della radice di bardana, che si basa principalmente sull’empirismo storico (in particolare nella medicina tradizionale cinese e indiana), uno studio indiano ha valutato Arctium lappa per trattare l’acne per un periodo di sei mesi, e ha trovato un miglioramento nel numero di lesioni.

La bardana contribuisce alla salute della pelle agendo internamente.

Infatti, i numerosi costituenti della pianta migliorano la digestione e l’assimilazione dei nutrienti, mentre stimolano gli organi di eliminazione che sono il fegato e i reni.
Questa azione combinata aiuta a pulire e ad abbellire la pelle internamente: la radice di bardana disintossica il sangue e ne facilita il flusso alla superficie della pelle, aiutando a curare internamente una malattia come, ad esempio, l’eczema.

Inoltre, l’estratto di foglia bardana ha la capacità di inibire due enzimi: l’elastasi, che rompe l’elastina (una fibra elastica che, insieme al collagene, determina le proprietà meccaniche della pelle) e la tirosinasi, che è responsabile dei cambiamenti pigmentari legati all’età.

Dopo la radice e la foglia, il frutto della bardana ha permesso a uno studio tedesco di scoprire uno dei suoi principi attivi più potenti, l’arctiina: le sue proprietà antinfiammatorie e stimolanti la sintesi del collagene hanno migliorato significativamente il metabolismo della pelle, riducendo i segni clinici dell’invecchiamento.

Bardana BIO

Favorisce le funzioni depurative, il drenaggio dei liquidi corporei e il benessere della pelle.

Bardana BIO
5/stars
Lo uso regolarmente quando la mia pelle ripresenta dermatiti.

Viola del pensiero: delicatamente depurativa

Come la bardana, la viola del pensiero, le cui parti aeree fiorite sono utilizzate in erboristeria, contiene mucillagini, polifenoli, carotenoidi, flavonoidi e vitamina E.
Risponde quindi alle stesse indicazioni depurative della bardana, il che si traduce in una maggiore eliminazione delle tossine nei reni e nel fegato. La presenza di tannini aiuta a rallentare la produzione di sebo.

Ma la particolarità della viola del pensiero sta nella sua azione stimolante sul sistema linfatico, un sistema di evacuazione parallelo all’asse rene-fegato, di vitale importanza e spesso trascurato. Da qui l’interesse di associarla alla bardana, che mira più al fegato, per lavorare sui due assi depurativi principali. Perché dalla linfa, le scorie metaboliche e le tossine passano nel sangue, quindi nel fegato e poi nei reni. Se il tutto funziona correttamente, si eliminano davvero dei prodotti di scarto.

La viola del pensiero è generalmente ben tollerata ed è particolarmente indicata per i giovani quando sono soggetti a eczema o acne. Nei bambini e negli adolescenti, queste due disfunzioni cutanee sono spesso associate a un terreno allergico o infiammatorio, dovuto a intolleranze alimentari e a una flora intestinale squilibrata.

Una lungo cura di infusioni di viola del pensiero può proteggere le mucose infiammate con le sue mucillagini e stimolare l’eliminazione degli allergeni.
La viola del pensiero è anche nota per la sua azione equilibratrice sulla pelle seborroica, comune tra gli adolescenti.

Infuso e decotto di viola del pensiero

La gamma di virtù della viola del pensiero è stupefacente: emolliente, espettorante, sedativa, depurativa, diuretica, lassativa, cicatrizzante e antistaminico.
La viola del pensiero pulisce, drena ed elimina da… capo a piedi!.

In infusione: in ragione di 40 g di fiori secchi per 1 litro d’acqua, infondere per dieci minuti. Bere da tre a quattro tazze al giorno fuori dai pasti.

In decotto: 10 g di fiori secchi per 1 litro d’acqua. Immergere prima a freddo, poi portare a ebollizione e lasciare in infusione per dieci minuti. Stesso dosaggio della tisana.

Entrambi possono essere usati esternamente per pulire la pelle o come impacco.

Ligne Peau BIO
Benessere della pelle

Ligne Peau BIO
5/ stars
Buono per la mia pelle strapazzata dal cloro della piscina :)

Aloe: il rigenerante più potente per la pelle

Dalla Mesopotamia alla Grecia, dall’Africa all’Asia e all’Egitto dei faraoni, i segreti per la salute dell’aloe sono conosciuti da molto tempo. Il suo successo si basa sul suo formidabile potere rigenerante dell’epidermide, così come la sua capacità di lenire le ulcere del tratto digestivo e stimolare l’intestino.
Uno studio canadese del 2016 ha persino scoperto che ha virtù antidiabetiche: il consumo orale di aloe ha portato a una riduzione dei livelli di zucchero nel sangue di 46,6 mg/dl in media.

Applicata sulla pelle, l’aloe ha mostrato potenti virtù antinfiammatorie: più in generale, l’aloe migliora o accellera la guarigione di tutti i tipi di lesioni cutanee, che si tratti di ustioni (da sole o radioterapia), infezioni, ferite anche profonde, ulcere diabetiche, psoriasi o herpes genitale.

Uno dei benefici dell’aloe nel trattamento delle ferite e delle condizioni della pelle è l’atmosfera umida che mantiene sulla zona di applicazione: una ferita che rimane umida, guarisce meglio di quando si asciuga e la cicatrice è meno visibile alla fine del processo.
L’aloe soprattutto stimola la migrazione dei fibroblasti e la rigenerazione cellulare dell’epidermide, grazie a una combinazione molto opportuna di ingredienti: mucopolisaccaridi, presenti nel nostro stesso tessuto connettivo, 20 aminoacidi, otto enzimi, minerali, acidi grassi e vitamine (A, C, E, B12, acido folico, colina), tra gli altri.

Ci sono molti prodotti in commercio a base di aloe, vera, ferox o arborescens. Alcuni sono di alta qualità, ma è possibile avere le proprie piante di aloe, in casa, ed estrarre il succo o il gel, a seconda di come la si voglia usare.

Borragine e enotera: i buoni acidi grassi

La borragine (Borago officinalis), diffusa in Medio Oriente (si dice che sia originaria dell’attuale Siria) e nel Mediterraneo, fornisce un olio prezioso. Si distingue per la sua ricchezza in acidi grassi polinsaturi (PUFA) della famiglia omega-6 (GLA) (40% acido linoleico e 25% acido gammalinolenico) e omega-9 (18% acido oleico).
Questi “grassi buoni” svolgono un ruolo essenziale nella costituzione delle membrane cellulari, in particolare quelle della pelle.

Più l’epidermide è ricca di GLA, più la funzione di barriera della pelle è efficace.

I PUFA giocano anche un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’invecchiamento della pelle: per lei (così come per i capelli) sono un vero elisir di giovinezza, tanto più che questi preziosi GLA sono assenti dal cibo industriale e non li sintetizziamo.

L’enotera  (Oenothera biennis) invece è originaria del Nord America, dove i nativi americani la usavano già per le sue proprietà lenitive e curative.

L’olio di enotera differisce dall’olio di borragine per un diverso rapporto di GLA: contiene meno acido gammalinolenico e più acido linoleico.

Mentre sono entrambi omega-6, il primo è semplicemente molto più raro nelle nostre fonti alimentari vegetali rispetto al secondo. D’altra parte, lo sfruttamento della borragine ha una resa molto più bassa, e queste due caratteristiche spiegano il suo prezzo significativamente più alto di quello dell’enotera.

Gli oli di borragine e di enotera sono particolarmente indicati contro l’eczema, generalmente caratterizzato da una mancanza di acido gammalinolenico.

Possono essere presi per via orale o applicati direttamente sulla pelle (e sulle lunghezze e punte dei capelli). Esternamente, possono essere usati molto semplicemente in aggiunta a una crema da giorno, da mescolare nel palmo della mano prima dell’applicazione.

Avranno un effetto rigenerante e idratante, restituiranno morbidezza ed elasticità al derma e proteggeranno dalle aggressioni esterne (sole, vento, freddo) grazie alle loro proprietà antiossidanti, e per la loro viscosità superiore, per quanto riguarda la borragine.

L’uva dell’Oregon, contro l’infiammazione della pelle

Ancora poco conosciuta in Europa, l’uva dell’Oregon o agrifoglio di mahonia (Mahonia aquifolium), originaria dell’ovest americano, è tuttavia oggetto di studi preziosi.

Questa pianta, tradizionalmente usata in alcune tribù amerindie per trattare i disturbi gastrici e le punture (scorpioni, serpenti),  ha rivelato proprietà antinfiammatorie molto interessanti su eczema e psoriasi, probabilmente legate ai componenti (una buona dose di alcaloidi) delle sue radici e della corteccia, utilizzati sotto forma di unguento.

In uno studio su pazienti con psoriasi cronica, l’applicazione di un unguento contenente 10% di uva dell’Oregon per 12 settimane ha dimezzato la gravità dei sintomi. Del 30% dei pazienti considerati con sintomi gravi all’inizio dello studio, alla fine è rimasto solo il 5,6%.

Un altro studio ha confrontato l’efficacia dell’unguento di uva dell’Oregon con un trattamento più convenzionale, il dithranol, noto per trattare la psoriasi inibendo l’iperproliferazione dei cheratinociti. Le biopsie comparative prima e dopo la sperimentazione hanno mostrato che entrambi gli unguenti hanno ridotto i sintomi della psoriasi, con un’efficacia leggermente superiore del dithranol, ma senza effetti collaterali sul lato dell’uva dell’Oregon.

Anche sull’eczema, l’uva dell’Oregon sembra essere in grado di migliorare le cose, come ha dimostrato uno studio del 2007 con l’uso di una crema contenente il 10% di psorberina, un principio attivo dell’uva dell’Oregon.
Dopo dodici settimane, i punteggi di gravità della condizione si sono dimezzati.
Speriamo che questi risultati vengano rapidamente affinati.

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